Backfirewall_ – Recensione

PC PS4 PS5 Switch Xbox One Xbox Series X

L’aggiornamento del sistema operativo è fallito. Vuoi ripetere l’installazione? S/N. Scelta facile, direte voi. Come darvi torto? Non avete ancora giocato a Backfirewall di Naraven Games. Non vi siete ancora trovati dall’altra parte dello schermo. Non siete mai stati un OS che non vuol saperne di arrendersi all’ineluttabile update.

Sviluppatore / Publisher: Naraven Games / All in! Games Prezzo: 13,49 € Localizzazione:  Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam), Xbox One, Xbox Series X|S, PS4, PS5, Switch Data di Lancio: Già disponibile

Siete di quelli che non si commuovono tutte le volte che c’è da buttare via qualcosa di vecchio? Conservate tutti i vecchi numeri di TGM? No, ok, in questo caso fate bene, ma cosa mi dite di quel vecchio paio di scarpe da montagna? Prima o poi torneranno utili, eh? Certo. E anche quella collezione di bicchieri da birra rubati nei pub, giusto? Ricordi di gioventù, non discuto. In fondo anche la collezione di vecchi cellullari che non si accendono nel cassetto del comodino ha un suo senso, senza dubbio. E allora, in cuor vostro, ditemi: come fate a disfarvi di un sistema operativo come fosse una mail di spam, senza versare nemmeno una lacrima?




È sempre un piacere farsi sorprendere: a volte l’imprevisto è il cappello di una recensione che suona stupido, altre volte invece è un gioco che ti colpisce quando non te l’aspetti e ti tira fuori riflessione impreviste. Per il primo esempio vi basta tornare a leggere qualche riga più, per il secondo invece continuate qui sotto dove di parlo di Backfirewall, gioco di Naraven Game, piccolo ma talentuoso studio con base in Svizzera.

BENVENUTI IN OS10. FORSE.

Lo spunto di partenza per la trama di Backfirewall è l’arrivo di un nuovo sistema operativo per cellullari, l’innovativo e bianchissimo OS10. Il futuro promesso dall’upgrade è splendente e patinato, proprio come la schermata di aggiornamento che accoglie il giocatore all’avvio, interrotta bruscamente dalla comparsa di OS9, il vecchio sistema operativo che si rivela un affabulatore così abile da convincere il giocatore non solo a graziarlo, ma anche ad affiancarlo nel tentativo di ripristinare quanto già sovrascritto.

Siamo dalle parti di Portal o di The Stanley Parable, giusto per snocciolare qualche coordinata, ma con qualche dose di meno di iconoclastia

Siamo dalle parti di Portal o di The Stanley Parable, giusto per snocciolare qualche coordinata, ma con qualche dose di meno di iconoclastia. OS9 non ci tiene particolarmente a giocare col giocatore, ingannarlo o condurlo nel vortice di qualche paradosso: il suo interesse è la mera sopravvivenza. La sua soluzione per scampare all’obsolescenza programmata consiste nel sabotaggio dall’interno, di cui il giocatore si presta ad essere il braccio armato. A questo scopo OS9 ci mette a disposizione quattro comandi base attraverso i quali è possibile cancellare, invertire, colorare o duplicare gli elementi che incontreremo nell’esplorazione delle componenti software e hardware del sistema. Lo scopo finale è alterare una serie di parametri che garantiscono il funzionamento complessivo.

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Come in ogni ambiente di lavoro, abbondano cartelli con indicazioni e suggerimenti.

L’informatica, si sa, è un linguaggio sintetico, e altrettanto sintetiche sono le richieste di OS9: giusto una manciata di righe di testo sul tabellone di ciascuna area, il resto è la lasciato alle meningi del giocatore. Per prima cosa è una buona idea guardarsi intorno, studiare gli ambienti e prendere nota mentalmente di tutti gli elementi che si possono modificare, incrociando i dati con le condizioni di funzionamento del sistema, che ovviamente dovremo invertire.

I primi scenari possono apparire tutto sommato facilmente decifrabili, ma proseguendo la fantasia dei game e level designer di Naravel si manifesta nelle forme più impreviste

Dopo di che arriva il momento di passare all’azione e se i primi scenari, in cui i comandi a nostra disposizione sono limitati, appaiono tutto sommato facilmente decifrabili, proseguendo la fantasia dei game e level designer di Naravel si manifesta nelle forme più impreviste. Il limite delle quattro tipologie di interazione parrebbe suggerire che, di riffa o di raffa, non sia così complicato inciampare nell’azione richiesta. Invece il meccanismo a orologeria messo in piedi da OS10 non sempre è così banale da incrinare. È a quel punto che ci si ritrova a sbattere col tipico dilemma dei puzzle game: girare a vuoto facendo montare la frustrazione o arrendersi e mollare il gioco? Parrebbe non esserci un’alternativa, a meno che…

L’INTELLIGENZA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

A meno che non decidiate di affidarvi alla paperella di gomma che incarna il sistema di suggerimenti di Backfirewall, uno dei più intelligenti che mi sia mai capitato di incontrare. La suddetta paperella, infatti, dopo aver snocciolato avvisi e raccomandazioni, è disposta non solo a fornire degli indizi, ma anche a mostrarvi a richiesta la soluzione. Posso sentire le urla sdegnate dei puristi da qui, ma siamo onesti: i tempi in cui ci si poteva permettere di sbattere su un enigma di Monkey Island per pomeriggi interi prima di ricevere l’illuminazione sono ormai belli che andati. Oggi dopo una serata senza progressi finireste per disinstallare (quasi) qualunque gioco e passare al prossimo senza remore. E allora, visto che il lavoro di Naraven è apprezzabile sotto diversi (altri) punti di vista, perché rischiare di perderlo per un singolo rompicapo?!

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Se avete pensato alle 12 fatiche di Asterix, non siete soli.

Ma anche per cinque o dieci, a dirla tutta. Backfirewall è ben scritto, prende alla sprovvista con apparente leggerezza, ma attraverso la sua visione caricaturale del mondo informatico affronta ciò che il cambiamento porta con sé, novità e perdita, paura e aspettativa, senza mai tirarla troppo per le lunghe e soprattutto tenendo bene in considerazione il rispetto per l’intelligenza e il tempo del giocatore.

I tempi in cui ci si poteva permettere di sbattere su un enigma di Monkey Island per pomeriggi interi prima di ricevere l’illuminazione sono ormai belli che andati

Con i mezzi a disposizione Naraven ha sfornato un gioiellino che non trascura nemmeno il comparto tecnico, portando a video una rappresentazione ispirata e colorata dell’ambiente informatico in cui per altro abbondano inside joke e riferimenti capaci di strappare una risata. Se penso a quante volte mi è toccato rimandare una sessione di gioco, sudata e bramata tra mille impegni, per ritrovarmi rimbalzato da un aggiornamento di sistema, sabotare l’installazione di OS10 ha davvero il dolce sapore della vendetta.

In Breve: Alla base di Backfirewall c’è un’idea semplice, ma efficace, che Naraven sviluppa con intelligenza e gusto. La componente puzzle è arguta e ben bilanciata, ma soprattutto alleggerita da un sistema di suggerimenti che scongiura il rischio frustrazione. La parte più interessante però è senza dubbio quella narrativa: un tema semplice come l’aggiornamento del sistema operativo è gestito brillantemente, anche attraverso una rappresentazione grafica semplice ma fantasiosa, che diventa un mezzo per parlare di temi più seri come il cambiamento, la perdita e il lavoro di squadra.

Piattaforma di prova: Xbox Series X|S
Com’è, come gira: Consapevole dei suoi mezzi, Backfirewall si affida a uno stile grafico semplice, ma efficace: non abbonderanno i poligoni, ma è tutto chiaro al primo colpo d’occhio. Su Xbox Series X fila tutto liscio e gli sparuti bug dovrebbero essere risolti dalla patch day1.

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Pro

  • Stile grafico ispirato / Divertente e arguto / Ottimo sistema di suggerimenti…

Contro

  • …che farà gridare allo scandalo i puristi / Solo in inglese, anche un po’ tecnico
8

Più che buono

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