GTFO – Recensione

PC

GTFO è la prova inconfutabile che gli amici sono importanti e che non ne servono tanti. Ne bastano tre, possibilmente bravi a sparare ma anche ad agire furtivamente, resistenti allo stress e collaborativi. Ecco, un team così si può affrontare una Perlustrazione e perfino pensare di uscirne vivi.

Sviluppatore / Publisher: 10 Chambers / 10 Chambers Prezzo: 39.99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Co-op online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam) Data di Lancio: Già disponibile

Perché credetemi, nel Complesso la situazione può precipitare drammaticamente in qualsiasi momento. Aggirarsi tra orde di abomini semi dormienti può mettere a dura prova chiunque, perciò ricordate: il gioco di squadra è l’unica speranza.

GTFO: WORK TOGETHER OR DIE TOGETHER

Avvistato il 9 dicembre 2019 in Accesso Anticipato su Steam ma pubblicato ufficialmente due anni dopo, GTFO è un FPS horror cooperativo in cui il concetto di teamwork è talmente importante da essere imprescindibile, roba che chi è in grado di uscire indenne dai livelli più duri del Complesso potrebbe benissimo inserire l’esperienza nel CV a ‘mo di competenza. A consegnarcelo è 10 Chambers, uno studio di sviluppo indipendente fondato in Svezia nel 2015 da Ulf Andersson, director di GTFO e game designer del franchise PAYDAY. L’ambizione non manca di certo da quelle parti, infatti, come si legge sul sito ufficiale, la software house mira a diventare la migliore del mondo nel campo degli FPS co-op.

GTFO Recensione

Gore, splatter, budella e chi più ne, più ne metta.

Il primo passo in questa direzione è GTFO, un gioco terrificante e avvincente, ma anche difficile da morire. A livello narrativo non ci si deve aspettare granché giacché la brumosa trama se ne resta perlopiù timidamente in disparte, eppure l’incipit è efficace: ogniqualvolta il Guardiano, una misteriosa entità, emana un nuovo Ordine Lavorativo, una squadra di prigionieri – di cui facciamo parte – viene spedita in Perlustrazione. Ciascuna Perlustrazione è composta da dieci spedizioni che si spingono sempre più in profondità in una struttura di ricerca nota come il Complesso. All’interno delle sue claustrofobiche budella ci aspettano manufatti e informazioni da recuperare, oltre alle orripilanti creature che le infestano. Un inciso: periodicamente il Guardiano emanerà un nuovo Ordine Lavorativo e, di conseguenza, la Perlustrazione disponibile verrà sostituita con una nuova.

FRA UN OBIETTIVO DA COMPLETARE E UN ALLARME DA DISATTIVARE, CI SI RITROVA A PERCORRERE UNA MACABRA VIA CRUCIS ATTRAVERSO L’IGNOTO

Del gameplay invece tutto si può dire tranne che sia timido. L’equilibrata commistione tra meccanismi FPS, horror, action e survival è sicura del fatto suo, senza contare che – emotivamente parlando – ispezionare ogni anfratto è come muoversi in un incubo a occhi aperti. Ora impegnati a completare l’obiettivo della spedizione, ora intenti a disattivare un allarme prima che sia troppo tardi, ci si ritrova a percorrere una macabra via crucis attraverso l’ignoto in cui ogni attimo di terrore è seguito da un violento uppercut di adrenalina. La vera star di GTFO però è la componente co-op, la quale viene percepita non come un’imposizione bensì come l’unica strada percorribile per la sopravvivenza del party. Tra un terminale in cui digitare una stringa di comando in stile DOS al fine di recuperare indicazioni di varia utilità e l’ansiogena sensazione di camminare su delle uova del primo Alien (ho trovato vari punti in comune con il capolavoro di Ridley Scott del ‘79), ogni partita è un’organica alternanza di tesa esplorazione e scontri al cardiopalma.

GTFO Recensione

Difendere alcune zone può essere impegnativo, ricordatevi di fortificare i punti giusti.

Tuttavia, sebbene si spari spesso e pure abbastanza volentieri (alle armi da fuoco gioverebbe una maggiore diversificazione in fatto di feedback), GTFO non va mai approcciato come uno shooter puro. Addentrarsi nel Complesso richiede grandi dosi di sangue freddo e pazienza, i casinisti durano poco perché rumori, vibrazioni e luci sono il modo migliore per attirare a sé indicibili mostruosità. Per ripulire un’area è fondamentale sincronizzarsi con i compagni e massacrare furtivamente i nemici – quelli che lo consentono – utilizzando gli attacchi melee prima di sparare, evitando di farsi prendere dal panico quando la situazione volge al peggio.

GET THE F*CK OUT

I prigionieri possono equipaggiare tre armi (corpo a corpo, primaria e speciale), un attrezzo di supporto (torrette automatiche, bio tracker et similia) e fino a tre potenziamenti. Come dimostra l’esiguo quantitativo di munizioni e cure recuperabili in giro, 10 Chambers ha calcato la mano sull’aspetto hardcore. Ogni sbaglio viene punito brutalmente, un’orda può sopraffare rapidamente una squadra (c’è qualche dubbio sul bilanciamento di alcune abilità nemiche) e le possibilità di successo crollano inesorabilmente quando qualcuno non ha idea di cosa fare.

gtfo gode nel torturare i lupi solitari, gli impreparati e chi non si piega alle sue dure leggi

Anche se le meccaniche non sono impossibili da intuire, data la puntualità delle punizioni in caso di errore forse un tutorial ci poteva stare per fornire a tutti una base di partenza simile. Questo perché GTFO gode nel torturare i lupi solitari, gli impreparati al peggio o i team che non si piegano alla dura legge del Complesso, ma anche perché in alcuni casi una spedizione può durare un paio di ore (se va bene, se va male è un disastro). Ecco perché per godersi appieno il gioco servono tre amici o almeno dei compagni consapevoli di ciò che li attende, pronti cioè a dedicare tempo, energie e nervi al gioco.

Il bio tracker può rivelarsi estremamente utile per evitare spiacevoli “appuntamenti al buio”.

Rispetto alla fase pre pubblicazione, fortunatamente, i devs hanno implementato un checkpoint (si riparte con gli stessi punti vita che si avevano) e i bot. Questi compagni artificiali sono utili per fare delle prove (non contate però di concludere una Perlustrazione sfruttandoli, il livello di cooperazione/comunicazione richiesto è elevato) e/o riempire i buchi lasciati da chi abbandona il party (capita spesso, se ci si affida al matchmaking), ma gli aiuti su cui potrete contare finiscono qui. Naturalmente nulla vieta di provare ad affidarsi a qualche santo, però non aspettatevi grandi risultati: laggiù, circondati soltanto da oscurità e morte, siete troppo vicini all’inferno perché qualcuno possa udire le vostre disperate preghiere.

In Breve: Nessuno si stupirebbe se si scoprisse che GTFO è stato sviluppato dal Diavolo in persona. Io ci crederei, d’altronde nel Complesso si deve sputare sangue per sopravvivere e non è detto che sia sufficiente. Oltremodo punitivo, frustrante, inflessibile e brutale, questo è un FPS cooperativo duro che non fa sconti a nessuno, nemmeno a se stesso. Non lo si può consigliare a tutti ed è un peccato perché merita, fosse anche solo per le possenti emozioni che sa scatenare. Alcuni aspetti possono essere rifiniti/bilanciati meglio, ma se vi garbano gli shooter co-op tosti e avete tre amici folli quanto voi allora lo amerete.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 16 GB di Ram e SSD
Com’è, Come gira: 60fps stabili con le impostazioni al massimo sul PC di prova, ma l’impressione è che GTFO non richieda grandi configurazioni per lasciarsi apprezzare. Comparto tecnico gagliardo pur senza sbalordire, evidenti i miglioramenti grafici rispetto all’Accesso Anticipato, ottimo l’utilizzo di luci/ombre e sonorità gutturali assortite per ricreare ambienti tanto avvolgenti quanto spaventosi.

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Pro

  • Un’esperienza terrificante che lascia il segno, anzi la cicatrice / Con il party giusto è clamoroso / Buon equilibrio delle varie anime del gameplay.

Contro

  • Bilanciamento di alcuni nemici rivedibile / Gunplay migliorabile / Senza amici è arduo goderselo al 100%.
8

Più che buono

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