Al bar del videogioco c'è sempre chi si lamenta per il servizio

bar sport videogiochi

I social network sono, per i videogiochi, l’equivalente del bar sport il lunedì mattina: al netto del profumo di caffè e cornetto, il clima è un po’ lo stesso. È per questo che a inizio giornata, o nei momenti di pausa, armato di tazza bollente, mi piace immergermi nelle discussioni più disparate.

Si tratta di una sorta di viaggio antropologico senza meta e senza fine che ti mostra costantemente che la realtà è un prisma dalle mille sfaccettature e che non potrai mai afferrarla del tutto. E così, nella stessa maniera di quando dopo che la tua squadra del cuore ha inanellato una serie di risultati che neanche il più inguaribile degli ottimisti avrebbe mai immaginato a inizio anno trovi al bar il tipo scontento della condotta tecnico-finanziario-morale del presidente o dell’atteggiamento sbagliato di alcuni giocatori che renderebbero la stagione in ogni caso un fallimento, allo stesso modo anche un mese come quello che sta trascorrendo, a leggere certi commenti sarebbe tragico. Uncharted 4 è un giochino piatto che si gioca da solo, Total War: Warhammer è un insulto alla strategia storica, DOOM è banale perché è semplicemente DOOM, e poi che schifo un FPS senza multiplayer cazzuto, però anche Overwatch sì, però alla fine meglio LOL (perché vuoi mettere Goku con Van Damme?!). E all’orizzonte? C’è Mirror’s Edge che era meglio quando non aveva l’open world e c’era Asia Argento (su questa, dopo l’ultimo trailer quasi quasi…), Blood & Wine che potrebbe sempre sapere di tappo, per non parlare dell’E3 che sarà l’ennesima fiera del già visto, a prescindere. È tutto bellissimo. Ma sia chiaro è, il mio non è un rant e certo neanche una reprimenda verso la sensibilità critica di chicchessia. Anzi. Il vociare sistematico di chi è contro, per certi versi, determina il valore di quello che abbiamo tra le mani. La natura delle critiche più originali e, se vogliamo, divertenti, serve anche a percepire meglio il valore dei prodotti che acquistiamo.

uncharted 4 - costiera amalfitana

La ricerca ossessiva del pelo nell’uovo è il rovescio della medaglia di una qualità media abbastanza alta

Quello che mi sembra l’assurdo esercizio di una ricerca del pelo dell’uovo tipica del lunedì mattina, prima di cominciare una settimana lavorativa, è in realtà il rovescio di una medaglia di un momento storico abbastanza incredibile, dove, per fortuna, la qualità media è abbastanza alta. Non so voi, ma non ricordo a memoria un altro mese così intenso per uscite e dove è davvero difficile scegliere su cosa investire e, soprattutto, a cosa dedicare il proprio tempo. E se mi guardo indietro, ma magari mi sbaglio io e chiedo venia per il fatto che rimuovo con troppa facilità le cose brutte, quest’anno non ci è andata malissimo finora, e siamo quasi al giro di boa.

Tra l’altro (e qui mi ricollego al fatto che tanto a qualcuno andrà sempre qualcosa di traverso e va bene così, ché non tutto può piacere a tutti), l’altra sensazione estremamente piacevole che provo è il fatto che la diversità delle esperienze che siamo riusciti a vivere in questi primi mesi dell’anno è abbastanza notevole: da Firewatch a The Witness, da The Division a Hyper Light Drifter, passando per i titoli citati poco sopra e aggiungendo un Dark Souls 3 a caso, è stato tutto un passare voracemente da un mondo all’altro senza soluzione di continuità, tanto da farci sembrare Quantum Break uno dei titoli più controversi della stagione. Se questo è lo scenario dell’intrattenimento elettronico oggi, beh, ben vengano allora le critiche da bar sport, perché – e questa è una cosa che vale un po’ per ogni ambito – alla fine non si stava meglio quando si stava peggio. D’altronde, se c’è spazio per tutti quelli a cui non va bene nulla, c’è assolutamente spazio anche per tutti coloro che riescono a godersi in maniera onesta e rilassata tutto il ben d’iddio che abbiamo a disposizione oggi per divertirci. L’importante, per quel che mi riguarda, è che usciti dal bar sport e ritemprati dal caffè e dalla dose di chiacchiericcio spicciolo, si è tutti più rilassati e sereni, perché mica ce la si può prendere sempre a male? Detto ciò, la mia tazza di caffè è vuota, e ho da mettermi a lavorare. Ci si vede al bar.

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Parliamo di...
  1. 1.
    Io proprio non riesco ad autoconvincermi che si tratti di una ossessiva ricerca di peli nelle uova.
    Intendiamoci, trattasi in generale di uova di ottima qualità (qualità media, s'intende), ma quelli che criticano sempre e comunque ci ricordano una volta di più che il buon Eco, quella volta che si lasciò scappare un commento a proposito dei social, aveva ragione.
    2.
    Quello che non sopporto di chi critica sempre, è quando si mette in atto quello strano processo di mistificazione che vede confondersi un gioco con i suoi fan. Mi vengono in mente i Mass Effect e i giochi Bethesda. Siccome c'è gente che li osanna come i migliori RPG del mondo, allora i criticoni devono dire che quei giochi sono lammerdah. Invece no, non sono lammerdah, sono ottimi giochi. Poi sicuramente non sono ottimi RPG dal punto di vista del gioco di ruolo classico, ma alla fine delle etichette chi se ne frega, un gioco deve fondamentalmente divertire e appassionare chi lo gioca indipendentemente dal genere a cui appartiene o dovrebbe appartenere.
    3.
    La questione è semplice: la gente è viziata.
    Hai tantissimo con poco oggi e le lamentele rimangono solo nei peli nell'uovo citati dall'utente sopra :)

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