IN THE SILVER CASE, IL CRIMINE È UN VIRUS CHE INFETTA LA SOCIETÀ, E STA AGLI INVESTIGATORI DELLA HEINOUS CRIME UNIT DEBELLARLO
1999-2005
Un ’99 più profetico che distopico, dove si parla di influencer e seguaci, di istituzioni organizzate come associazioni a delinquere, di persone che entrano nella rete per venirne inghiottite, rinascendo digitali. Un’opera tematicamente dilagante, ferocemente critica pur nel suo atteggiamento eccentrico, plasmata attorno alle regole ludiche della visual novel, giocandoci con maestria assoluta per nascondere molto e far vedere il giusto attraverso il buco della serratura di una struttura grafica pazzesca, unica, grazie a un motore grafico creato ad hoc da Grasshopper.

Lo stile estetico è capace di rendere la lettura decisamente più dinamica rispetto a prodotti simili.
Due, tre, quattro finestre che convivono in un’unica schermata, cambiando posizione a seconda della scelta registica del momento, ogni capitolo con una precisa identità estetica che coinvolge background, scelte cromatiche e stile delle tavole. Un’ambientazione poligonale in sottofondo, meravigliosamente vintage, 32-bit, un artwork che ritrae un personaggio, la sua riga di testo e il frame della situazione che stanno vivendo gli attori, mentre il genio di Masafumi Takada (fedelissimo di Suda) trasforma in musica la scena con un’incredibile selezione di emozioni sintetiche, come un Jukebox collegato al cervello dei protagonisti che controlla i loro livelli di serotonina, dopamina e adrenalina scegliendo il disco di conseguenza.
IL GAMEPLAY SI RIASSUME IN SITUAZIONI ABBASTANZA ASSURDE, DA GIRO DELL’OCA
Una giocabilità che trova un significato nelle limitazioni tecniche dell’epoca ma anche in una scelta registica che si guarda bene dal lasciare libertà al giocatore, guidandolo lungo il seminato narrativo senza troppe distrazioni e creando al tempo stesso un’atmosfera decisamente spettrale attorno alla città, un’uncanny valley con le sole architetture a vista, senza modelli poligonali di personaggi o NPC in giro nonostante il testo ci racconti il contrario.
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