Portal Knights - Recensione

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Quando ero piccino mi piaceva tanto scavare. Non importava che fossi nel cortile dell’asilo, in quello della scuola elementare o nel giardino di mia nonna: l’importante era scavare buche. Ricordo che amavo inventare storie di tesori nascosti nelle viscere della terra, da disseppellire assieme agli altri bambini. C’era chi si improvvisava archeologo, chi avventuriero, e chi l’immancabile cattivo a guardia della reliquia: un modellino di automobile o una pietra, a seconda degli oggetti sotto mano. Mi divertivo così tanto che i parenti iniziarono a regalarmi giocattoli a tema, come modellini di ruspe, escavatori, gru elettriche, e così via.

Perché questa premessa? Il motivo è presto detto: giocando a Portal Knights sono tornato un po’ quel bambino di cinque o sei anni, non solo perché nel sandbox di Keen Games e 505 Games si scava (e si scava tanto), ma anche perché i suoi mondi procedurali sono pieni zeppi di strutture nascoste e tesori da dissotterrare.

COME NOTCH COMANDA

Inutile dire che Portal Knights si va a inserire nello sconfinato universo di giochi simili a Minecraft: le meccaniche di base sono proprio quelle dell’opera ideata da Markus Persson e dai suoi ormai ex-compagni di Mojang; tuttavia in questo caso non ci troviamo di fronte a un unico mondo da plasmare ed esplorare senza una soluzione di continuità, bensì abbiamo ben quarantaquattro frammenti di uno stesso pianeta andato in frantumi in seguito a un cataclisma, ognuno di essi a sé stante e collegato agli altri tramite degli appositi portali magici. Alla fine della fiera, è come se avessimo tanti piccoli corpi celesti diversi tra loro non solo per quanto riguarda l’ecosistema, ma anche sul fronte delle risorse presenti nelle viscere del terreno e della fauna che ne popola la superficie.

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Portal Knights si va a inserire nello sconfinato universo di giochi simili a Minecraft

Viaggiare tra queste isole fluttuanti non è immediato, ma bisogna per prima cosa trovare il relativo portale, manco a dirlo in rovina e pertanto non funzionante, e in seguito aggiustarlo inserendo delle pietre speciali che devono essere create fondendo un certo numero di schegge colorate, ottenute uccidendo i mostri che animano i frammenti del mondo. Ne consegue che il combattimento rappresenta un elemento davvero molto importante e permette a Portal Knights di distinguersi dalla massa di cloni di Minecraft.

ESPERIENZA CUBICA

La vena action RPG si concretizza nella necessità di scegliere una classe nel momento in cui si è tenuti a creare l’alter-ego, optando quindi per un guerriero abile nel combattimento corpo a corpo, un mago esperto nelle arti arcane oppure un ranger che predilige le armi a distanza. Ogni classe è poi dotata di uno skill tree con abilità uniche, che si prestano a diversi approcci: è probabile che due giocatori, per esempio entrambi ranger, abbiano speso diversamente i punti esperienza accumulati nel corso dell’avventura; magari uno ha deciso di specializzarsi nell’uso delle balestre, mentre l’altro ha preferito le fionde. Va detto che in questo senso le opzioni di personalizzazione non sono poi tante, ma fa comunque piacere notare che viene fornita una certa libertà al giocatore, seppur minima. Una libertà che si concretizza anche nella scelta di armi e armature, e che passa necessariamente dalla loro forgiatura, previa raccolta dei materiali necessari alla creazione.

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Il combattimento rappresenta un elemento davvero molto importante

L’esplorazione del mondo deve quindi andare di pari passo alla graduale progressione del personaggio, non solo per quanto riguarda il mero livello dell’eroe, ma anche sul fronte dell’equipaggiamento. Come prevedibile, poi, per craftare gli oggetti migliori bisogna accedere ai frammenti del mondo più avanzati: si assiste così a una spirale che si basa interamente sul perfezionamento costante del nostro alter-ego e degli strumenti in suo possesso. A tutto questo si aggiunge anche la scoperta di formule sempre nuove che si ottengono in parte dall’esplorazione delle rovine, con le pergamene custodite in alcuni scrigni ben difesi dai nemici. Esiste anche l’opportunità di accettare missioni dai personaggi secondari al fine di conquistare preziosissimi punti esperienza: in questo caso si tratta di incarichi piuttosto semplici che richiedono l’uccisione di un determinato tipo di mostro, oppure la raccolta di una quantità variabile di minerali, o ancora la creazione di un oggetto da consegnare a chi ci ha affidato la quest. Non mancano nemmeno degli eventi globali a tempo che modificano radicalmente il mondo, giusto per aggiungere un pizzico di pepe a una ricetta di per sé già molto gustosa.

ORO E PIRITE

Man mano che si gioca, però, si ha l’impressione che Portal Knights sia troppo semplificato. Non mi riferisco solamente all’albero delle abilità relativamente scarno, ma anche a tutto ciò che concerne il combattimento nel suo complesso. Gli scontri con i mostri si risolvono spesso con la pressione forsennata del tasto di attacco, quindi senza l’applicazione di qualsivoglia strategia; bisogna solo stare attenti all’ambiente circostante, sia perché è molto facile essere accerchiati dai nemici, sia perché la generazione procedurale dei livelli tende a creare mappe con numerosi dislivelli e burroni. Al di là di questi piccoli ostacoli, però, a volte i combattimenti diventano ripetitivi e privi di mordente, quasi come se ci trovassimo di fronte a un hack & slash. Per fortuna sono presenti anche scontri con i boss, i cosiddetti guardiani dei portali, che non possono essere affrontati a muso duro, pena la sconfitta certa. Tali battaglie si svolgono all’interno di vere e proprie arene: in questi frangenti, Portal Knights diventa “quasi” un capitolo della serie The Legend of Zelda, dove il cavaliere si trova a dover far fronte a un mostro di dimensioni davvero gigantesche, obbligando il giocatore a scovarne il punto debole per poi abbatterlo con maggiore facilità.

A volte i combattimenti diventano ripetitivi e privi di mordente

Dal punto di vista della componente sandbox, invece, l’editor consente di sbizzarrirsi e dare sfogo alla creatività. Ogni frammento del mondo può essere modificato a piacimento, sia da soli che in compagnia di altri tre eroi, e le diverse combinazioni delle risorse garantiscono un pool di materiali davvero vasto dal quale attingere. Al contrario di Minecraft e di molti altri titoli simili, però, la cooperazione con gli altri giocatori è limitata esclusivamente al proprio gruppo di amici: sono difatti assenti i server dedicati, oltre che la possibilità di invitare degli estranei all’interno del proprio universo; delle mancanze tutt’altro che trascurabili, soprattutto per un prodotto così confezionato.

Portal Knights è un ottimo titolo per chi ha intenzione di avvicinarsi all’immenso arcipelago di cloni di Minecraft, oppure per chi cerca qualcosa in più rispetto alla mera raccolta di risorse da impiegare successivamente nel crafting. La componente action RPG è solamente accennata, ma garantisce un approccio differente, seppur non del tutto inedito. In soldoni, Portal Knights non inventa nulla di nuovo, eppure porta in dote una formula di gameplay semplice e immediata, senza particolari vizi o sbavature. Pollice in su, quindi, per i tedeschi di Keen Games, anche e soprattutto per come sono riusciti a sfruttare al meglio i suggerimenti e le critiche degli utenti di Steam durante la fase di Accesso Anticipato, plasmando così un’opera a misura di giocatore.

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Pro

  • Sul versante sandbox offre tutto gli strumenti necessari.
  • I combattimenti coi boss sono davvero ben fatti.
  • Buona varietà di ambientazioni.

Contro

  • Al momento mancano i server dedicati.
  • Gli scontri con i mostri sono spesso ripetitivi.
  • La componente action RPG è solo accennata.
8

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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