The Cruel King and the Great Hero – Recensione

PS4 PS5 Switch

Se pensiamo a giovani guerriere e draghi viene subito in mente Daenerys, ma c’è un nuovo sceriffo in città, e si chiama Yuu. Riuscirà l’eroina di The Cruel King and the Great Hero a farci dimenticare la bella di casa Targaryen?

Sviluppatore / Publisher: Nippon Ichi Software / NIS America Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile Su: PS4, PS5, Nintendo Switch Data di Lancio: Già disponibile

C’era una volta un drago malvagio chiamato il Re Demone, che terrorizzava il mondo intero. Ma un giorno un intrepido eroe lo affrontò, sconfiggendolo. Fine? Abbiamo scritto la recensione più veloce della storia? No, in The Cruel King and the Great Hero, RPG realizzato da Nippon Ichi Software e distribuito da NIS America, questo è solo l’inizio.

Il prode guerriero infatti risparmiò la vita al drago, limitandosi a recidergli un corno, fonte del suo potere. Ma anche questa punizione gli sembrò eccessiva, e così decise di curarlo e assisterlo durante la convalescenza. Tra i due nacque una forte amicizia, fino al giorno in cui l’eroe, ferito a morte in circostanze misteriose, chiese come ultimo favore al drago di occuparsi di sua figlia Yuu. E così fu.

DA GRANDE FARÒ IL POMPIERE! ANZI L’EROE!

Ogni notte la piccola si addormenta tra le zampe del lucertolone, che in veste di novello bardo non manca di narrare le imprese del padre. Yuu così sogna di seguire le orme del valoroso genitore diventando un giorno lei stessa un’eroina, e prega il drago di lasciarla provare. E così, tra una missione nei paraggi del villaggio e una spingendosi un po’ più in là, apprendiamo che c’è una nuova calamità che minaccia il regno, ghiotta occasione per l’aspirante leggenda vivente di far vedere quanto vale. Come sempre accade nei videogiochi, nulla è come sembra e i colpi di scena sono dietro l’angolo, e senza svelare nulla vi anticipo che la storia prende una piega inaspettata, in grado di intenerire anche i più coriacei cuori di adamantio.

SONO UN’EROINA SEMPLICE, VADO IN GIRO, COMBATTO A TURNI…

Il gameplay di The Cruel King and the Great Hero è quello classico e collaudatissimo della maggior parte dei giochi di ruolo, specialmente quelli del Sol Levante. A una fase esplorativa a scorrimento orizzontale si alternano combattimenti con il consueto schema a turni che prevede le due fazioni ai lati opposti dello schermo. Non sono previsti punti azione, per cui attaccare, difendersi o semplicemente bere una pozione non ci consente di fare nient’altro fino a quando tutti i nemici non hanno effettuato la loro mossa. Peccato, perché un devastante attacco AoE non può essere equiparato a mangiare una merendina, non nel 2022. Inoltre la tattica difensiva non permette il contrattacco, quindi alla fine non l’ho usata quasi mai. L’unico parametro da tenere d’occhio, oltre ai punti vita, è il mana, utile per attivare le abilità speciali. Aggiungiamo che non c’è la possibilità di formare un vero e proprio party, in quanto possiamo essere affiancati solo da un personaggio per volta scelto da un totale di tre, e capirete che tutta la sezione degli scontri è stata notevolmente semplificata rispetto agli standard a cui siamo abituati.

THE CRUEL KING, THE GREAT HERO E POCO PIÙ

Il gioco poi dà molto poco spazio a tutto ciò che non riguardi Yuu. Non ci sono NPC degni di nota, ma solo anonimi vendor o dispensatori di semplici quest secondarie, per l’occasione chiamate Atti di Gentilezza. I nostri compagni di sventura sono un cucciolo di volpe, una specie di pipistrello con un occhio solo e una giovane principessa, e non c’è un vero motivo per usare uno piuttosto che l’altro, fatta eccezione per alcune situazioni in cui le skill passive dei nostri amici diventano fondamentali.

The Cruel King and the Great Hero Recensione

Un bel fendente multiplo è ciò che ci vuole.

Anche le ambientazioni, di solito fiore all’occhiello delle produzioni fantasy, sono decisamente poche: foreste, caverne, e un paio di biomi pittoreschi come il reame del miele e il mondo delle nuvole non reggono il passo qualitativamente e quantitativamente con i titoli odierni. Per finire, nemmeno item e equipaggiamento abbondano: in tutta l’avventura ho cambiato quattro o cinque armi principali, altrettante armature e un paio di amuleti. Quando livelliamo, le statistiche aumentano automaticamente, vanificando ogni velleità di sperimentare build.

CASUAL GRINDING

A questo punto è lecito pensare che The Cruel King and the Great Hero sia stato concepito per un pubblico casual, che non vuole scervellarsi con puzzle astrusi e quest complesse né gestire tonnellate di loot o ragionare sulla distribuzione di punti abilità, ma semplicemente esplorare un mondo incantato e uccidere un po’ di mostri senza troppe difficoltà.

I NUMEROSI COMBATTIMENTI FINISCONO PER SPEZZARE IL RITMO

Questa teoria però non trova riscontro nell’enorme quantità di combattimenti, perlopiù fine a sé stessi, che siamo costretti ad affrontare e che finiscono per spezzare un’azione già non frenetica, rendendo l’intera produzione un’ode al grinding con una storia di contorno, che riconosco essere interessante e narrata molto bene ma che paradossalmente gioca a sfavore del gameplay, perché quando sei sulle spine per capire cosa succede in un determinato posto ti ci vuoi recare subito, senza essere disturbato da orde di nemici oltretutto piuttosto facili da spedire al Creatore, dato il livello di difficoltà abbastanza basso. Esistono alcuni item che ci permettono di evitare i mostri per un determinato – e molto limitato – numero di passi, ma sono oggetti consumabili, per cui una volta finiti i soldi dovremo comunque sorbirci i frequentissimi incontri a sorpresa.

LIVELLO MATITA: GRANDMASTER

Dal punto di vista artistico, la mano di Sayaka Oda, già amata director di The Liar Princess and the Blind Prince raggiunge l’eccellenza con sprite e fondali realizzati con grande cura e la voce narrante, per quanto in giapponese, lingua a me completamente sconosciuta, è piacevole da ascoltare mentre i sottotitoli mi vengono in aiuto.

The Cruel King and the Great Hero Recensione

Con l’ombrello possiamo superare precipizi grazie a correnti ascensionali.

Da segnalare anche la qualità della title track, che mi ha ricordato in qualche modo il vecchio hit dei Mecano “Hijo de la Luna” che ebbe successo pure qui nella sua versione italiana. Mi sono ritrovato ad ascoltarla tutta per due o tre volte di seguito, cercando di canticchiarla inventando le parole. Ma i tempi di Shadow of the Beast sono passati, e non basta più una “graficona”, come l’avremmo definita all’epoca, per consigliare un gioco Urbi et Orbi, così abbiamo solo un discreto gioco di ruolo che faticherà a conquistare il cuore di chi non ama particolarmente il genere.

In Breve: The Cruel King and the Great Hero affianca a un’ottima trama e un comparto artistico eccezionale un gameplay notevolmente semplificato con l’intento di rendere il gioco casual e immediato, aggiungendo però tonnellate di combattimenti molto ripetitivi che spezzano continuamente l’azione, rovinando il filo della narrazione. Il risultato è un RPG che si vuole portare a termine solo per sapere come va a finire la storia, sopportando le continue interruzioni, e quasi tirando un sospiro di sollievo quando anche l’ultimo boss è caduto. Un bilanciamento più a favore dell’esplorazione lo avrebbe reso un capolavoro, ma non è andata così.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Davvero splendido visivamente. Dal punto di vista tecnico, la PS5 digerisce un RPG 2D a turni come un concorrente di Man Vs Food digerirebbe una pastina in brodo.

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Pro

  • Storia avvincente con colpi di scena non banali / Eccezionale comparto artistico.

Contro

  • Poca esplorazione, poche quest, poche statistiche... / ...e troppi, troppi combattimenti tutti uguali.
7.2

Buono

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