Syberia: The World Before è il capolavoro postumo di Benoit Sokal: le avventure di Kate Walker sono destinate a finire qui?
Sviluppatore / Publisher: Microids Studio Paris / Microids Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Testi PEGI: 16+ Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store, GOG) Data di Lancio: 18 marzo 2022
Vagen, 1937, capitale del fantasioso stato dell’Osterthal. Dana Roze, la più brillante studentessa dell’Accademia Musicale, si appresta a dare saggio delle proprie capacità suonando l’inno della città nella famosissima Piazza della Musica, celebre in tutto il continente (e forse anche di più) per la peculiare orchestra meccanica che, una volta all’anno, dà spettacolo grazie agli automi musicisti realizzati da Hans Voralberg, geniale inventore francese che, pochi anni prima, aveva contribuito alla ricostruzione e all’ammodernamento del luogo, dopo che un tragico incendio lo aveva quasi completamente distrutto. La giovane Dana è bella, talentuosa e di buon cuore, ma per lei non è il tempo della spensieratezza: è ebrea, altrimenti detta “vageriana” e, proprio in quegli anni, attecchisce con sempre maggiore vigore l’odio antisemita dell’Ombra Bruna, partito nazionalsocialista fermamente convinto della superiorità della “razza pura” che, con le sue mire di conquista, finirà col scatenare la Seconda Guerra Mondiale.
Taiga, 2004, una fredda regione della Russia occidentale. Kate Walker, detta “l’Amerikana”, divide con la sua (intima) amica Katyusha la fredda e umida cella in cui è stata imprigionata, dopo essere stata rapita. Le due ragazze sono lì per motivi molto diversi, ma condividono lo stesso destino: prendere a picconate tutto il giorno la nuda roccia di una miniera di sale allo scopo, ufficialmente, di estrarre materie prime utili ma, in realtà, il loro umilissimo e involontario servigio è finalizzato a riportare alla luce pietre preziose, tesori nascosti e qualsiasi oggetto utile alla causa neo-fascista dei delinquenti che gestiscono la baracca. Con un po’ di fortuna, in una sequenza di eventi a dir poco drammatici, le due ragazze scoprono una via di fuga e Kate scappa in Europa a bordo di una vecchia motocicletta, portando con sé un ritratto di Dana ritrovato nella miniera. Cercare di scoprire chi fosse la giovane, a lei del tutto sconosciuta ma così rassomigliante, e se ci fosse qualche curioso legame tra loro, è il motivo che spinge Kate a un nuovo viaggio alla scoperta di luoghi fantastici e, quasi inutile aggiungerlo, di sé stessa.
RINASCITA E MORTE
Syberia: The World Before è una nuova avventura grafica dal notevole impatto stilistico e narrativo. Come recita il titoletto qui sopra, è un’opera che racchiude in sé i semi di una rinascita e le lacrime di una dipartita, quella del suo creatore Benoît Sokal, scomparso l’anno scorso in seguito a un malore. Come gioco in sé, invece, siamo diametralmente all’opposto: questo nuovo capitolo giunge dopo che un improvvido tentativo di passare dalla classica impostazione 2.5D all’uso di un motore 3D aveva costituito, sfortunatamente, un punto basso per la serie.
Questa è un’opera che racchiude in sé i semi di una rinascita e le lacrime di una dipartita
Syberia e l’altrettanto acclamato seguito del 2004 ci portarono in viaggio verso destinazioni fantastiche, un po’ come fece Harry Potter nel mondo della magia, solo che al posto di formule magiche e incantesimi ci ha offerto gli incantevoli bozzetti di Hans, la narrazione della sua vita incredibile e il divertente confronto tra la logica di Oscar e l’emotività di Kate, un cliché vecchio come la fantascienza che funziona benissimo anche tra Kirk e Spock nella serie classica di Star Trek. Di Syberia ce n’eravamo quasi del tutto dimenticati, quando nel 2017 – dopo essere stato rimandato più volte – uscì un tormentato terzo episodio, sviluppato negli anni precedenti partendo da una sceneggiatura scritta da Sokal, ma senza avvalersi troppo della spettacolare arte pittorica dell’autore. Ne uscì fuori un’avventura in 3D che indubbiamente portò avanti il viaggio di Kate verso Est, ma che rinunciò quasi del tutto al suo fascino in cambio di un motore 3D che, probabilmente, chiedevano a gran voce soltanto i reparti marketing dei produttori di console. I fan della serie, invece, si sarebbero sicuramente accontentati del classico “more of the same”, visto che la formula dei primi due capitoli funzionava egregiamente.
IL COMPROMESSO CHE CI VOLEVA
Syberia: The World Before giunge a noi come il miglior compromesso possibile tra la fascinosa impostazione artistica dei primi due capitoli e le velleità tridimensionali del terzo, restituendoci location bellissime da ammirare, in tutti i loro dettagli, con un pizzico di libertà (non tanta) nella scelta della visuale. In effetti, più che di fronte a un motore 3D, sembra di ritrovarsi in un ambiente poco più che bidimensionale, dove a stabilire cosa vada inquadrato è sempre il gioco, con un panorama in grado di adattarsi con naturalezza allo spostamento della telecamera. Il pessimista magari ci vedrà un 3D dimezzato, ma il realista sarà ben contento di trovarsi comunque immerso in un mondo dotato di profondità. Bisogna ammettere che il cambio di inquadratura, che solitamente subentra quando Kate raggiunge un hotspot all’estremità dell’area in cui si trova, non sempre funziona in modo eccellente (in alcune location, come nella Piazza della Musica, a volte si fa fatica a orientarsi), ma il risultato generale è convincente. Come d’abitudine è possibile osservare gli oggetti raccolti e dedurre ulteriori indizi, mentre il gioco riesce nell’intento di raccontarci le vite parallele di Kate e Dana con una straordinaria ricchezza di particolari.
Approfondire le indagini di Kate sugli avvenimenti di sessant’anni prima e viverli, in prima persona, nelle sezioni del gioco ambientate negli anni Trenta, regala emozioni tutt’altro che scontate. Kate e Dana sono a loro modo due ragazze “diverse” in un mondo che può essere ostile, seppur coi dovuti ‘distinguo’, e il gioco tocca argomenti tutt’altro che banali. A volte è vittima di qualche questionabile forzatura (diciamolo apertamente: l’amore gay di Kate per Katyusha è un dolce e tragico apostrofo rosa nella fredda miniera della Taiga, ma come si concilia col matrimonio fallito alle spalle e il rancore per l’amica che le ha soffiato il marito?). È opinione di chi scrive che la continuity nelle opere di fantasia, soprattutto se gli episodi di una saga si susseguono a vent’anni di distanza, non sia un mantra inviolabile da seguire pedissequamente, tanto più che Kate Walker è un’eroina che non ci ha ancora detto tutto di se stessa. Ma questa inedita bisessualità a cosa dovrebbe mai aspirare? A creare un parallelo tra la ghettizzazione degli ebrei durante il nazismo e il pregiudizio verso la comunità LGBT+ in epoca moderna, o piuttosto a partecipare nel coro della rinnovata sensibilità sociale sull’argomento? È difficile dirlo, perché nel primo caso sarebbe stato molto più scomodo e coraggioso farlo già nel primo episodio, con la società di vent’anni fa, non nel quarto che esce oggi. Tardi, tuttavia, è sempre meglio che mai, e dare maggiore rappresentanza alle particolarità è sempre un nobile impegno.
UN FORMIDABILE CAMBIO DI PANORAMA
Lascia davvero di stucco la ricchezza di location e di situazioni in cui ci andiamo a trovare. Già a metà del gioco avrete visitato una capitale europea, una miniera, una foresta, un rifugio di montagna e diversi edifici al loro interno, in alcuni casi in due epoche totalmente diverse, prendendo le redini di almeno cinque personaggi e potendo ammirare i danni – e le migliorie – intervenute nel frattempo. Sokal non ha perso per niente la sua capacità di immergerci in un mondo parallelo amabilmente steampunk (dovreste vedere che razza di retro-computer potete usare nell’albergo in cui dimora Kate, dal secondo atto dell’avventura in poi!), condendo ogni dettaglio con annotazioni e brani da leggere e, anzi, Syberia ha ritrovato lo slancio e il vigore che aveva nei primi due capitoli.
Certo, il tradeoff richiesto dalla grafica tridimensionale si vede soprattutto nei modelli dei personaggi, che in diverse occasioni lasciano un po’ a desiderare – per definizione e per qualità delle animazioni – ma si tratta di dettagli facili da perdonare. Occasionalmente ci è capitato di imbatterci anche in bug grafici piuttosto vistosi, dovuti magari alla necessità (da parte mia) di cambiare più volte la risoluzione, ma è stato sufficiente riavviare il gioco per farli scomparire (avere uno schermo ultrawide significa anche poter tenere la finestra del gioco a fianco allo screenshot con il suggerimento per l’enigma da risolvere…) e, a proposito degli enigmi, forse è il caso di spendere due parole.
PIÙ ROMANZO CHE RAGIONAMENTO
Gli enigmi di Syberia: The World Before sono mediamente facili. A volte richiedono una buona dose di ‘trial and error’ per venirne a capo, ma nelle immediate vicinanze è sempre possibile trovare i suggerimenti adatti alla loro soluzione. Se avete già affrontato molte altre avventure grafiche in passato, questa non vi potrà impensierire più di tanto e, se da una parte la bassa difficoltà può rappresentare un deterrente per i patiti del genere, dall’altra consente la migliore fruibilità dell’opera per un pubblico più vasto.
GLI ENIGMI SONO RELATIVAMENTE FACILI PER GLI STANDARD DELLE AVVENTURE, MA QUESTO NON È NECESSARIAMENTE UN MALE
In Breve: Syberia: The World Before mi ha restituito quel senso di meraviglia che provai, vent’anni addietro, coi primi due episodi e, soltanto per questo, per me è un “sì” grosso come un condominio. Ci sono alcuni difetti piuttosto vistosi come l’altalenante qualità dei modelli 3D, in particolare dei personaggi e di alcuni meccanismi quando sono ripresi in primo piano, ma nulla che scalfisca l’imponente lavoro narrativo e lo straordinario impatto emotivo di questa avventura, che con tanta delicatezza porta in scena una storia drammatica. C’è anche molta arte, figurativa e musicale, con un pizzico di umorismo che non guasta mai. Qualcuno lo troverà troppo facile, troppo guidato, ma a me è certamente piaciuto.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 5600X, 16 GB di RAM, RTX 3060 Ti, SSD, 2560×1440
Com’è, Come Gira: Esecuzione assolutamente perfetta con la configurazione di prova, con una buona scalabilità e perfino l’utilizzo di scenografici effetti-luce.