Total War: Rome II - Empire Divided - Recensione

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The Creative Assembly sembra avere in mente un futuro pieno di diverse possibilità per Total War. Nonostante il grande impegno profuso nella trilogia fantasy, gli amanti delle ambientazioni storiche sono in trepidazione, nel tentativo di capire come si svilupperà l’IP quando tornerà a lidi più canonici. Se già l’annuncio di Thrones of Britannia, capitolo della serie spin-off “Saga”, ci aveva fatto capire che la Storia stava per fare la sua ricomparsa, in pochi si sarebbero aspettati che questo ritorno si sviluppasse anche tra le pieghe del Mediterraneo di Rome II. È così che ci ritroviamo tra le mani una campagna tutta dedicata alla celeberrima crisi del Terzo Secolo, un complicato periodo che vede gli ultimi tentativi di Roma di tenere unito un impero che stava mutando socio-politicamente ed era sempre più vittima delle spinte localiste e dell’influenza dei generali. Un momento storico dove il potere militare la faceva da padrone e che culminò con la cosiddetta “anarchia militare”, il famoso periodo di cinquant’anni che vide decine di imperatori eletti dalle legioni avvicendarsi nel tentativo di unificare una Roma sempre più sgretolata, ma soprattutto la celeberrima tetrarchia di Diocleziano, che divise l’Impero consegnando alla pars occidentalis e a quella orientalis due destini decisamente diversi.

RITORNO A CASA

Riscaricare Rome II e rivederne il filmato introduttivo è stato una madeleine. Subito ho ricordato la gioia che, da studioso storico antichista quale sono, avevo provato quando finalmente ero riuscito a mettere le mani sul seguito di uno dei miei capitoli preferiti di Total War; quel Rome: Total War che alla metà degli anni duemilazero aveva ampiamente contribuito all’inesorabile crollo dei miei voti da liceale.Total War ROME II – Empire Divided immagine PC 03Non solo felicità e divertimento, perché immediatamente dopo il mio cervello ha elaborato tutta una serie di dubbi e possibili punti critici che Rome II non era mai riuscito a risolvere: la diplomazia, un certo sbilanciamento delle unità, le performance tecniche non sempre al top, tutti elementi che nel corso degli anni hanno contribuito a formare un giudizio non sempre lusinghiero.

Ciascuna fazione ha la propria serie personalizzata di accadimenti con cui confrontarsi

Mi sono quindi avvicinato a questa nuova compagna con un misto di timore e hype per il periodo rappresentato, nonché con una domanda che, anche dopo aver giocato, continua a frullarmi per la testa: perché scegliere Rome II e non Total War: ATTILA? Un capitolo, quest’ultimo, che ha ampiamente dimostrato di essere il miglior Total War degli ultimi anni. Certo fa sempre piacere vedere che vecchi giochi continuino a essere supportati e, di certo, non mi posso lamentare di avere avuto la possibilità di sfoderare nuovamente le mie legioni nel tentativo di difendere il limes dai barbari, tuttavia rimane un po’ di amaro in bocca, perché – al netto di alcune buone trovate – Empire Divided rimane un prodotto un po’ castrato. Più che per demeriti suoi, i responsabili si rivelano essere alcuni limiti strutturali di un Rome II controverso che forse sarebbe stato meglio lasciar riposare in pace, tanto più se pensiamo che il prodotto era già stato sfruttato abbondantemente tra DLC per giocare popolazioni in più e le grosse campagne aggiuntive. Cerco di eliminare ogni traccia di pregiudizio e finalmente mi immergo nella campagna, scegliendo, ovviamente, di provare a ripercorrere la strada di Aureliano, l’Imperatore che in quegli anni riuscii a portare un po’ di stabilità, conseguendo una serie di vittorie militari e di riforme socioeconomiche che furono in grado di arrestare, seppur brevemente, l’inevitabile decadenza imperiale.

ROMA EST OMNIS DIVISA IN PARTES TRES

Se il buon Cesare aveva già usato questa locuzione latina nella famosa descrizione della Gallia, la frase si rivela particolarmente adatta anche al periodo specifico della crisi del terzo secolo. All’inizio della campagna dovremo infatti scegliere la cultura che desideriamo giocare e che, come accade un po’ in tutti gli ultimi Total War, sarà divisa poi in varie fazioni che andranno a rappresentare quelli che erano i veri centri di potere politico dell’epoca. Le fazioni in questa campagna riguardano i principali attori della crisi del Terzo Secolo: da una parte abbiamo i tre Stati in cui si era diviso l’Impero (Impero Gallico, Regno di Palmira e Roma), dall’altra i temibili germani, vera e propria spina nel fianco a causa delle loro sortite, ma senza dimenticare anche i Sasanidi, veri e propri rifondatori dell’Impero Persiano, l’Armenia e i Caledoni della Britannia. Una scelta ridotta che però va a collimare con la volontà di questa espansione: non porci di fronte a una “grand campaign” totalmente sandbox, quanto proseguire in quel tentativo di unire alle meccaniche classiche della strategia una serie di istanze narrative che – tra Attila e i Total War: Warhammer – abbiamo visto farsi strada nel game design di Total War; soprattutto per quanto riguarda le condizioni di vittoria, ora più specifiche e legate alla narrazione storica, piuttosto che freddi obbiettivi impersonali.Total War ROME II – Empire Divided immagine PC 06Sempre ottimi si rivelano gli eventi: ciascuna fazione ha la propria serie personalizzata di accadimenti con cui confrontarsi e in cui prendere decisioni che avranno un chiaro impatto sul prosieguo del gioco, non limitandosi a essere solo un modo creativo per affibbiare bonus e malus. La caratterizzazione delle fazioni, quindi, non arriverà solo da edifici e unità che, basandosi su Rome vanilla, hanno una relativa varietà; saranno proprio questi dilemmi, e un buon albero delle tecnologie personalizzato, a darci quella sensazione di giocare sempre a qualcosa di nuovo ogni volta che inizieremo una campagna.

Rimangono alcuni problemi atavici di Rome II

Rimangono – come detto – alcuni problemi atavici di Rome II, gli angoli sono però smussati da alcune buone trovate che rielaborano un po’ tutto il percorso che da Attila a Warhammer ha portato a una silenziosa rivoluzione nel game design di Total War. Il difficile periodo del Terzo Secolo è infatti ben rappresentato nelle sue specificità: la natura prettamente ausiliaria delle legioni (ossia composte perlopiù da soldati arruolati nelle province e con un concetto di fedeltà a Roma quantomeno “allegro”), la difficoltà delle condizioni sanitarie e il brigantaggio la fanno da padrone in una Europa che, dopo un secolo di relativa tranquillità, si ritrovava a fare i conti con un nuovo stato di guerra permanente.

Molto interessanti anche le meccaniche che riguardano la religione: cristianesimo, manicheismo e mitraismo sono i tre culti di origine orientale che in questi anni si faranno sempre più strada. Ciascuna di queste religioni si lega a un particolare edificio: tali strutture non avranno un costo di costruzione, ma forniranno una serie di bonus al netto di altrettanti malus. Gli edifici, inoltre, fungeranno da luoghi di diffusione della religione e starà a noi capire se seguire la Storia, con la graduale preminenza del cristianesimo, o magari pensare ad una Roma mitraica con il prescelto del Sol Invictus Aureliano, o – perché no – ancora legata alla propria religione tradizionale facendo contento il vecchio Senato.

Total War: ROME II – Empire Divided è un’espansione riuscita a metà. Se da una parte una serie di meccaniche nuove, o mutuate da altri Total War, riesce a farci respirare davvero la difficile atmosfera del Terzo Secolo d.C., dall’altra il gameplay è ancora vittima dei problemi di Rome II. Gli stessi contenuti in più si limitano alla campagna, dal momento che le fazioni risulteranno fin troppo simili a quelle del gioco base. A tutto questo aggiungiamo anche la mancanza delle Orde, che probabilmente avrebbero potuto fare una buona figura in un contesto del genere, e in generale un comparto tecnico non al massimo: è assurdo che con il medesimo sistema io riesca far girare fluidamente al massimo Total War: Warhammer II e non un gioco di quattro anni fa. Tuttavia, la fedeltà storica è ottima, le meccaniche introdotte in più riescono a rendere bene l’atmosfera e possiamo finalmente mettere le mani su un’interfaccia grafica rinnovata che vede anche una parte politica, da sempre criticata in Rome II, ripensata. Empire Divided è un’occasione persa che si ammanta ancor più di nostalgia quando pensiamo che The Creative Assembly avrebbe potuto, come dicevamo nel cappello introduttivo, utilizzare Attila come base.

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Pro

  • Ottima fedeltà e ricostruzione storica.
  • I dilemmi e gli eventi risultano molto ben pensati.
  • Interfaccia grafica ripensata in un aggiornamento gratuito.

Contro

  • Permangono le criticità di Rome II.
  • Tecnicamente non sempre impeccabile.
  • Fazioni troppo simili a quelle del gioco base.
  • Perché non usare Total War: ATTILA come base?
6.7

Sufficiente

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