Questa è guerra “vera”, la concentrazione deve essere costantemente settata su alto e il profilo su basso anche quando si è in trincea
Questa responsabilità spetta in primis al Comandante, il quale può anche fornire un sostegno concreto ai suoi uomini ordinando bombardamenti aerei, lancio di rifornimenti o altri aiuti sfruttando le risorse comuni. In contatto vocale diretto con lui ci sono gli Ufficiali, personaggi importanti perché sono il collegamento fra il Comandante e le Unità sotto il loro comando. Le Unità sono le squadre formate dalle Truppe (massimo sei membri). Il gioco si basa sui plotoni di fanteria suddivisi in quattordici ruoli diversi per equipaggiamento e mansioni. Il numero di classi schierabili in ogni Unità è limitato e ciò ne aumenta l’importanza perché ciascuna è caratterizzata da capacità uniche (il Geniere può costruire Nodi che aiutano la generazione di risorse, ad esempio), senza contare che il gameplay cambia in base al ruolo svolto. Per comunicare rapidamente, oltre a una chat testuale, c’è un triplice sistema VoiP (una chat vocale per i pezzi grossi, una per ogni Unità e una di prossimità) che consente di coordinarsi vocalmente. In inglese, of course.
Hell Let Loose è questo e molto altro. È un duplice sistema di progressione con cui personalizzare i propri soldati, è l’adrenalina e l’angoscia della guerra a un prezzo contenuto, è rivivere scene come quella del cecchino in Salvate il Soldato Ryan, è atmosfera che si può quasi toccare, è la soddisfazione di dare il massimo come singolo e la gioia di vincere tutti insieme come un sol uomo. È però anche un FPS da perfezionare a livello tecnico, una Mappa Tattica dove un po’ di chiarezza in più non guasterebbe, una curva d’apprendimento ripidissima per la mancanza di un tutorial e il rischio di sentirsi impotenti fino alla frustrazione se il team non collabora.
AL DI LÀ DI QUALCHE DIFETTO MINORE, HELL LET LOOSE È UN GIOCO INCREDIBILMENTE IMMERSIVO E DALL’OTTIMO POTENZIALE
In Breve: Strano cliente Hell Let Loose: sulle prime sembra respingerti, ma se non desisti finisce per rapirti. FPS con forte componente strategica dove le sorti delle partite oltre a quelle del divertimento dipendono dai compagni (ecco perché un tutorial sarebbe oro), ti getta nel ragionato caos di una WWII realistica al punto giusto con un piglio da shooter strategico che piace. Non è perfetto e può migliorare non solo tecnicamente, ma ciò che più conta è che sa coinvolgerti fino a convincerti che la guerra è bella. Se Black Matter levigherà bene il suo diamante grezzo potremmo ritrovarci tra le mani sporche di sangue un war-sim di tutto rispetto.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i5-7400@3.0GHz, GeForce GTX 1050 Ti, 16BG RAM e SDD
Com’è, Come Gira: L’ottimizzazione e i saltuari drop del framerate vanno sistemati. Nel complesso funziona graficamente, l’impatto visivo è buono, ma si notano alcuni pasticci con le texture. Le percezioni vanno in solluchero grazie a un comparto audio da manuale e una scenografia da Oscar.
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