Se non avete vissuto chiusi una caverna, una di quelle senza wi-fi magari, vi sarete accorti che quest’anno la redazza di TGM ha portato in quel di Los Angeles una ventata di anni 90 come non se ne vedeva dai tempi di Beverly Hills 90210. Il trittico Claudio, Mario e Davide ha infatti voluto incarnare lo spirito e la tamarraggine insensata di quel meraviglioso decennio, caratterizzato da colori ultravivaci, un uso spropositato della musica elettronica e una grafica dal sapore sempre e comunque pacchianissimo. Potete quindi immaginare la somma contentezza che ci ha avvolto nel momento in cui Ubisoft, in uno dei momenti più “sobri ed eleganti” della sua conference, ha annunciato questo Trials of the Blood Dragon, titolo figlio di tante cose, nessuna delle quali pubblicabili senza incappare in qualche denuncia.
AMERICA! F**K YEAH!
Presentato come il seguito ufficiale di quella meravigliosa parentesi scaricabile che fu Blood Dragon per Far Cry 3, Trials of the Blood Dragon, bizzarro parto videoludico, nasce per volontà di Redlynx e Ubisoft Kiev (alla faccia della fecondazione assistita!). Di fatto ci troviamo nell’anno 2019 e il protagonista del titolo sopraccitato, Rex Power Colt, pare morto e sepolto in una delle numerose Guerre del Vietnam (siamo arrivati alla quarta nel frattempo).
In Trials dominano le aberrazioni cromatiche e le distorsioni magnetiche tipiche dell’epoca VHS
LA PAURA FA (ANNI) 90
Purtroppo questa sfarzosa rappresentazione visiva non trova altrettanta applicazione per ciò che concerne il reparto tecnico e ludico. Da una parte l’engine di gioco sviluppato da Redlynx appare sempre più desueto e anacronistico, dall’altra non si può fare a meno di notare la non certo eccezionale cura nella modellazione e realizzazione delle ambientazioni. Tutto appare molto scarno e spesso anche non troppo ispirato, tanto che pur tirando a palla i dettagli su PC, l’appagamento rimane davvero minimo.
l’engine di gioco sviluppato da Redlynx appare sempre più desueto e anacronistico
Certo, il prezzo di acquisto è abbordabile, ma se proprio parliamo di espansioni, il precedente Trial Fusion – Awesome Level Max, pur con tutti i suoi limiti, era un gioco pensato decisamente meglio nonché assai più ricco a livello di contenuti. Un’occasione sprecata, per una serie che forse è stata fin troppo spremuta in questi anni e che meriterebbe un nuovo inizio con tutti i crismi.
L’incipit di Trials of the Blood Dragon è assolutamente fantastico nel suo delirio e riesce a cogliere molto bene l’essenza di quel folle periodo pop a cavallo fra la fine degli anni 80 e buona parte dei 90. Purtroppo non risulta altrettanto efficace nell’esprimere tali concetti in un contesto videoludico convincente. Di certo di quel Blood Dragon porta giusto il titolo, il resto è un’accozzaglia di livelli e situazioni di cui si salvano giusto le sequenze in moto. Da provare unicamente se vivete per Trials e volete mettervi alla prova con qualcosa di ancora più assurdo di un gatto armato di pistola che cavalca un unicorno sputafiamme.