Nel momento in cui si abbraccia l’immediatezza di questo titolo, i turni cominciano a passare rapidi uno dietro l’altro, e in men che non si dica si è fatta notte fonda
SANGUE E STERCO
Ribadendo il concetto, la componente gestionale si mantiene a distanze siderali dallo spessore di un Civilization, ma non lo ritengo un limite grave: nel momento in cui si abbraccia l’immediatezza di questo titolo, i turni cominciano a passare rapidi uno dietro l’altro, e in men che non si dica ci si rende conto che si è fatta notte fonda. In questo modo però vi brucerete la campagna in poche sere, visto che la storia si consuma in cinque capitoli, ciascuno dei quali occupa un’ora o due, a seconda che vi focalizziate sul completamento degli obiettivi o meno.
LE BATTAGLIE CHE AFFRONTEREMO SARANNO TUTTE IN STILE TOWER DEFENSE, MA NON INNOVANO PARTICOLARMENTE IL GENERE
Anche il level design si fa apprezzare, specie per la molteplicità di percorsi che arrivano al quartier generale e agli spazi tutto sommato piuttosto ridotti, da gestire oculatamente per massimizzare l’efficienza difensiva. Non altrettanto positivo invece il giudizio sull’aspetto meramente grafico, che non ha fatto quei passi in avanti in cui speravo dopo la prova di un anno fa: lo stile vorrebbe riportare alla memoria vecchie glorie anni ’90 come Age of Empires, ma anche in ambito indipendente non è difficile trovare risultati più convincenti. La qualità dei modelli pre-renderizzati avrebbe potuto essere più curata e l’impatto visivo globale pecca di nitidezza, rimanendo tuttavia funzionale all’azione o anche al tono ironico della messa in scena. Insomma, tra note dolenti e spunti interessanti, spero che questa recensione altalenante vi abbia chiarito un po’ le idee; in caso negativo, magari vi aiuterà il commento finale.
In Breve: Empires in Ruins presenta spunti molto interessanti, specie nella sua componente gestionale, ma i problemi di bilanciamento ne abbassano un po’ l’appetibilità. La parte tower defence è solida, quella vagamente 4X molto meno, ma a conti fatti non posso dire di essermi annoiato e mi pare doveroso riconoscere alla software house il merito e il coraggio di aver provato a incastrare, a volte a forza, due generi tanto diversi, condendoli con dei personaggi che mi ricorderò per un pezzo. Preso per quello che è, Empires in Ruins può anche dare soddisfazioni, basta che non vi aspettiate un titolo curato e rifinito sotto ogni aspetto.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2 Ghz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: Stiamo scherzando? Avete letto la configurazione di prova? Avete visto le immagini qua intorno? Empires in Ruins potrebbe girare sullo schermo del frigorifero, senza farlo nemmeno sudare. Che per un frigorifero sarebbe un problema, poi prende freddo e si ammala.
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