Mars 2120 – Recensione

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Mars 2120 è un metrodivania che dice di ispirarsi a, nientemeno, Super Metroid, Symphony of the Night e Guacamelee. Certo, magari non ci arriva proprio vicinissimo…

Sviluppatore / Publisher: Qubyte Interactive / Qubyte Interactive Prezzo: 19,50€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data di Lancio: Già disponibile

Qubyte Interactive, lo studio di sviluppo di Mars 2120, è brasiliano. E secondo me è importante perché quando si parla di un gioco è anche importante tenere presente il background da cui arriva.

Chiaro, il Brasile – e il discorso vale anche per il resto del Sudamerica – non è una desolazione postapocalittica dove la gente ancora sviluppa sui Commodore 64 che è riuscita a recuperare da una discarica abusiva, ma allo stesso tempo non è certo l’America, la Germania e nemmeno l’Italia, dal punto di vista dell’industria dei videogiochi e di relativo supporto alla loro creazione. Quindi, insomma, viene difficile essere troppo severi con gli sviluppatori di Mars 2120, anche quando il gioco in questione non è un granché.

METROIDVANIA BRASILIANI

Conosco almeno un altro dev brasiliano che sviluppa metroidvania, e cioè rdein, il creatore della serie Momodora. Lui però va detto che secondo me è più furbo di Qubyte: per i suoi giochi adotta infatti uno stile in pixel art, molto più alla portata di chi ha risorse limitate senza per questo mancare di espressività e di impatto visivo (basti guardare Moonlit Farewell, ultimo gioco da lui sviluppato). Qubyte, invece, per Mars 2120 ha deciso di usare l’Unreal Engine 4 e di adottare uno stile più semirealistico, che sicuramente ha richiesto più impegno ma che allo stesso tempo non paga buoni dividendi. Se da un lato il gioco in esame propone cutscene ricche d’azione e con cambi di prospettiva, ambienti ricchi di dettagli di contorno, e corse a perdifiato mentre intorno a noi succedono cose dall’esito letale, dall’altro non si può certo rimanere impressionati dalla presentazione. Le animazioni sono poco fluide e talvolta slegate, l’uso dei colori tende troppo verso il grigio e il marrone, e gli effetti visivi rimandano a periodi in cui una pizza margherita costava ancora quattro euro. Ma d’altronde se l’occhio vuole la sua parte noi siamo qui per giocare, e quindi passiamo a parlare di come si difendono le meccaniche di gioco.

Mars 2120 Recensione

Buongiorno! Cercavo la strada per… ah, l’hai distrutta.

La progressione di Mars 2120 si struttura in una maniera tutto sommato semplice: appena arrivata su Marte, la protagonista Anna avrà a disposizione solamente il suo fucile a ripetizione e un discreto repertorio di pugni e calci, ma non ci vorrà troppo prima di iniziare a sbloccare il potere degli elementi. Inizialmente, questo modificherà il comportamento della nostra arma – fucile a cadenza rapida per l’elettrico, fucile a pompa per il ghiaccio, lanciafiamme per il fuoco – e ci permetterà di aprire le porte del colore giusto. Per ciascun elemento, poi, sbloccheremo quattro sottoabilità che serviranno sia per la navigazione sia come ausilio in combattimento; alcune di queste, a dire il vero, finiscono per essere parecchio più utili di altre, con la lancia di ghiaccio che trivializza praticamente qualunque scontro (però è un sacco divertente da usare, quindi va bene).

LA DIFFICOLTÀ È SU UN LIVELLO ABBASTANZA BASSO, COMPLICI ANCHE I LIMITATI MOVESET

Non che di per sé gli scontri siano praticamente complessi o articolati: la varietà dei nemici è poca, al massimo cambia l’elemento a cui sono allineati, ma per il resto il loro set di mosse è limitato, la possibilità di sparargli riduce al minimo i rischi e comunque le finestre per prenderli a schiaffi sono di norma piuttosto ampie. Certo, alcuni di loro sono particolarmente fastidiosi, come i nemici volanti, e il fatto che la finestra di invulnerabilità dopo un colpo subito sia virtualmente assente significa che non è impossibile (ma è un’eventualità molto rara) finire “palleggiati” a morte. Purtroppo non sfuggono a questo discorso nemmeno i boss, la cui eventuale difficoltà è data più dal capire cosa va fatto di preciso per sconfiggerli più che dal fatto di essere particolarmente ostici. Anche qui, moveset limitati a tre-quattro mosse in croce, facili da evitare una volta viste la prima volta, non fanno certo un favore al design degli scontri: nessuno di loro risulta essere memorabile, e anche se qualche buon guizzo c’è (la fenice robotica, per esempio), buona parte di loro sono proprio brutti.

DUE PASSI SUL PIANETA ROSSO

Il mondo di gioco è bello ampio, incentiva il tornare indietro a rivisitare i posti già esplorati una volta sbloccate nuove abilità. Le reward per l’esplorazione e la scoperta degli anfratti nascosti si riassumono però in potenziamenti per la protagonista (più vita, ricarica più rapida delle armi, bonus alle abilità elementali etc), senza dubbio utili ma allo stesso tempo non così fondamentali da dover sentire il bisogno di mettersi a cercarli, vista la già evidenziata bassa difficoltà del gioco. Niente finali segreti da sbloccare né chicche nascoste che possano suscitare vivido entusiasmo, purtroppo; e anzi, già che ci siamo parliamo pure della storia del gioco. La protagonista di Mars 2120, Anna “Thirteen” Charlotte, si schianta con la sua navicella su Marte, nei pressi di una stazione di ricerca da cui è arrivato un segnale di soccorso.

Mars 2120 Recensione

Far volare i nemici con la lancia di ghiaccio non cessa mai di essere divertente!

LA STORIA DI MARS 2120 È TANTO SCARNA QUANTO BANALE

Come da tradizione dei segnali di soccorso nella narrativa sci-fi, una volta entrati scopriremo ben presto che dentro la stazione sono morti tutti e l’unica cosa che resta è… devo essere sincero, non si è ben capito fare cosa se non premere bottoni e ammazzare i cosi grossi che cercano di bloccarci la strada. La storia di Mars 2120 è purtroppo tanto scarna quanto banale: c’erano questi che facevano esperimenti immorali nel nome della scienza, a una certa è andato tutto male, e la protagonista è più legata agli eventi della stazione di quanto possa sembrare dalle prime battute del gioco. Insomma, nulla che possa far perdere la testa neanche qui, che è un po’ lo standard del gioco di Qubyte: non è sicuramente la cosa più brutta a cui ho messo mano in tempi recenti, ma non è neanche un gioco che consiglieresti a un amico.

In Breve: Tenere conto del background da cui viene Qubyte è un conto; un altro è valutare il gioco nel contesto in cui arriva, e purtroppo Mars 2120, per quanto sicuramente sia stato un buon risultato per chi l’ha creato, non colpisce particolarmente se confrontato ad altre recenti produzioni a basso budget. È un gioco che si lascia giocare e che non è mai brutto da farti smettere, ma al tempo stesso grafica non accattivante, boss bruttarelli e storia quasi assente lo obbligano a restare ben lontano dalle vetta delle classifiche.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: RTX 3600, Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: La prima cosa che ho dovuto fare appena avviato è stato limitare i frame per evitare che la scheda video iniziasse a volare per conto suo. Per il resto, qualche problema di ottimizzazione non giustificato dalla resa grafica.

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Pro

  • Si lascia giocare / La lancia di ghiaccio è divertente / Qualche bel guizzo.

Contro

  • Boss bruttarelli / Stile grafico non accattivante / Non particolarmente lungo.
6.7

Sufficiente

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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