Destruction AllStars – Recensione

Un gioco talmente cinetico che avrei addirittura ridotto le dimensioni degli stadi, perché troppo spesso passano 10 secondi senza uno scontro, dei rottami per aria, un KO subito o inflitto; e avrei anche voluto più lame circolari, voragini e dissuasori mobili che spuntano all’improvviso come neanche “acchiappa la talpa”. È anche un po’ un peccato che, almeno al momento, non ci siano veri e proprio tracciati ma solo arene, perché la mia mente già corre alle possibili implicazioni di un gameplay del genere in salsa Mario Kart, col giusto track design; qualcosa che darebbe decisamente più respiro e consistenza a un’offerta al momento solo sufficiente.

LE QUATTRO DISCIPLINE DELLE DEMOLIZIONE

Perché di modi per divertirsi ce ne sono, sia chiaro, ma il fatto che le varie modalità varino più il fine che i mezzi per raggiungerlo può diventare presto un limite. Mayhem, GridFall, Carnado e Stockpile, le prime due tutti contro tutti e le altre a squadre, sono quattro modi di interpretare lo stesso gameplay ed esaltare il pubblico virtuale che gremisce gli spalti. Mayhem è presto detto, un esplosivo classico: tutti nemici, un solo vincitore, tanti modi per fare punti, ovvero quelli che già immaginate se avete letto fin qui. Moderni gladiatori delle quattro ruote. GridFall è probabilmente la più interessante e adrenalinica del lotto, con un’arena circolare studiata in modo appositamente sadico: il bordo esterno che guarda nel vuoto, il pavimento diviso in pannelli esagonali con la superficie interna che perde un pezzo ogni manciata di secondi. Il resto è pura battle royale per la sopravvivenza in un ambiente sempre più claustrofobico dove il KO (a differenza delle altre modalità) vuol dire realmente fine dei giochi.

Ogni attacco va ponderato, lo spazio gestito con gli artigli e la possibilità di ritrovarsi a piedi, uno contro uno, con il gioco che si trasforma improvvisamente in un picchiaduro (molto all’acqua di rose ovviamente), non è certo un’eventualità remota ma anzi, intrigante! Passando alle competizioni a squadre Carnado è l’esaltazione dell’azzardo. Ogni manovra, che siano tamponamenti, furti e quant’altro trasforma i punti in ingranaggi, legati però alla macchina e non al pilota. Auto che poi, una volta soddisfatti del bottino dovremo letteralmente gettare in mezzo a un furioso tornado al centro dello stadio, aumentando di conseguenza il punteggio della squadra. Va da sé che essere demoliti prima di raggiungere l’occhio del ciclone ci farà perdere tutto il frutto del nostro sporco lavoro. Una sensazione terribile. Stockpile è infine la più cervellotica e meno riuscita per quanto mi riguarda. Tornano gli ingranaggi e i classici modi per guadagnarli ma stavolta vanno raccolti esclusivamente a piedi, per poi raggiungere sani e salvi una delle tre “banche” in cui depositarli. La prima squadra che conquista tutte e tre le banche porta a casa la coppa e tanti saluti ai perdenti.

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