Per farla semplice, Inked è un puzzle platform che sfrutta il collocamento arbitrario di figure geometriche solide per risolvere enigmi ambientali. Al suo arco, però, ha due frecce che in parte mitigano un sistema di controllo farraginoso che gli è costato più di una recensione negativa. In versione vanilla, senza sconti o promozioni da Humble Bundle, il titolo di Somnius Games viaggia sui 17 euro: non bruscolini insomma, quindi è opportuno capire per bene se il prezzo del biglietto vale lo spettacolo.
Puzzle platforming e storytelling, questo è Inked
LOGICA DELLA QUARTA PARETE
Interruttori, leve, dinamica dei fluidi, incastri, geometria spicciola, sequenze consequenziali: non è necessario avere una laurea in fisica o matematica, ma questi e altri sono gli elementi con cui il nostro mouse dovrà interagire. A volte servono anche i riflessi, ad esempio per far apparire una rampa nel momento giusto per poi cancellarla e riposizionarla pochi istanti dopo in un altro punto del quadro, piuttosto che calcolare i tempi per azionare un ingranaggio in modo che la sfera che stiamo facendo scivolare si trovi al posto giusto nel momento giusto. Ciascun “livello” è autoconclusivo, nel senso che si tratta di un gameplay lineare senza backtracking e, se non ci fosse la storia narrata a fare da collante, gli stage potrebbero essere tranquillamente risolti in ordine casuale. Fortunatamente il racconto c’è e, come scrivevo all’inizio, funziona bene pur senza alcuna pretesa di stravolgere il medium. Alla dinamica dei solidi da collocare si affiancano micro meccaniche da platform: si attiva un ponte che ha un timing per il rientro piuttosto stretto, quindi bisogna correre sulla rampa, saltare sulla passarella che abbiamo posizionato a mo’ di giunzione e saltare dall’altra parte, oppure correre da un riparo all’altro quando una pioggia di scuolabus (?) viene scagliata contro di noi dalla forza di gravità artificiale. In questo panorama, allora, per parlare di capolavoro in stile Braid, la poetica della art direction deve incontrare un sistema di controllo impeccabile, anche perché su YouTube girano delle speedrun da record di 2 ore e rotti quando per portarlo a termine in condizioni normali ne servono almeno il triplo.
Inked ha un gameplay lineare senza backtracking
Inked è un puzzle platform con una direzione artistica unica, sorretto da una narrazione accattivante, una quarta parete infranta “dall’esterno” che irrompe sulla scena donando originalità e la discontinuità necessaria a mantenere alto il livello di attenzione del giocatore. Soffre di un sistema di controllo impreciso, giustificabile solo dalla natura indie dell’IP, che a volte rischia di portare l’utente al “table flip” quando lo si sarebbe potuto evitare. Costa 17 euro in versione scaricabile su Steam, quindi il mio consiglio è di guardarsi i primi 20 minuti di walkthrough: non si perde niente in termini di spoiler ma si capisce istantaneamente se il lavoro di Somnium Games merita l’acquisto o meno. Il mio giudizio personale lo potete leggere in calce all’articolo, quindi vi rimando a quello, insistendo sul fatto che un voto numerico, senza contesto, non vale poi molto.