Dopo un lunghissimo viaggio, che incredibilmente non è ancora giunto al termine, è finalmente arrivato il momento di tirare le somme di quella che, per il sottoscritto, è stata senza ombra di dubbio la sorpresa dell’estate. Non mi perderò in lunghe chiacchiere sulle meccaniche di gioco o su ciò che potete trovare all’interno di questo gigantesco contenitore di meraviglie, visto che ne abbiamo già ampiamente discusso negli speciali (parte uno e due) dedicati alla mia traumatica avventura, bensì mi dilungherò sui pregi e difetti che ho personalmente riscontrato in Black Desert Online.
TANTO, FORSE TROPPO
Se dovessi scegliere un solo aggettivo per descrivere la mia esperienza con l’opera Pearl Abyss, questo sarebbe senza ombra di dubbio “sorprendente”. Il motivo è presto detto: a una prima occhiata risulta palese la forte componente action, con un sistema di combattimento davvero ben fatto che non ha nulla da invidiare a diversi titoli single player, anche se, dopo qualche ora di ripetitivo mena-mena, mi ero rassegnato a dovermi sorbire l’ennesimo gioco ideale per passare un paio di pomeriggi spensierati, ma destinato inevitabilmente al triste dimenticatoio.
a una prima occhiata, risulta palese la forte componente action
Altro gravissimo errore che ho commesso, complice l’inesperienza con il titolo in questione, è assecondare ogni singolo NPC nelle sue richieste più assurde: questo mi ha portato a percorrere interamente il regno almeno dieci volte: le quest in Black Desert Online sono tantissime, e bisogna sapere quando rinunciare e quando invece imbarcarsi in qualche folle viaggio. La mia voglia (e il mio bisogno, aggiungerei, data la forte componente autistica che mi assale quando si parla di questi argomenti) di voler vedere il quest log completamente svuotato ha rischiato di farmi lanciare il PC dalla finestra, e ciò non fa che peggiorare a ogni nuova zona incontrata: non ho mai provato un titolo che mettesse così tanta carne al fuoco, e ciò che può sembrare epico nelle prime ore rischia di trasformarsi in una faticaccia demoralizzante.
LE FACCE DELLA MEDAGLIA
Il vero problema, sempre se di “problema” vogliamo parlare, è che ogni singolo aspetto che mi ha fatto storcere il naso di Black Desert Online può, in realtà, risultare un pregio per un altro giocatore. Per me le quest erano troppe, confusionarie e rischiavano di mandarmi in manicomio? Per qualcun altro potrebbe essere la massima espressione di libertà. Il sistema di combattimento male si sposa con la componente PvE, lasciando a bocca asciutta gli amanti della caccia al mostro fatta eccezione per qualche raro boss da massacrare? Il PvP non può che giovarne, e gli scontri tra gilde, fondamentali per accaparrarsi i vari nodi commerciali sparsi per il regno, saranno più divertenti che mai.
gli scontri tra gilde sono più divertenti che mai
Sicuramente la caratteristica “Buy to Play” è stata una mossa più che vincente: il non dover pagare nessun abbonamento, e lasciare eventuali microtransazioni solo per qualche modifica estetica, aiuta il giocatore ad acquistare il gioco senza troppi ripensamenti, e qui non posso che lodare l’operato di Daum Games, distributore europeo del titolo, che sta cercando di colmare le differenze tra i nostri server e quelli orientali, che vantano diverse novità non ancora giunte in occidente.
GITA TURISTICA
Spesso si dice che importa il viaggio e non la meta, e non posso che essere più che d’accordo: anche se non può essere considerato un sandbox al cento per cento, Black Desert Online offre al giocatore decine di possibilità su come impiegare il proprio tempo, anche prima di raggiungere il “soft level cap” corrispondente al livello 50. Dopo tale traguardo, difatti, comincerà un lungo cammino di sofferenza, tristezza, mostri massacrati e combattimenti per poter avanzare ulteriormente. La forte componente economica, la gestione dei propri lavoratori, l’arredamento delle abitazioni, l’allevamento di animali cavalcabili e l’ottima esplorazione (grazie a cui scoprire nuovi punti di interesse, segreti e scambi commerciali), tuttavia, non faranno mancare le attività una volta raggiunto il temibile “end game”.
Alla luce di tutto questo, non posso che consigliare Black Desert Online agli amanti dei MMORPG, dei titoli fantasy e, perché no, anche a chi apprezza particolarmente le opere sandbox, ricordando però che dedicarsi all’opera Pearl Abyss è un po’ come il matrimonio: non sei più veramente libero di fare ciò che vuoi, devi sempre rendere conto a qualcuno e, soprattutto, se trascuri la tua dolce metà rischi di non riuscire più a ristabilire il rapporto. Un titolo assolutamente da lodare, adatto a tutti i palati e, al contempo, dedicato a quella “dura nicchia” di videogiocatori che non teme le sfide. Il dramma più grande di quest’avventura? Devo ancora vendere il pesce che mi ha fornito il buon Kikko. Scusami.
Black Desert Online è stata la mia sorpresa dell’estate: un titolo spiccatamente action che nasconde una sorprendente anima da gestionale socio-economico di prima categoria. Le attività da compiere sono tantissime, e rischiamo di farci sommergere dall’ansia e dal quest log, ma insieme a una guida è possibile superare ogni sfida. Essendo “Buy to Play” e vantando microtransizioni dedicate solo a migliorie estetiche, non vi è motivo per non buttarsi in questa folle esperienza, a patto di ricordare che l’opera Pearl Abyss necessita di tanto tempo (forse troppo), pazienza e dedizione.