I RAGAZZI DI SOUTHPAW GAMES SI SONO DAVVERO SBIZZARRITI PER QUANTO RIGUARDA IL PARCO DI MOSSE E ABILITÀ A DISPOSIZIONE DI SKUL
“LEEROY JENKINS” SARAI TU
La casualità dei loot e la perdita di tutto l’equipaggiamento a ogni sconfitta porterà anche noi giocatori a evocare creature dell’aldilà quando cercheremo disperatamente – e spesso invano – l’item necessario a completare una build devastante, salvo schiattare miseramente per mano di un soldato che altrimenti avremmo ucciso con uno schioccar di dita. I nemici sono discretamente vari, forti di una importante superiorità numerica e ognuno con il suo proprio stile grafico e pattern di attacco che dovremo assolutamente imparare, pena l’ennesima fine ingloriosa.
Completano l’offerta impegnativi mostri di fine livello e simpaticissimi miniboss intermedi come la suora con preghiere a danno AOE e il berserker che carica a testa bassa al grido di “Leeroy Jenkins”. Assolutamente fuori di testa, in una coloratissima pixel art disegnata magistralmente e un sonoro orecchiabile ad accompagnare l’azione. Un titolo pefetto dunque? Purtroppo no.
DOVE HO GIÀ VISTO QUESTO LIVELLO?
Dopo poche decine di minuti di gioco ci si accorge che la componente roguelike è molto semplificata. I livelli non vengono generati casualmente ma sono composti da un pugno di mappe preconfezionate, con solo qualche leggero cambio di posizione dello spawn dei nemici.
PECCATO PER LA SCARSA VARIETÀ DEI LIVELLI, TROPPO SPESSO RICONOSCIBILI FIN DA SUBITO
COSÌ TANTE ABILITÀ, COSÌ POCHE DITA
Il gioco richiede una precisione e tempismo, i controlli rispondono in maniera impeccabile anche nelle situazioni più concitate, ma la grande quantità di tasti da utilizzare tra movimento nelle quattro direzioni, salto, attacco, schivata, coppia di abilità speciali, cambio di testa e quintessenza ci vedranno riconfigurare i controlli varie volte poiché non esistono attacchi di serie B da relegare a pressioni di tasti improbabili, forti del fatto che non ne avremo mai bisogno. Questo comunque non rappresenta un difetto, è solo necessaria un bel po’ di pratica per prendere confidenza, e non smentitemi altrimenti mi fate sentire scarso. Una ventina le ore di puro divertimento necessarie per riconquistare i cinque mondi. E non smentitemi nemmeno qui.
In Breve: Skul: The Hero Slayer è roguelike sulla carta, ma in pratica si presenta quasi come un picchiaduro data la quantità di nemici da conciare per le feste e la varietà di personaggi che possiamo controllare, ognuno con la propria personalità. Ogni run è un’esperienza completamente diversa dalla precedente data l’enorme quantità di build possibili. Veloce e divertente, con nemici carismatici quanto basta, coloratissimo e discretamente impegnativo. Assolutamente consigliato agli amanti del gioco d’azione con piccole componenti GdR, adatto anche agli hardcore gamer che proveranno a terminarlo con il minor numero di run possibile.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: I7, 8GB RAM, GeForce GTX 1050, SSD
Com’è, Come Gira: Fluidissimo anche con una miriade di nemici sullo schermo.
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