Anger Foot - Recensione

PC

La carenza di calcio può causare crampi muscolari, sonnolenza e scarso appetito. Sintomi di cui i nostri nemici non soffriranno, poiché in Anger Foot dispenseremo calci a tutti.

Sviluppatore / Publisher: Free Lives / Devolver Digital Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Pending Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile (in data 11 luglio 2024)

Quanti generi videoludici conoscete? Sicuramente tantissimi, al punto che non vale nemmeno la pena provare a elencarli, dato che ci vorrebbero pagine e pagine. È meraviglioso però notare come la lista sia destinata ad aumentare all’infinito grazie a software house fuori di testa sempre pronte a stupirci. E così Free Lives, dopo Genital Jousting e Gorn, continua la sua corsa al titolo di studio più fuori di testa del globo presentandoci un first person booter. No, non “shooter”, proprio “booter”.

Lo chiameremo FPB. L’arma principale di Anger Foot è infatti proprio la poderosa calzatura che cinge il nostro piede iracondo, pronto a stampare la suola in faccia a centinaia e centinaia di nemici. Confessatelo, è dai tempi del Mighty Foot di Duke Nukem che sognate un FPB ignorante a tal punto da eleggere le vostre zampacce ad arma per eccellenza, per dispensare pedatoni a non finire. Del resto lo diceva anche il Cyrano de Bergerac: “Cos’è un calcio? Un apostrofo rosa tra le parole t’ammazzo”.

Un bel calcione, e il poliziotto vola giù dal cornicione. Sono un poeta.

Forse la citazione non è esatta, ma a Devolver Digital non importa, e così, dopo aver stuzzicato i nostri plantari con la versione work in progress, ecco la produzione completa arrivare sui nostri monitor. Prima di arrivare al dunque però vorrei aprire una parentesi etica su videogame di questo tipo. Uccidere persone a calci dovrebbe essere un diritto inalienabile di chiunque, e infatti gli sviluppatori per venire incontro anche a giocatori non particolarmente esperti nel genere, hanno inserito una serie di aiuti che spaziano dalla mira automatica al God Mode in cui non si muore mai. Chiedete aiuto, e troverete sempre qualcuno pronto a tendervi un piede.

ANGER FOOT, ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO

La storia ci ha insegnato che in questo mondo si possono compiere impunemente orribili nefandezze, senza però esagerare: guerre e terrorismo sono tollerati, ma guai a uccidere il cagnolino di John Wick, superguai a distruggere la dune buggy di Ben e Kid, e iperguai a sottrarre la preziosa collezione di sneaker al protagonista senza nome di Anger Foot. Adesso la ridente cittadina di Shit City, governata da quattro terribili gang il cui motto è “Crime is the Law” diventerà teatro di una sanguinosa guerra, dato che il nostro eroe, privo di calzature ma colmo di rabbia, si è lanciato in una missione di vendetta che non prevede prigionieri né sopravvissuti.

Ecco, guarda bene da vicino quanto è bello il mio anfibio.

Se la frase “uccidere chiunque” è musica per le vostre orecchie, aspettate di sentire il vero accompagnamento sonoro, pompato e tamarrissimo, con il ritmo che aumenta quando arrivano nuovi nemici. E non potrebbe essere altrimenti, dato che il gioco è fortemente ispirato da Hotline Miami, a partire dai colori esageratamente saturi, passando per il gameplay che ci vede irrompere in anguste stanze piene zeppe di nemici molto aggressivi e pronti a scagliarsi in massa contro di noi non appena ci scorgono. Ed è proprio quello che vogliamo, per meglio massacrarli a calci. La fisica esagerata restituisce una sensazione di inusitata potenza ai nostri colpi, in grado di scagliare i corpi dei malcapitati a decine di metri di distanza, travolgendo altre vittime e dando origine a pittoresche combo. Porte da sfondare e mobilio vario da spingere si trasformano in armi letali, e alla fine della nostra scorribanda è appagante vedere la pila di cadaveri accatastati un po’ ovunque.

SI ARRABBIANO ANCHE LORO, PERÒ

Il gameplay di Anger Foot segue abbastanza fedelmente i canoni dei boomer shooter – pardon, boomer booter – in cui guadagnare l’uscita del livello è tutto ciò che ci viene chiesto. Se i nostri calci sono in grado di instakillare anche i nemici più coriacei, anche questi ultimi picchiano duro e spesso bastano un paio di colpi per metterci al tappeto. Non è un problema, in quanto si ricomincia il livello senza subire alcun malus. Diventa quindi una danza di morte in cui come si suol dire chi colpisce per primo colpisce due volte: è molto importante anticipare gli avversari ed evitare i loro attacchi. Man mano, anzi, pied piede che avanziamo lungo il livello avremo a disposizione armi da fuoco gentilmente droppate da chi abbiamo appena spedito a miglior vita, e bibite energetiche per buffarci un pochino.

Anche se usiamo prevalentemente i piedi, le sparatorie sono spettacolari.

Crivellare di proiettili chiunque capiti a tiro è divertente, grazie a una balistica volutamente esasperata, ma nulla è più devastante del nostro piede, che scopriremo presto essere pure upgradabile; alla fine di ogni livello riceveremo un certo numero di stelle, destinate ad aumentare se portiamo a termine missioni extra quali giungere all’uscita entro un certo tempo o senza usare determinate armi, da spendere per sbloccare nuove calzature che donano perk esclusivi. C’è il sandalo per avere più hit point, lo stivaletto per aumentare la frequenza dei drop, l’infradito che permette di scivolare, e così via.

Lungo il nostro cammino si incontrano molte armi da fuoco, ma nulla è più potente del nostro piede, upgradabile grazie a calzature da sbloccare

Abbinare il giusto modello a seconda della conformazione del livello è fondamentale, e a tal scopo segnalo l’unica nota stonata del gioco: se le sezioni all’interno delle stanze sono estremamente frenetiche, l’azione si perde un po’ nei rari momenti in cui si gioca all’aperto, solitamente su tetti di edifici. È un difetto, se così si può chiamare, che riconosceranno molto bene gli appassionati di Max Payne; non erano molto più avvincenti le sparatorie all’interno dell’hotel piuttosto che all’aperto? Ottime invece le boss battle contro personaggi veramente demenziali.

NON SOTTOVALUTIAMO LA TECNICA

Se prendere a calci animali antropomorfi e coloratissimi mentre una colonna sonora ci martella nelle cuffie offre solo divertimento fine a sé stesso, non significa che Anger Foot sia un gioco facile o che prediliga un approccio casual. Avanzare non è arduo, soprattutto se si ricorre alle opzioni per aumentare l’accessibilità, ma il cronometro ben visibile in sovrimpressione sullo schermo sfida a chiudere i livelli in tempi sempre più stretti per arrivare a pubblicare sui social la speedrun definitiva.

Anger Foot deve molto a Hotline Miami, a partire da colori molto saturi e colonna sonora martellante, questa volta però con visuale in prima persona

Qui il gameplay prende tutta un’altra piega e richiede un tempismo fulmineo unito a un’ottima conoscenza della mappa. Finalmente abbiamo un nuovo personaggio che può permettersi di dire “It’s time to kick ass and chew bubble gum, and i’m all out of gum”.

In Breve: Anger Foot è il gioco che molti di noi volevano, ma nessuno ha avuto il coraggio di sviluppare finora. Un Hotline Miami in prima persona con nemici da prendere a calci in stile Mighty Foot di Duke Nukem, colori ipersaturi, colonna sonora martellante e diverse scarpe da provare, ciascuna con i propri poteri esclusivi. Trovano spazio anche armi da fuoco, con il giusto grado di devastazione, per attraversare i livelli senza lasciare sopravvissuti. L’azione al chiuso è molto più frenetica, perdendosi un po’ nelle sezioni esterne in cui il parkour prende il sopravvento sulle sparatorie, ma rimane uno shooter/brawler tremendamente divertente.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Giocato al massimo livello di dettaglio disponibile senza alcun tentennamento, del resto i poligoni non sono moltissimi e non c’è nemmeno stato un gran bisogno della ventola di raffreddamento.

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Pro

  • First person Hotline Miami / Ignoranza pura / Colonna sonora tamarra quanto basta

Contro

  • Si perde un po’ nelle sezioni all’aperto
8.4

Più che buono

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