Non faccio in tempo a tessere le lodi del genere soulslike, che pare aver conquistato i nostri schermi da qualche anno a questa parte, ed ecco spuntarne uno decisamente particolare: Immortal Planet, opera seconda di teedoubleuGAMES, già autori del curioso RONIN (action-platformer a turni), getta il giocatore nelle profondità di un pianeta isometrico abitato da immortali la cui mente è ormai consumata dall’eternità. Fra i tanti costretti a rivivere lo stesso ciclo di morte e rinascita all’infinito (chissà se a Miyazaki fischiano le orecchie), solo il protagonista, Awakewalker, è in grado di fermare l’eterno ciclo, o quantomeno fuggire da tale prigione di follia e disperazione.
IMMORTAL SOULS
Dark Souls ci ha abituato a capire poco o nulla dalla trama, o almeno così è a una lettura superficiale: i dialoghi criptici degli NPC – insieme alle descrizioni di armi, oggetti e abilità – in realtà nascondono preziosissime informazioni che riguardano sia il background dell’universo narrativo, che indicazioni su luoghi nascosti e preziosi tesori. Ebbene, Immortal Planet mutua dalle opere di Miyazaki non solo le meccaniche di gioco (che prevedono duri combattimenti in cui ogni errore commesso viene difficilmente perdonato) e i punti esperienza (che, in caso di morte, permangono nella località del fattaccio in attesa di essere recuperati o – eventualità non così rara – perduti in seguito a ulteriore decesso), ma anche lo stesso concetto di “trama criptica” che va approfondita leggendo con attenzione le massicce descrizioni, statistiche del personaggio comprese.
la “trama criptica” va approfondita leggendo con attenzione le massicce descrizioni, statistiche del personaggio comprese
Come è corretto immaginarsi, il combattimento la fa da padrone, e trovare un buon equilibrio tra offesa e difesa, alternando parate e schivate a seconda dell’occasione, è il fulcro di tutta l’opera. La gestione della “stamina”, energia necessaria per compiere ogni movimento, richiede una corposa dose di sale in zucca e spinge lo sconosciuto avventuriero a ponderare ogni propria mossa: rimanere senza fiato in mezzo a nemici agguerriti equivale a disfatta certa, e non vi nego che ho impiegato un bel po’ di tempo prima di poter affrontare, senza troppi grattacapi, le varie aree del gioco.
SCHIAFFI RITMATI
Nonostante la grafica isometrica abbastanza minimale, Immortal Planet regala un mondo di gioco particolarmente interessante e ricco di segreti: il protagonista può scegliere di affrontare le varie aree necessarie per raggiungere i titoli di coda a piacimento, anche se diversi NPC consigliano (o almeno ci provano) la via più corretta da seguire. Io, ovviamente, non l’ho fatto a causa della mia incauta curiosità, e ho immediatamente affrontato una delle zone più ostiche di tutta l’avventura, armato di una sola ascia, un paio di gingilli, poche unità di “sangue immortale” (il mezzo per curarsi) e senza aver capito che, parlando più e più volte con un determinato personaggio congelato, si sarebbe aperto un negozio in cui comprare equipaggiamento.
il protagonista può scegliere di affrontare le varie aree necessarie per raggiungere i titoli di coda a piacimento
CICLI INFINITI
Devo ammettere – per quanto sia affascinante l’ambientazione, ricca di riferimenti tanto agli “immortali” protagonisti dell’opera, quanto al pianeta ghiacciato da cui sembra impossibile fuggire – di aver compreso poco o nulla della storia principale, mentre il vero finale pare nascosto dietro alla seconda run, che a differenza dei soliti “New Game Plus” obbliga il giocatore a ricominciare dall’inizio senza mantenere i livelli e gli oggetti guadagnati, anche se in compenso abbiamo modo di scegliere come arma una di quelle trovate in precedenza. Il fatto che l’opera teedoubleuGAMES sia una delle pochissime che mi spinge a rivivere nuovamente l’esperienza è già un piccolo miracolo.
la seconda “run” obbliga il giocatore a ricominciare dall’inizio senza mantenere i livelli e gli oggetti guadagnati
Anche se ho sentito la mancanza di qualche arma in più, non posso che applaudire innanzi alla vasta gamma di incantesimi e oggetti da utilizzare durante il combattimento. Peccato che sia possibile utilizzarne solamente un paio alla volta, lasciando – di fatto – poco spazio a personaggi prettamente inclini all’impiego di “magie”. Se siete “drogati” di soulslike portatevi a casa Immortal Planet senza indugio: è divertente, cattivo, intrigante e con un sistema di combattimento semplice ma solido. Ah, la ciliegina sulla torta è che costa solo quindici euro. Approfittatene!
Immortal Planet è un gran bel vedere, e fila liscio su PC anche un po’ datati grazie al suo stile grafico minimale ma accattivante. L’opera teedoubleuGAMES pesca tantissimo dalle opere di Miyazaki, sia come stile di gioco che come tipo di narrativa, e come accade anche per Dark Souls è praticamente ingiocabile con mouse e tastiera. In circa otto ore è possibile terminare l’avventura, ma tra segreti da scoprire e la necessità di riaffrontare nuovamente l’esperienza in modalità Nightmare ci vorrà quasi il doppio del tempo per considerarsi pienamente soddisfatti. Picchiare guerrieri immortali necessita di riflessi, prontezza d’animo e tanta, tantissima pazienza. Promosso, a patto di amare il genere.