Se siete avvezzi ai titoli orientali conoscerete senz’altro il genere dei “bullet hell” o “danmaku shooter”: trattasi di quegli sparatutto caciaroni – che affollano tuttora le sale giochi del Sol Levante – dove lo schermo si riempie letteralmente di proiettili. Di questa branca fa parte Touhou Project, una saga composta principalmente da shoot’em up che in Giappone ha spopolato in maniera tale da dar vita a manga, gadget, e CD musicali. Il filone principale vede la sacerdotessa Reimu Hakurei combattere orde di yokai e altre entità demoniache, ma la peculiarità del titolo in questione – e probabilmente il motivo di tanto successo – è la presenza di soli personaggi femminili, tutti rigorosamente adolescenti (insomma, le classiche “loli”). Spiriti maligni e sacerdotesse sono qui dipinti a mo’ di ragazzine, e da questo presupposto nasce Touhou Genso Wanderer. Il gioco riprende il concept, ma lo traduce in un roguelike RPG di stampo orientale con tutti gli elementi classici del caso. Se il genere vi sollazza, e da sempre pensate che yokai e loli siano un connubio perfetto, allora procedete senza remore alla lettura.
IL VIAGGIO DI UNA SACERDOTESSA
In Touhou Genso Wanderer vestiamo i panni della sacerdotessa Reimu Hakurei, intenta ad investigare sulla comparsa di una misteriosa torre a Gensokyo piena zeppa di oggetti da raccogliere e cloni ostili creati da un’entità malvagia; una storia che, se nei primi momenti pare interessante, con il tempo comincia ad annoiare a causa di dialoghi incessanti ricchi di gag e altre discussioni inutili.
Se avete giocato a titoli come Pokémon Mystery Dungeon et similia, probabilmente già sapete cosa vi aspetta in Touhou Genso Wanderer: in ogni dungeon si parte dal primo livello, esplorando stanze generate casualmente, raccogliendo il loot, e sconfiggendo i nemici. Il tutto avviene con il classico sistema a turni, dunque ogni volta che ci sposteremo si muoveranno anche tutti gli altri elementi all’interno del dungeon.
In ogni dungeon si parte dal primo livello, esplorando stanze generate casualmente, raccogliendo il loot, e sconfiggendo i nemici
Fin qui nulla di nuovo, Genso Wanderer – però – implementa anche qualche novità, a partire dall’iDash: si tratta di una particolare meccanica che aiuta a velocizzare il movimento del nostro personaggio all’interno delle stanze vuote, a navigare attraverso i labirintici corridoi e ad eludere le trappole presenti sulla mappa. Durante l’esplorazione dei dungeon è inoltre possibile accumulare una speciale valuta chiamata Nito Point, spendibile nel crafting o nella fusione di armi e oggetti (una funzione adibita solitamente ai fabbri che permette di combinare insieme due potenziamenti).
Sottolineo, infine, le interessanti magie Danmaku, ispirate proprio alla natura shoot’em up da cui questo spin-off trae origine. Parliamo in buona sostanza di proiettili che possiamo letteralmente sparare contro i nostri nemici e che vengono suddivisi in quattro tipi: colpo singolo, triplo, in linea retta, e colpo circolare. La tecnica è estremamente utile giacché permette di eliminare più nemici contemporaneamente, o tenere a distanza quelli più pericolosi (come, ad esempio, le “loli” dotate di autodistruzione).
UNA SFIDA ARDUA
I roguelike non sono certo noti per la loro morbidezza nei confronti del giocatore: partire con le statistiche azzerate dopo l’ennesima sconfitta e ricominciare, ogni volta, la scalata dal primo piano del dungeon può risultare sconfortante per molti.
La morte non ci separerà dagli oggetti raccolti
CHIBI E LOLI CHE PASSIONE
Devo dire che Touhou Genso Wanderer è abbastanza carino da vedere. Certo non aspettatevi chissà quali effetti pirotecnici, tuttavia ho apprezzato molto l’estetica di alcuni dungeon. Sono rimasto piacevolmente sorpreso anche dalla rappresentazione chibi delle varie loli (testa grande e corpo piccolo) e dagli splendidi artwork utilizzati durante gli attacchi speciali e le sequenze in visual novel.
Esteticamente, dunque, il titolo mi è sembrato abbastanza godibile, forse più adatto nella sua versione portatile, ma avendo provato il gioco su PS4 non posso esprimermi al riguardo. Infine, desidero spendere due parole sull’ottima colonna sonora, con brani dallo stile orientale che spaziano da ritmi melodici ad altri decisamente più rock ed incalzanti.
Touhou Genso Wanderer è un titolo abbastanza solido e divertente, tuttavia manca di quel qualcosa in più in grado di differenziarlo dagli altri roguelike. Con titoli come Etrian Odyssey 2, Dungeon Travelers 2, e Pokémon Mystery Dungeon c’è senz’altro di meglio sul mercato, ma sono sicuro che i puristi del genere apprezzeranno comunque il gioco di Aqua Style.