The Silver Case 2425 – Recensione

Switch

IN THE SILVER CASE, IL CRIMINE È UN VIRUS CHE INFETTA LA SOCIETÀ, E STA AGLI INVESTIGATORI DELLA HEINOUS CRIME UNIT DEBELLARLO

E col passare degli episodi il disegno diventa sempre più complesso e il giocatore/lettore sempre più coinvolto, con passaggi anche estremamente toccanti come il capitolo Spectrum, dove indagheremo sulla scomparsa di un bambino aiutati dal suo amichetto, o Parade, dove verrà a galla il passato tragico di Sumio Kodai, braccio destro di Kusabi, fino a Kamuidrome, dove internet diventerà luogo di morte, causa scatenante di suicidi e omicidi. Agghiacciante. Tutto è collegato in una cinica spirale di causa-effetto, con una sceneggiatura-origami complessissima che continua a spiegarsi all’infinito, svelando ogni volta un nuovo lato ancora più sconcertante del precedente, sempre più a fondo nella psicologia e nel passato dei personaggi coinvolti. Vissuti radioattivi capaci di modificare il DNA, raccontati con una qualità di scrittura altissima, tanto nel delineare il world building quanto nei dialoghi, con pochi monologhi e tanti botta e risposta, scegliendo un linguaggio decisamente quotidiano, ironico, volgare e teso.

1999-2005

Un ’99 più profetico che distopico, dove si parla di influencer e seguaci, di istituzioni organizzate come associazioni a delinquere, di persone che entrano nella rete per venirne inghiottite, rinascendo digitali. Un’opera tematicamente dilagante, ferocemente critica pur nel suo atteggiamento eccentrico, plasmata attorno alle regole ludiche della visual novel, giocandoci con maestria assoluta per nascondere molto e far vedere il giusto attraverso il buco della serratura di una struttura grafica pazzesca, unica, grazie a un motore grafico creato ad hoc da Grasshopper.

The Silver Case 2425 Recensione

Lo stile estetico è capace di rendere la lettura decisamente più dinamica rispetto a prodotti simili.

Due, tre, quattro finestre che convivono in un’unica schermata, cambiando posizione a seconda della scelta registica del momento, ogni capitolo con una precisa identità estetica che coinvolge background, scelte cromatiche e stile delle tavole. Un’ambientazione poligonale in sottofondo, meravigliosamente vintage, 32-bit, un artwork che ritrae un personaggio, la sua riga di testo e il frame della situazione che stanno vivendo gli attori, mentre il genio di Masafumi Takada (fedelissimo di Suda) trasforma in musica la scena con un’incredibile selezione di emozioni sintetiche, come un Jukebox collegato al cervello dei protagonisti che controlla i loro livelli di serotonina, dopamina e adrenalina scegliendo il disco di conseguenza.

IL GAMEPLAY SI RIASSUME IN SITUAZIONI ABBASTANZA ASSURDE, DA GIRO DELL’OCA

In questo ben di dio audio-visual (novel) il gameplay serve per dare ritmo, far riposare gli occhi quando cominciano ad essere stanchi di leggere su un monitor, ed è talmente ingessato da sembrare una farsa. Movimento a caselle da dungeon crawler classico, qualche semplice enigma e altre situazioni abbastanza assurde, tra cui qualche palese presa in giro del buon Goichi che, soprattutto in The 25th Ward, si divertirà a farci fare il giro dell’oca in più di un’occasione, ma ormai con i video walkthrough che si trovano su YouTube è tutto decisamente gestibile anche per i meno pazienti, tranquilli.

The Silver Case 2425 Recensione

L’incipit dell’episodio Parade è sicuramente uno dei momenti più alti di The Silver Case.

Una giocabilità che trova un significato nelle limitazioni tecniche dell’epoca ma anche in una scelta registica che si guarda bene dal lasciare libertà al giocatore, guidandolo lungo il seminato narrativo senza troppe distrazioni e creando al tempo stesso un’atmosfera decisamente spettrale attorno alla città, un’uncanny valley con le sole architetture a vista, senza modelli poligonali di personaggi o NPC in giro nonostante il testo ci racconti il contrario.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Due thriller che sono puro delirio creativo, popolati da personaggi incredibili / Stile da vendere / Colonna sonora pazzesca / Totalmente imprevedibile.

Contro

  • Troppo fuori dai canoni per essere consigliato a cuor leggero / Alcune discutibili scelte di design, soprattutto in The 25th Ward / Disponibile solo in un (abbordabile) inglese.
9

Ottimo

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