Kunitsu-Gami: Path of the Goddess – Recensione

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Esiste qualcosa di terribilmente unico e inimitabile nell’autorialità che certe opere mantengono e propongono ai giocatori con l’obiettivo di far scoprire loro le meraviglie che si annidano al loro interno. Con Kunitsu-Gami: Path of the Goddess, opera trascendentale cui ha messo mano Capcom, c’è esattamente tutto quello che piace ai giocatori che cercano un action capace di esaltare. Eppure, non è soltanto questo

Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: 49,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 5, Xbox Series X|S e Nintendo Switch Data d’uscita: 19 luglio 2024

C’è un “Prima e un “Dopo”, quando si parla di Giappone. Sono al corrente del Periodo Sengoku, giocato e amato grazie a Sekiro: Shadows Die Twice e Shogun, adorato poi perdutamente anche altrove. Ho colto l’occasione per comprenderlo meglio quando c’è stata l’occasione di vivere profondamente e in maniera armoniosa Ghost of Tsushima in un contesto storico ben diverso, più d’impatto, di elevatissima passione e cura.

Con Kunitsu-Gami: Path of Goddess, però, si parla di mitologia. È giusto quindi scomodare NioH e Okami, opere trascendentali che hanno parlato con una certa disinvoltura del Paese del Sol Levante, mostrandone i dettagli più intimi. Quindi, perdendomi in quei frame, ho compreso di avere davanti un videogioco degno di nota, denso e caratteristico, capace di condurre in un mondo pieno zeppo di nuove sensazioni e approcci. Capcom ha dimostrato ancora una volta di avere il talento sopraffino per cui è famoso, e che ha messo in mostra con Dragon’s Dogma 2 e con Street Fighter 6. Era il momento di fare qualcosa di davvero unico. Davvero unico.

CORRUZIONE E PACE

È un viaggio inedito, quello di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess. C’è esattamente quello per cui Okami è divenuto famoso: una fedeltà assoluta al mito nipponico e alla tradizione cui essa sorregge la sua mitologia, trattata in modo esemplare e significante all’interno del progetto di Capcom. Certo, per quanto all’opera sia stata fatta poco pubblicità e non siano disponibili delle versioni fisiche e digitali, qualcuno potrebbe preoccuparsi parecchio. Invece, non è esattamente così: Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è un videogioco unico, originale e profondo, con una storia profonda e particolareggiata, che si focalizza in modo esemplare sul mostrare ed esprimersi al meglio. In un mercato così, spesso stanco e avvampato da produzioni di ogni tipo, Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è la risposta che serve per ampliare la visione d’insieme in un genere, quello action, alle volte estremamente similare tra produzioni all’apparenza originali e altrettante poco convincenti, ma che comunque ne esalta le profondità.

Una situazione non semplice, ma comunque di facile approccio, se utilizzate le tattiche giuste.

Tutto, ogni elemento, parla di una corruzione. Il monte, da cui è partito il disastro, è quello Katufu. Un luogo sacro, importante per lo shintoismo quanto per i pellegrini che partono verso di esso per cercare il bello, il profondo, l’inedito. Da esso traspare la bellezza, con essa che si esprime facilmente attraverso il guerriero scelto per l’occasione, il silente ma letale Soh, a protezione della Dea, chiamata Yoshiro, a protezione dello stesso. A fare da cornice a questa storia toccante e densa, nonché pregevole e particolareggiata, è la danza Kagura, dettagliata dal team come fondamentale nella struttura ludica dell’opera, rilevante e toccante.

PIACEVOLE E FANTASTICO, POTREBBE PORTARVI VIA INTERE GIORNATE

Essa è l’espressione con cui esprime ogni sua meraviglia. La stessa è tenuta in piedi da una narrativa ottima che si lascia scoprire adagio. Soh è un personaggio silenzioso, certo, ma da ogni suo sospiro si avverte il peso del suo compito: proteggere, come Lupo, la sua signora dalle Furie, nemici agguerriti che hanno l’obiettivo di spodestarla dal suo trono fatto di certezze e fiori di loto. Quei colori sgargianti che la proteggono, dandole per un certo momento sollievo, rappresentano il bello dell’intero videogioco, con quest’ultimo che esprime le sue meraviglie attraverso un coinvolgimento emozionale unico nel suo genere, capace sia di commuovere quanto di risultare impattante. Quel sogno che entrambi vivono, nella speranza di ridare nuova vita al Monte, è cosa mi piace maggiormente dell’intero videogioco di Capcom, con quest’ultimo che appare, peraltro, tra le fondamenta stessa del contesto, a sua volta reso magistralmente.

Fallire sarà inevitabile.

Nel corso dell’avventura, che dura sulle venti ore (ma anche di più, se si sceglie di affrontare l’esperienza con un ritmo più lento e rigiocando le ambientazioni), Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è un videogioco ampissimo, con una storia che tocca il cuore e lo spirito. La fedeltà attorno al mito nipponico, su cui si sorregge ogni aspetto, è quanto di più bello e caloroso ci sia, poiché ogni elemento è incastrato a dovere, con passione. Ciò si avverte nel rapporto tra i vari personaggi, ognuno di essi trattato a dovere, tanto da coinvolgere ed emozionare, tanto da essere rilevante per l’intero tessuto del racconto tenuto in piedi dal team giapponese in modo unico.

In un viaggio costante all’interno della fantasia nessuno si domanderebbe se quanto vede fosse reale

L’unicità di cui parlo si avverte attraverso gli scenari e il percorso del monte, in una via che si percorre con la coscienza e il cuore al suo posto, mentre si viaggia con costante e passione attraverso scenari e momenti degni di nota, con l’obiettivo di scoprire il mistero dell’esistenza attraverso i rimandi shintoisti sapientemente raccontati al suo interno. È ciò che di più etereo e toccante ci sia, in effetti: in un viaggio costante all’interno della fantasia nessuno si domanderebbe se quanto vede fosse reale. Alle volte, lo ammetto, pensavo che tutto quanto fosse solamente un miraggio. Invece no, non lo era affatto: era solamente la vita che si esprimeva al meglio, intenta a dimostrarsi potente. Concentrata a essere unica, com’è unica l’esistenza stessa, alla base del racconto.

LA MASSIMA ESPRESSIONE LUDICA DI KUNITSU-GAMI: PATH OF THE GODDESS

Sospeso tra due generi, in un’ibridazione originalissima e totale, la dimostrazione Kunitsu-Gami: Path of Goddess è la passione, il talento e la visione. Unire due stilemi ludici per creare un’opera non è cosa da poco, come ci dimostra Capcom a ogni pubblicazione, e com’è espresso peraltro in questa nuova IP che, oltre a dimostrare originalità, sottolinea la potenza espressiva del team sotto ogni aspetto, sia narrativo che ludico. Kunitsu-Gami: Path of Goddess è un tripudio del game design concentrato all’asintoto per mostrare quanto sia profondo e speciale catturare l’attenzione con il talento, peraltro sapientemente mantenuto dall’inizio alla fine.

Soh è un personaggio assolutamente affascinante.

Intanto, è fondamentale sottolineare che il videogioco di Capcom è un action con dinamiche tattiche, in cui il giocatore prende direttamente l’azione di ogni sua scelta e sostiene in modo decisivo la sua squadra. L’obiettivo è quello di purificare l’intero monte dalla sua cima fino alla sua base, servendosi dei poteri della Dea e delle abilità di Soh, un personaggio che, sottolineo, ha una grande importante per l’intera prosecuzione dell’avventura. Ben proposto e coinvolgente, Kunitsu-Gami Path of the Goddess incastra l’azione, permettendo di eliminare le Furie e permettere così a Yoshiro di arrivare alle porte Torii per purificarle. Il videogioco propone modi diversi per perseguire e approfondire questo approccio ludico, mostrando con personalità talento e meraviglia, dando al giocatore tutte le scelte per plasmare il suo destino all’interno del racconto.

L’obiettivo è quello di purificare l’intero monte dalla sua cima fino alla sua base

Si tratta comunque di un’opera ben approfondita e profonda, con un sistema di gioco coinvolgente che qualcuno potrebbe trovare intricato, quando è il momento di mettere sul campo le unità necessarie per abbattere le Furie e proseguire nell’avventura. È comunque il bello di quanto avviene, in questo spettacolo ludico che mi è piaciuto, e che mi ha fornito le competenze necessarie per guidare degli uomini in modo organizzato e speciale. Il game design, in tal senso, è dettagliato con profondità, tanto da essere il reale protagonista. Bisogna saper sfruttare a dovere ogni abilità e proteggere, infatti, Yoshiro nel suo percorso. Fallire significa ripetere lo scenario, e il bello, comunque, è che tutto varia in base ai livelli.

LA MERAVIGLIA DELL’IGNOTO

Ciascuno ha modi diversi per proporsi al giocatore, tanto che diventa impossibile farne a meno. Anche se l’ho concluso, lo ammetto, non penso ad altro da giorni. Usare così sapientemente il mito e la leggenda per farle collidere con il bello del mondo non è da tutti: è un viaggio splendido che può soltanto fare del bene al mercato. Cosa garantisce, inoltre, è la massima rigiocabilità in ogni sua forma, con la possibilità di ripercorrere completamente i livelli in modo diverso.

Danze e melodie del fantastico.

Ammetto di essermi affezionato molto a questo videogioco. È esattamente l’ennesima prova di forza di Capcom, che da tempo non ne sbaglia una. Ed era ciò di cui avevamo davvero bisogno, ora che il mercato è dominato da open world troppo simili tra loro.

Il viaggio nello spirito arriva e colpisce nel cuore, esattamente come la katana benedetta di Soh

Il viaggio nello spirito arriva e colpisce nel cuore, esattamente come la katana benedetta di Soh. La stessa si apre nello spirito e nella menta. Ora, da questo momento in avanti, non potrete più farne a meno.

In Breve: Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è un videogioco originale e appassionante, capace di catturare attraverso il suo game design e di mostrare una storia piacevole e toccante. Potrebbe risultare impegnativo per chi è poco avvezzo, ma è il bello dei videogiochi profondi, con un’espressione ludica che raggiunge il suo apice attraverso un approccio fantastico.

Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di gioco: i5-12400F, 16 GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Ottimamente, nessun bug da segnalare. Giocato al massimo su PC.

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Pro

  • Toccante e preciso / Sistema di combattimento inedito / Storia che coinvolge ed emoziona / Soh è un personaggio fantastico

Contro

  • Assenza del doppiaggio / Potrebbe risultare difficoltoso
8.8

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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