JoJo's Bizarre Adventure: Eyes of Heaven - Recensione

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A due anni di distanza dalla pubblicazione di All Star Battle, CyberConnect2 e Bandai Namco riprovano a sfruttare la fama della celebratissima serie manga di Hirohiko Araki e a lanciare questo JoJo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven, vero e proprio carosello di personaggi che celebra il franchise percorrendo tutti gli archi narrativi attualmente conosciuti e disponibili in formato cartaceo. Certo, la fama della famiglia Joestar è stata sicuramente amplificata dalla popolarità dell’adattamento animato, arrivato recentemente in Italia grazie agli sforzi congiunti di Dynit e di VVVVID.it, ma tutto all’interno di queste produzioni videoludiche fa chiaramente riferimento alla versione cartacea delle avventure dei “JoJo” protagonisti, guerrieri il cui sangue è legato indissolubilmente a poteri sovrannaturali e a una buona dose di… avvenimenti bizzarri.

YARE YARE DAZE

Eyes of Heaven propone una modalità storia inedita, fiore all’occhiello della produzione, in cui 53 personaggi partoriti dall’estro metrosessuale di un mangaka giapponese se le danno di santa ragione seguendo – quando possibile – la logica degli eventi narrati nei rispettivi archi.

JoJo Eyes of Heaven: la demo del gioco è disponibile da oggi

Eyes of Heaven è vero e proprio carosello di personaggi che celebra il franchise percorrendo tutti gli archi narrativi

La colonna portante, nonché icona della serie stessa, è ancora una volta lui, Jotaro Kujo, sempre intento a salvare il mondo da una minaccia così grande da far tremare le fondamenta stesse della realtà. Non voglio anticiparvi nulla riguardo all’intreccio voluto dallo stesso Araki (o almeno così sembrerebbe, ma i dubbi rimangono), ma chi ha giocato Dragon Ball Xenoverse potrebbe già intuire di cosa si sta trattando: dopotutto l’idea di “interferenze” nella storia originale della famiglia Joestar non è poi così differente da quella scelta da Dimps e Bandai Namco per il tie-in videoludico dedicato all’immortale opera di Akira Toriyama. Fortunatamente, nel caso di JoJo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven i dialoghi e la sceneggiatura in generale si presentano decisamente meglio, riuscendo a strappare qualche sorriso specie in concomitanza di inedite interazioni fra personaggi imparentati o provenienti da epoche differenti (vedere Joseph Joestar dare del “ragazzino” alla sua versione giovanile è esilarante, così com’è emozionante vedere Giorno Giovanna e Dio Brando lanciarsi in un attacco combinato dopo un rapido gioco di sguardi complici).

La modalità storia rappresenta un buon 80% dell’offerta ludica del titolo, altrimenti votato alle classiche modalità di gioco online e poco altro. Sì, manca il multiplayer locale: in questa nuova produzione firmata CyberConnect2 sembra che gli sforzi siano stati tutti focalizzati nell’inserire più contenuti extra possibili, fra costumi da sbloccare (e ce ne sono davvero TANTI), colorazioni addizionali, citazioni, pose (OVVIAMENTE) e amenità varie da collezionare rispettando determinate condizioni durante gli scontri, o investendo i soldi con cui si viene ricompensati al termine di un combattimento nell’apposita modalità.

OH MY GOD!

Purtroppo chi dovesse venire dal discreto JoJo’s Bizarre Adventure: All Star Battle potrebbe rimanere piuttosto disorientato dalla netta virata voluta da CyberConnect2 per quanto concerne il comparto prettamente ludico. Definito in terra natia come un picchiaduro 3D “Stylish Tag JoJo Action”, Eyes of Heaven vede schierati in arene di grandezza variabile e completamente esplorabili gruppi di guerrieri fino ad un massimo di due componenti.

JoJo Eyes of Heaven: la demo del gioco è disponibile da oggi

CyberConnect2 ha impresso una netta virata per quanto concerne il comparto ludico

Le due squadre possono affrontarsi a suon di tecniche di combattimento uniche, combinando colpi deboli e forti (con risultati piuttosto legnosi, bisogna dirlo), ma anche interagendo con l’ambiente o semplicemente lanciandosi contro barili e cartelli stradali come se non ci fosse un domani. Purtroppo l’ossatura ludica, ispirata vagamente a quanto visto nella serie Power Stone di Capcom, non risulta quasi mai capace di restituire un minimo senso di complessità, limitandosi a proporre scontri tutti uguali con variazioni minime dettate dai moveset dei singoli guerrieri o dai loro livelli di combattimenti (ergo, quanta vita hanno a disposizione).

Se è vero che ogni eroe possiede un parco mosse distinto e fedele a quanto visto nel fumetto, è anche altrettanto provato che le mosse d’attacco, specie quelle che portano avanti uno stand in posizione offensiva come il classico “hora hora” di Jotaro, rappresentano quasi sempre la scelta migliore; rimangono comunque presenti abilità passive, la possibilità di contrattaccare e potenziamenti rintracciabili nelle diverse arene di combattimento, così come un semplice meccanismo di crescita dei personaggi a livelli che si appoggia a una versione “semplificata” della sferografia di Final Fantasy X, ma posso assicurare che tutto questo può essere tranquillamente ignorato in funzione di una sana ripetizione delle tecniche d’attacco più potenti e una dose oculata di button mashing.

Quasi a rispettare l’evidente volontà di infarcire il gioco di fan service giungono, infine, le Dual Combo e le Dual Heat Attack: le prime vedono un indicatore che, se riempito dal concatenarsi di colpi inferti dal personaggio controllato e dal partner, sblocca un’animazione di attacco addizionale, mentre le seconde non sono altro che le consuete “super mosse” attivabili in coppia. Schierando personaggi legati dalla storia o da relazioni particolari, ovviamente, si sbloccano animazioni uniche ed elaborate mentre in caso contrario si può contare sulla semplice somma delle sequenze che accompagnano i colpi più letali dei due guerrieri. Nulla di particolarmente innovativo, ma sicuramente apprezzabile, soprattutto alla luce di un sistema di combattimento piuttosto grezzo e poco soddisfacente, specie guardando alla lunga distanza.

JoJo Eyes of Heaven: un trailer per i personaggi di Vento Aureo

53 personaggi partoriti dall’estro metrosessuale di un mangaka giapponese se le danno di santa ragione

Per quanto riguarda, invece, il comparto tecnico, bisogna ricordare che la produzione nasce a cavallo fra l’attuale e la scorsa generazione di gaming made in PlayStation, non a caso, nel Sol Levante, Eyes of Heaven è stato pubblicato anche su PlayStation 3. Gran parte degli asset grafici sono stati ripresi da All Star Battle, mentre la particolare estetica di Hirohiko Araki è stata e portata in vita da un cel-shading ottimamente animato e graziato da una grande aderenza al materiale cartaceo, nonché da un occhio di riguardo per i dettagli che solo un fan potrebbe notare. Detto questo, la modalità storia è fin troppo spesso statica e vede i protagonisti parlarsi fra loro in baloon testuali come nei più classici J-RPG low budget, lasciandosi andare in alcune sporadiche sequenze animate con grafica di gioco.

Pur girando su PlayStation 4 è evidente che JoJo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven non fletta i muscoli della nuova nata in casa Sony e può benissimo essere scambiato per un titolo della scorsa generazione, non potendo nemmeno vantare gli effetti particellari visti nell’ultimo titolo della serie picchiaduro tratta dal manga Naruto. Il risultato visivo finale è comunque apprezzabilissimo, specie durante le sequenze che accompagnano le mosse più potenti, ma sicuramente da CyberConnect2, e dalla loro capacità di animare il cel-shading piegandolo alle velleità registiche degli anime giapponesi, ci si aspettava qualcosina di meglio.

Niente da dire, invece, sul doppiaggio e sull’accompagnamento musicale, il primo, soprattutto, è assolutamente in linea con quanto visto nel precedente All Star Battle e fedele, quando possibile, ai cast di doppiatori apprezzati nell’adattamento animato.

Con JoJo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven Bandai Namco e CyberConnect2 volevano evidentemente provare qualcosa di nuovo, ma quanto mostrato dai papà della serie .hack fatica a ritagliarsi un posto di tutto rispetto fra i tie-in videoludici tratti da anime degli ultimi anni, soprattutto se lo si confronta con la loro stessa serie ispirata a Naruto. Apprezzabile dagli appassionati, specie per il buon tasso di fan service, Jojo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven è destinato a diventare uno di quei picchiaduro che spuntano fuori quando arrivano gli amici per poi sparire nell’anonimato all’uscita di un sequel o di qualche altra produzione decisamente più completa e attraente. E, credetemi, non ci vuole molto a trovare di meglio con cui divertirsi.

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Pro

  • Tanti personaggi fra cui scegliere.
  • Buona quantità di fan service fra costumi, animazioni e interazioni inedite fra personaggi inconciliabili sulla carta.
  • Modalità storia tutto sommato piacevole.

Contro

  • La fiera del riciclo grafico!
  • Sistema di scontri talmente basilare da far rimpiangere le meccaniche all’acqua di rose di All Star Battle.
  • Oltre la modalità storia c’è davvero poco da fare.
  • Ancora presenti le incredibili censure ai nomi di personaggi che citano artisti e gruppi musicali.
6

Sufficiente

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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