Castlevania: Dominus Collection – Recensione

PC PS5 Switch Xbox Series X

Quarta raccolta per la serie Castlevania, che porta i tre meravigliosi capitoli per Nintendo DS su tutte le piattaforme attuali. Ottima opera di conversione “meccanica” e ludica da parte di Konami, che rimpolpa il pacchetto con una generosa dose di extra e un gioco bonus di cui molti neanche ricordano l’esistenza.

Sviluppatore / Publisher: Konami/M2 / Konami Prezzo: 24,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +12 Disponibile su: PC (Steam), Xbox Series X|S, PS5, Switch Data d’uscita: Già disponibile

Prosegue a tappe forzate la marcia di Konami verso la riedizione di quasi tutta la sua “softeca” più popolare degli ultimi 30 anni. Con Castlevania siamo alla quarta collection e ormai all’appello mancano davvero pochi capitoli della saga, che in quasi quarant’anni ci ha insegnato a mappare centimetro per centimetro tutti i castelli che Dracula e soci hanno faticosamente ricostruito dopo averle regolarmente prese dalla famiglia Belmont, Alucard e seguaci vari.

La Dominus Collection è stata shadow-droppata durante l’ultimo Nintendo Direct ed è arrivata su quasi tutte le piattaforme (all’appello mancano solo PS4 e Xbox One), per la gioia di chi ha amato i tre capitoli per Nintendo DS. Il pacchetto è impreziosito da svariati extra e da un paio di “features” atte a rendere il gameplay adatto anche ai meno esperti: una modalità quick-save-load, che si attiva premendo il tasto L2 (su PS5), e l’ormai celebre “rewind”, che consente di riavvolgere gli ultimi 40 secondi di gioco per correggere errori fatali. Vi sconsigliamo di abusare di questi due trucchetti perché, come potete facilmente intuire, abbassano non poco il livello di difficoltà di ogni avventura, ma se proprio doveste trovarvi nei guai tenete pronto il dito medio.

SOMA, JONATHAN, CHARLOTTE E SHANOA

È buffo pensare che all’epoca della loro uscita, almeno due di questi tre Castlevania furono criticati perché tentavano di discostarsi un po’ troppo dal gameplay classico della serie. A distanza di anni invece gli va attribuito il merito di aver contribuito a far crescere la saga pur mantenendo intatte le sue radici.

Oltre ad una longevità superiore a quella del predecessore, Dawn of Sorrow ne mantenne tutte le caratteristiche di gameplay

Partiamo da Castlevania: Dawn of Sorrow, titolo che ha avuto l’arduo compito di traghettare la serie su Nintendo DS dopo l’ottimo prequel Aria of Sorrow. Qui ritroviamo il canuto Soma Cruz contrapposto ad una setta che ha deciso di far risorgere Dracula. Oltre ad una longevità superiore a quella del predecessore, Dawn of Sorrow ne mantenne tutte le caratteristiche di gameplay, aggiungendo un sistema legato a sigilli magici, che venivano attivati utilizzando il touch screen del DS. Fallendo la “tracciatura” si ridava vita al boss custode del sigillo e il combattimento riprendeva. In queste nuove versioni tale meccanica è stata modificata con una soluzione brillante: basta tenere premuto un tasto per far apparire un cursore da guidare poi con lo stick analogico o il trackpad.

Tutti e tre i giochi sbloccano nuove modalità una volta portati a termine, ma Portrait of RUin e Dawn of Sorrow sono i più generosi… vi lasciamo il piacere di scoprire perché.

Castlevania: Portrait of Ruin introduce una coppia inedita di personaggi, che possono essere controllati in maniera alternata o chiamati ad azioni di coppia sia in combattimento che nella risoluzione di enigmi. Le caratteristiche estremamente diverse dei due protagonisti unite alla possibilità di esplorare dimensioni parallele utilizzando i ritratti citati nel titolo, rendono il gameplay di Portrait of Ruin leggermente diverso ma al tempo stesso goduriosamente familiare. Non ci era invece piaciuto all’epoca, e neanche ora, il mix tra sprite bidimensionali e ambientazioni/oggetti/nemici 3D, che davano al tutto un aspetto un po’ strano. Stranamente in questo capitolo Konami decise anche di abbandonare quasi totalmente le caratteristiche “touch” del gioco precedente.

A distanza di anni va attribuito a questi tre giochi l’indubbio merito di aver contribuito a far crescere la saga pur mantenendo intatte le sue radici.”

Chiude la carrellata Order of Ecclesia, che torna al protagonista singolo e alle atmosfere gotiche mettendo sotto i riflettori Shanoa, giovane rappresentante dell’Ordine che in perfetto stile Metroid perde tutti i suoi poteri all’inizio del gioco, per poi recuperarli pian piano in vista del confronto finale. Temporalmente posizionato subito dopo Symphony of the Night, Order of Ecclesia riprende meccaniche gia viste in alcuni capitoli precedenti e di novità ne introduce davvero poche… lo stesso Glyph System che consente alla protagonista di acquisire nuove abilità, altro non è che una variante di quanto visto in Dawn of Sorrow. Nonostante ciò rimane uno degli episodi più convincenti e la sua colonna sonora è seconda solo, forse a quella del suddetto SOTN.

C’È FUTURO PER CASTLEVANIA?

Quasi impossibile fare una classifica con i tre titoli inclusi in questa Collection, ma il livello medio è davvero alto. Ogni capitolo ha introdotto caratteristiche di gioco uniche, che sono riuscite ad incastonarsi perfettamente nella tradizionale e solida struttura ludica di Castlevania. Possiamo però decretare il peggiore e non è nessuno dei tre, bensì il gioco bonus incluso nel “pacchetto”: Haunted Castle. Trattasi del primo gioco arcade di Castlevania, che a dispetto di un’estetica simile ai suoi cugini “consolari” propone una struttura ludica a tappe con sei livelli e altrettanti boss, da superare prima di liberare il mondo dalla presenza di Dracula e salvare la fidanzata di Simon Belmont, rapita all’inizio del gioco in una intro old-style che oggi fa un po’ sorridere.

L’immancabile modalità Galleria contiene artwork, manuali e una enciclopedia con catalogati personaggi, nemici e oggetti. Non manca neanche il juke box delle colonne sonore.

Il gioco è disponibile sia in originale che Revisited. Quest’ultima è stata aggiornata graficamente e resa un po’ più abbordabile rispetto al livello di difficolta bastardissimo della versione arcade. Rispetto all’originale c’è un evidente progresso soprattutto a livello estetico, ma il gameplay rimane a dir poco basico e costellato da piccoli inciampi che rendono l’oretta (scarsa) necessaria per portare a termine Haunted Castle un’esperienza che probabilmente farete una volta per poi non tornare più.

Il gioco è disponibile sia in originale che Revisited

Francamente abbiamo perso le speranze di rivedere un degno successore dei migliori Castlevania, Konami sembra ormai orientata verso la più sicura strada delle raccolte nostalgiche e dei remake, ma mai dire mai. Nel frattempo possiamo consolarci con prodotti come questa Dominus Collection, che mette insieme prodotti di altissimo livello confezionandoli con la dovuta cura e attenzione.

In Breve: Tre dei migliori Castlevania di sempre in un solo pacchetto, tra l’altro pieno zeppo di extra. C’è anche un gioco bonus che non è esattamente il massimo ma… è un bonus e quindi ce lo teniamo volentieri. Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia, ognuno di questi giochi ha portato caratteristiche uniche al classico gameplay di Castlevania e ancora oggi sono tutti estremamente godibili.

Piattaforma di Gioco: PlayStation 5
Com’è, come gira: Seriamente, nessuno si aspettava problemi per giochi di questa età, l’incertezza invece riguardava il trasporto delle loro caratteristiche uniche su piattaforme prive di doppio schermo e (spesso) di touch screen. Le soluzioni adottate invece sono intelligenti e per niente invasive. Volessimo trovare il classico pelo nell’uovo, ci sono mancati un po’ i filtri presenti invece in altre collection simili.

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Pro

  • La migliore collezione di Castlevania disponibile. / Longevità elevata e molti extra pre e post-game. / Soluzioni brillanti per ovviare alla mancanza del touch.

Contro

  • Haunted Castle è sempre stato bruttino... e lo è ancora.
9

Ottimo

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