Empires in Ruins – Recensione

PC

Nel momento in cui si abbraccia l’immediatezza di questo titolo, i turni cominciano a passare rapidi uno dietro l’altro, e in men che non si dica si è fatta notte fonda

Il bilanciamento delle risorse è un affare delicato, e i ragazzi di Hammers & Ravens non hanno centrato il bersaglio in pieno anche per quanto riguarda i materiali da costruzione, molto facili da ottenere in grande quantità rispetto al costo di edifici e miglioramenti degli insediamenti. A metterci una pezza troviamo la tassa che dobbiamo periodicamente versare alle casse dello Stato: anche qui si tratta di un’idea intelligente, in linea con l’ambientazione, ma, di nuovo, l’implementazione avrebbe potuto essere più incisiva. C’è anche il perma-death, visto che se non si riesce a pagare questo nefasto tributo per cinque volte, l’intera campagna fallisce, ma la semplicità con cui si accumulano i materiali rende il game over una eventualità remota. D’altronde, è anche vero che tutti questi dettagli, dall’implementazione dell’Autorità alla “tassa di stato”, fino ai parametri che possono mandare in malora tutti i nostri sforzi con la fine della partita, fanno parte di un carattere molto diretto e intuitivo che Empire in Ruins propone a ogni piè sospinto, e possono risultare più o meno negativi a seconda di cosa vi aspettate dalla componente 4X, qui decisamente alla vaniglia.

SANGUE E STERCO

Ribadendo il concetto, la componente gestionale si mantiene a distanze siderali dallo spessore di un Civilization, ma non lo ritengo un limite grave: nel momento in cui si abbraccia l’immediatezza di questo titolo, i turni cominciano a passare rapidi uno dietro l’altro, e in men che non si dica ci si rende conto che si è fatta notte fonda. In questo modo però vi brucerete la campagna in poche sere, visto che la storia si consuma in cinque capitoli, ciascuno dei quali occupa un’ora o due, a seconda che vi focalizziate sul completamento degli obiettivi o meno.

empires in ruins recensione

Gli attacchi al nostro insediamento arrivano da più parti, e vanno tutte coperte con attenzione.

LE BATTAGLIE CHE AFFRONTEREMO SARANNO TUTTE IN STILE TOWER DEFENSE, MA NON INNOVANO PARTICOLARMENTE IL GENERE

Parliamo adesso alle battaglie vere e proprie. Anche se siamo noi a portare l’attacco, ci troviamo di fronte sempre e comunque a classici livelli tower defence in cui difendere la propria base (Anomaly degli 11 bit studios aveva ribaltato proprio in chiave offensiva questa prospettiva) da ondate via via più pericolose di nemici. Gli amanti del genere scopriranno che Empires in Ruins non si inventa molto per quanto riguarda le torri difensive e i soldati che affrontiamo, ma aggiunge una componente strategica con la possibilità di erigere edifici per velocizzare l’accumulo di risorse necessarie per costruire nuove difese. I materiali rimangono comunque piuttosto scarsi, e la necessità di riparare i danni subiti porta a un numero abbastanza limitato di torri per ogni livello, ognuna delle quali va continuamente monitorata per evitarne la distruzione e per decidere il momento più opportuno in cui effettuare gli upgrade. Avvincente.

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Le nostre torri sono spesso oggetto di attacchi da parte dei nemici, e per rimetterle in piedi servono parecchie risorse.

Anche il level design si fa apprezzare, specie per la molteplicità di percorsi che arrivano al quartier generale e agli spazi tutto sommato piuttosto ridotti, da gestire oculatamente per massimizzare l’efficienza difensiva. Non altrettanto positivo invece il giudizio sull’aspetto meramente grafico, che non ha fatto quei passi in avanti in cui speravo dopo la prova di un anno fa: lo stile vorrebbe riportare alla memoria vecchie glorie anni ’90 come Age of Empires, ma anche in ambito indipendente non è difficile trovare risultati più convincenti. La qualità dei modelli pre-renderizzati avrebbe potuto essere più curata e l’impatto visivo globale pecca di nitidezza, rimanendo tuttavia funzionale all’azione o anche al tono ironico della messa in scena. Insomma, tra note dolenti e spunti interessanti, spero che questa recensione altalenante vi abbia chiarito un po’ le idee; in caso negativo, magari vi aiuterà il commento finale.

In Breve: Empires in Ruins presenta spunti molto interessanti, specie nella sua componente gestionale, ma i problemi di bilanciamento ne abbassano un po’ l’appetibilità. La parte tower defence è solida, quella vagamente 4X molto meno, ma a conti fatti non posso dire di essermi annoiato e mi pare doveroso riconoscere alla software house il merito e il coraggio di aver provato a incastrare, a volte a forza, due generi tanto diversi, condendoli con dei personaggi che mi ricorderò per un pezzo. Preso per quello che è, Empires in Ruins può anche dare soddisfazioni, basta che non vi aspettiate un titolo curato e rifinito sotto ogni aspetto.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2 Ghz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: Stiamo scherzando? Avete letto la configurazione di prova? Avete visto le immagini qua intorno? Empires in Ruins potrebbe girare sullo schermo del frigorifero, senza farlo nemmeno sudare. Che per un frigorifero sarebbe un problema, poi prende freddo e si ammala.

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Pro

  • Solido comparto tower defence / Personaggi a modo loro istrionici / Intuitivo e spesso divertente

Contro

  • Comparto grafico deboluccio / Problemi di bilanciamento nella parte gestionale / Poche scelte e prive di impatto sulla storia.
7.5

Buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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