Blade Chimera – Recensione

PC Switch

Dandogli un’occhiata superficiale potreste scambiare Blade Chimera per uno dei 1000 metroidvania usciti negli ultimi anni. In effetti il gioco omaggia senza riserve e nel modo più puro possibile sia Metroid che Castlevania, ma lo fa mettendo in scena ambientazioni cyberpunk estremamente suggestive, una trama tutt’altro che banale e un gameplay piacevole, equilibrato e giustamente stratificato.

Sviluppatore / Publisher: Team Ladybug -WSS Playground / PLAYISM Prezzo: 19,99 Euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), Switch Data di Lancio: 16 gennaio

Ladybug è uno sviluppatore giapponese che i fan del genere metroidvania conoscono piuttosto bene. Tra i tanti team che hanno provato ad imitare Symphony of the Night e compagnia bella, loro sono tra quelli che hanno ottenuto i risultati migliori, specialmente di recente con l’ottimo Record of Lodoss War: Deedlit in Wonder Labyrinth, ma se ne avete voglia vi consigliamo di recuperare anche Touhou Luna Nights.

Tutti i loro giochi pongono grandissima enfasi sull’esplorazione, con mappe piuttosto ampie e articolate, ma in particolare loro sono bravissimi a far ruotare il gameplay attorno ad una caratteristica cardine, che pur non risultando particolarmente originale nel panorama videoludico (si va dalla manipolazione del tempo a quella della materia) funziona alla grande e da vita ad avventure esplorative di ottimo spessore e dannatamente divertenti da giocare. Blade Chimera rientra a pieno diritto in questa categoria ma rispetto ai titoli che lo hanno preceduto esplora un’ambientazione che si discosta dal classico fantasy per abbracciare un cyberpunk ricchissimo di dettagli e spunti che nel corso del gioco non potranno non riportarvi alla mente i migliori esponenti del genere sia in ambito videoludico che cinematografico.

DANTE IN SALSA CYBERPUNK

Protagonista del gioco è Shin, una sorta di samurai/ninja del futuro che ha perso la memoria e viene assoldato per dare la caccia a una congrega di demoni che minaccia la sicurezza di una Osaka che sembra uscita direttamente da una delle fantasia di Philip Kindred Dick.

Il primo punto di contatto tra Blade Chimera e le sue fonti d’ispirazione viene svelato proprio all’inizio del gioco ed è un chiaro omaggio alla saga Metroid

Il primo punto di contatto tra Blade Chimera e le sue fonti d’ispirazione viene svelato proprio all’inizio del gioco ed è un chiaro omaggio alla saga Metroid, nella quale la protagonista Samus Aran viene privata di tutte le sue armi proprio all’inizio delle sue avventure. In maniera simile, Shin all’inizio non è in possesso di tutte le sue abilità, rimaste legate ai ricordi di cui il canuto eroe dovrà tornare in possesso. Ogni volta che ne recupererete uno, quasi sempre in concomitanza con la sconfitta di uno dei demoni superiori, avrete accesso ad un nuovo potere che aumenterà la vostra potenza di attacco e amplierà le possibilità di esplorazione con teletrasporti e doppi salti.

PER UN DEMONE GRANDE CI VUOLE UNA SPADA GRANDE

Sempre all’inizio Shin verrà in contatto con un’entità chiamata Lux, capace di trasformarsi in una gigantesca spada a due mani che può invertire il corso del tempo. È proprio questo l’elemento chiave del gameplay di Blade Chimera a cui accennavamo all’inizio, che eleva il banale connubio esplorazione/combattimenti di qualsiasi normale metroidvania verso direzioni un po’ diverse. L’utilizzo più immediato di Lux è relativo all’attacco e in effetti l’eterea arma è in grado di fare grossi danni, specialmente dopo qualche opportuno upgrade. Può essere usata a mo’ di difesa visto che il suo alone verde offre a Shin un temporaneo riparo da attacchi esterni.

Blade Chimera Recensione

L’utilizzo della spada Lux è legato al consumo di un’apposita barra, parente stretta del classico Mana o degli MP, se preferite.

All’occasione potrete piantarla in un muro per usarla come piattaforma o trampolino ma è andando avanti nel gioco che vi accorgerete del suo potere più peculiare, ricreare oggetti appartenenti al passato. Attivando Lux in presenza di punti specifici potrete far comparire elementi non presenti nella dimensione presente o farne sparire altri. Una feature non originalissima ma sempre interessante, che ha concesso agli sviluppatori (scusate il gioco di parole) un’arma in più per ampliare e rendere più vario un level design che tuttavia non può fare a meno del backtracking, elemento praticamente irrinunciabile nei metroidvania ma qui mai eccessivo e fastidioso.

NESSUNO È PERFETTO

Il team Ladybug ha seguito un canovaccio che conosce ormai a menadito. Proprio come il precedente Record of Lodoss War, Blade Chimera stupisce per la confezione grafica, impreziosita da una maggiore varietà delle ambientazioni, un eccellente livello di dettaglio, fluidità delle animazioni quasi impeccabile e un bestiario che attinge a piene mani dall’immaginario di fantasmi e spiriti tipici del folclore giapponese. Vi troverete di fronte a creature del tutto particolari ma al tempo stesso familiari se amate manga e anime: draghi baffuti, lottatori di sumo in versione Tengu, samurai non-morti, sacerdoti demoniaci e così via… il tutto ibridato in salsa cyberpunk. Sconfiggendo i più potenti di loro guadagnerete ricordi e nuove abilità, che come da tradizione apriranno nuove strade.

Blade Chimera Recensione

Nel futuro di Blade Chimera è in corso la “Guerra dei Demoni”, combattuta da un’organizzazione religiosa conosciuta come “Sacra unione” di cui Shin fa parte.

Purtroppo il gioco si porta dietro qualche difetto già presente negli altri giochi di questo team

Purtroppo il gioco si è portato dietro anche qualche difetto già riscontrato nei giochi precedentemente sviluppati da questo team. In primis troviamo nemici esteticamente pregevoli ma con pattern di attacco banali… e questo vale anche per alcuni boss, che di conseguenza risultano un po’ più facili rispetto alla media del genere. Abbiamo notato anche occasionali ritardi nei salti, parliamo di un millisecondo rispetto alla pressione del corrispondente tasto ma più che sufficiente a dare vita a cadute rovinose o disastri ancora peggiori. Come in Lodoss War abbiamo riscontrato qualche rallentamento di troppo e stranamente solo in zone non particolarmente vivaci. C’è poi un piccolo bug da correggere che di tanto in tanto fa sparire il pin che segnala la successiva destinazione da raggiungere. Tutti e tre i nei appena descritti possono essere corretti in corso d’opera per rendere ancora più piacevole l’esperienza di Blade Chimera e dare ulteriori crediti al team Ladybug, che a questo punto può a ragione essere considerato depositario dell’eredità di Koji Igarashi.

In Breve: Un metroidvania “della tradizione” con un ambientazione affascinante che miscela folclore giapponese e cyberpunk, resa viva da un’eccellente pixel-art. Il gameplay classico è impreziosito da una meccanica che permette di manipolare tempo e materia e da un bestiario assolutamente affascinante. Un paio di bug e qualche piccolo inciampo tecnico, oltre ad un non perfetto bilanciamento della difficoltà, impediscono però a Blade Chimera di aspirare all’Olimpo del genere.

Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: La prova che abbiamo effettuato su Nintendo Switch ha sollevato alcune perplessità dovute ad inspiegabili cali di frame rate in zone non particolarmente movimentate, un paio di piccoli bug e un bilanciamento della difficoltà non perfetto.

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Pro

  • Pixel-art eccellente che esalta il mix tra folclore giapponese e cyberpunk / Gameplay classico ma Lux cambia un po' le carte in tavola.

Contro

  • Alcuni difetti storici dei giochi Ladybug affliggono anche Blade Chimera.
7.8

Buono

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