Dice Legacy – Recensione

PC

DICE LEGACY CONIUGA UN GAMEPLAY DALLE IDEE INTERESSANTI A UNA PRESENTAZIONE MOLTO BUONA

Oltre ad avere un sistema di gameplay accattivante, il gioco di DESTINYbit si presenta anche molto bene. Intendiamoci, niente grafiche spaccamascella, quindi se speravate di mettere alla prova la vostra RTX 3080 strappata ai bagarini dovrete guardare altrove: ma ciò non toglie che il loro sia un gioco dal buon colpo d’occhio, con un’interfaccia pulita e curata, animazioni ben fatte e un piacevole accompagnamento sonoro.

L’ALTRA FACCIA DEL DADO

Se Dice Legacy è nel complesso un gioco ben strutturato e che ci invoglia a riprendere quella partita lasciata in sospeso, dall’altro non è un titolo esente da difetti. Il primo riguarda il contenuto: lo scenario che ci troveremo ad affrontare è infatti uno e uno solo, e per quanto la disposizione di accampamenti e risorse sia generata casualmente, concretamente la differenza non è così radicale. Lo stesso vale anche per gli scenari alternativi, che in realtà si limitano a modificare alcune condizioni di quello base; per esempio, limitarci a sei soli dadi invece di dodici, o rendere perenne la stagione invernale. Ovviamente, in sede di progettazione considerazioni sul contenuto vanno inevitabilmente a scontrarsi con un budget non infinito, e non dubito che se DESTINYbit ne avesse avuto la possibilità avrebbe offerto volentieri una varietà molto più ampia: ma questo è comunque un limite di cui chi gioca dovrà tenere conto.

Dice Legacy Recensione

La catapulta è lo strumento migliore per sconfiggere gli Altri. Addio, perdenti!

Un’altra questione che mi ha lasciato leggermente perplesso di Dice Legacy riguarda la sua struttura, per così dire, roguelite. L’ascensione dei dadi è un fattore importante per chiunque voglia affrontare gli scenari più tosti e le difficoltà più elevate: se da soli non bastano a farvi vincere, non credo di dover spiegare perché un dado che raccoglie otto unità di una risorsa alla volta invece di una sola dia una bella marcia in più durante più o meno tutte le fasi del gioco.

ASCENDERE I DADI È IMPORTANTE PER AFFRONTARE IL CONTENUTO PIÙ DIFFICILE, MA OCCHIO A NON PERDERLI

L’ascensione non è però permanente: una volta selezionati per una nuova partita, questi dadi spariranno dalla nostra riserva, e per ritornarvi dovranno essere ascesi nuovamente. Ovviamente, venire sconfitti senza essere riusciti ad ascenderli significherà perderli definitivamente. Si configura così un potenziale elemento di “grindosità”: per ottenere di nuovo dadi ascesi adeguati dovremo dare il via a una nuova partita e sperare che i nostri costrutti (fondamentali per portare il valore massimo raggiungibile da ciascuna delle sei facce da 4 a 8) non ci tradiscano con tratti poco felici. Non lo ritengo, in ogni caso, un difetto significativo: a Dice Legacy ho giocato poco più di quindici ore completando vari tipi di scenari diversi e, a parte le inevitabili maledizioni scatenate nei confronti delle divinità del caso quando non vogliono benedirmi con la faccia di cui ho disperato bisogno, mi ci sono proprio divertito.

In Breve: Dice Legacy è un gioco ben strutturato e dalla presentazione molto buona, che introduce meccaniche interessanti a un classico approccio survival/gestionale. Soffre un pochino per la scarsa varietà di contenuto e alcune meccaniche potrebbero risultare un po’ grindose, ma nel complesso DESTINYbit ha svolto decisamente un buon lavoro.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 3600, GTX 1070, 16 GB RAM, SSD
Com’è, Come Gira: Non ha problemi particolare di performance, ma ci saremmo stupiti del contrario. Piacevole da vedere, con un’interfaccia pulita e un accompagnamento musicale adeguato.

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Pro

  • Gameplay ben pensato / Presentazione molto buona / Interessante approccio al genere gestionale.

Contro

  • Pecca di contenuto / Sistema delle ascensioni potenzialmente “grindoso”.
8

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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