F1 2017 - Recensione

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La F1 è uno sport di dettagli, spesso oscuri, quasi sempre imperscrutabili, troppo sfuggenti per essere notati da chi guarda una gara distrattamente, magari lamentandosi dei pochi sorpassi e dalla mancanza di apparente spettacolo. Una corsa raccoglie in sé tanti momenti critici, attimi di tensione e sospensione, a prescindere dalle lotta per la vittoria e dalla presenza di bagarre per le posizioni che contano. La strada intrapresa da Codemasters negli ultimi due anni passa proprio per la valorizzazione degli istanti meno spettacolari di un Gran Premio, trasformandoli da Olimpo per gli appassionati in dinamiche di gioco assolutamente accessibili. Il merito della software house inglese, che si è finalmente ritrovata dopo anni di smarrimento, è stato riuscire a trasmettere cosa voglia dire essere un pilota di F1 in questi anni: F1 2017 è un clamoroso esempio di racconto sportivo democratico e coinvolgente, in grado di rendere appassionante la gestione delle gomme anche per chi, magari, la domenica utilizza la gara della classe regina del motorsport come amorevole strumento per facilitare la pennica sul divano. Una magia resa possibile dall’unione di un modello di guida vincente a una struttura di gioco che pone al centro le scelte del giocatore, regalandogli l’illusione perfetta di forgiare il suo destino nel circus.

GIORNI DI TUONO

F1 2017 è chiaramente l’evoluzione dell’ottima edizione dell’anno scorso, e non c’è nessun elemento rivoluzionario nella proposta di Codemasters, quanto solo il completamento di un progetto intelligente, il cui obiettivo è regalare a tutti l’adrenalina di sedere su un bolide da oltre mille cavalli. Se già per F1 2016 mi ero espresso in maniera più che entusiastica nei confronti dell’approccio scelto dalla software house inglese, definendo il gioco come titolo di F1 più coinvolgente dai tempi di Grand Prix, quest’anno non posso che ripetermi, raccontandovi in che modo lo studio di Southam è riuscito a spingersi oltre.

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F1 2017 è chiaramente l’evoluzione dell’ottima edizione dell’anno scorso

Nella terza gara della mia stagione in Red Bull sono arrivati i primi componenti aggiornati per la vettura, che avrebbero dovuto migliorare un po’ le prestazioni della mia RB13 per colmare il gap con Ferrari e Mercedes. Succede che, però, al venerdì delle prove libere l’aggiornamento alla Power Unit si dimostra fallace, vanificando lo sforzo produttivo della fabbrica e costringendomi a dover ripartire da zero con la fase di ricerca, rinunciando nel frattempo al prezioso upgrade. Dopo aver sostituito lo stesso alcune parti del mio propulsore per motivi di usura, però, riesco ad arrivare alla gara in agilità, combattendo strenuamente per il podio. È lì che, tuttavia, l’aver immediatamente spinto la mia vettura verso nuovi limiti – senza pensare all’affidabilità – mi ha penalizzato: a cinque giri dalla fine ho perso la quinta marcia, mentre dai box mi chiedevano di pazientare mentre provavano a risolvere il problema dal muretto. Perdo contatto con Vettel e sono costretto a difendere la terza piazza con una grande opera contro Raikkonen e Bottas, gestendo al meglio il cambio delle marce senza affaticare ulteriormente la mia vettura. Per fortuna, a due tornate dalla conclusione torno ad avere la quinta, e mentre dai box mi chiedono per sicurezza di non toccare i cordoli per preservare alcuni componenti, riesco a trovare comunque il ritmo per tenere dietro gli avversari. Tre giri convulsi e folli, pieni di decisioni da prendere e parametri da valutare. Nessun sorpasso, solo una gran difesa, capace però di trasmettere tutta l’adrenalina che scorre nel corpo di quegli eroi in tuta, capaci di andare a velocità folle senza avere paura.

La varietà di situazioni presente in F1 2017 è davvero notevole, e l’espansione dello sviluppo delle vetture apre scenari inediti e particolarmente profondi nel modo in cui ogni giocatore può vivere la propria carriera, grazie all’uso di alberi di progressione e miglioramento molto più complessi e ramificati, slegati finalmente dalla logica dei gettoni di sviluppo (come nella realtà). All’interno dei limiti di una licenza estremamente ristretta, che non consente una vera progressione del mondo di gioco, Codemasters è riuscita, anche senza impostare i paletti che costringono a partire dal basso per arrivare al top delle scuderie, a creare un vero e proprio paradigma di crescita, dove la vettura viene sviluppata di pari passo alle scelte del giocatore e cambia radicalmente il comportamento con il passare delle gare. Parallelamente, l’aver portato a sei le attività di routine in grado di regalare vantaggi e punti sviluppo durante le prove libere ci fa calare prepotentemente nei panni dei piloti. Alle prove di passo gara e stint di qualifica, infatti, si aggiunge una serie di routine importanti da interiorizzare, come quella del risparmio gomme e carburante: questioni che costringono a pensare come un pilota, individuando in maniera analitica dove è possibile lavorare per ridurre i consumi, cambiando notevolmente stile di guida e approccio alle traiettorie; il tutto va a beneficio della gara, dove dobbiamo necessariamente amministrare la vettura, visto e considerato che il numero di componenti di cambio e power unit è limitato durante la stagione, pena brucianti penalità.

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Codemasters è riuscita a creare un vero e proprio paradigma di crescita

A patto di giocare i GP con una lunghezza di almeno il 25% delle controparti reali, F1 2017 riesce davvero a comunicare bene il lavoro di collaudo e sviluppo che ogni pilota fa per trasformare un mostro di ingegneria e tecnologia in un’auto vincente, e dunque ci si ritrova a perdere ore a girare nelle prove libere e lavorare sugli assetti. La cosa bella è che ogni decisione ha davvero un impatto una volta scesi in pista: pur trovandosi in un mondo fisso e dalla progressione illusoria, la carriera proposta da Codemasters è davvero appagante e appassionante, tanto che fa quasi rabbia sapere che senza i paletti della FOM il mondo di gioco potrebbe vivacizzarsi incredibilmente, con una parte media e uno sviluppo delle scuderie che potrebbe andare ben oltre quello puramente meccanico dello sviluppo prestazionale. In questo c’è da sperare che in futuro la nuova gestione Liberty Media tenga fede al nome dell’azienda, ma intanto accontentiamoci con una F1 che, in pista, è già cambiata moltissimo.

FORMULA ADRENALINA

Il campionato 2017 è bellissimo, al netto anche di gare dalle posizioni bloccate, perché si respira di nuovo l’aria di incertezza, con almeno quattro piloti in grado di fare benissimo e lottare per la vittoria. Il merito va sicuramente – per una volta – alle nuove norme, che hanno cambiato sostanzialmente il passo di gara delle vetture. Più larghe, con ruote più grosse e un peso maggiore, le F1 del 2017 sono diverse, hanno un’inerzia tutta loro e, in definitiva, sono molto più divertenti da guidare, perché più potenti e nervose. Codemasters ha svolto un gran lavoro per adattare il modello fisico. I risultati sono egregi, tanto da aver risolto anche qualche annoso problema che l’edizione dello scorso anno si portava dietro: per esempio, la gestione del gas e della sua parzializzazione, con l’aumento di trazione proprio delle vetture, è decisamente più agevole e sensata, con le auto che (anche disabilitando il controllo trazione dagli aiuti) non tendono più a partire in sovrasterzo a ogni uscita di curva. Piuttosto, c’è da gestire la già citata inerzia dovuta al peso, che genera un eccesso di trazione qualche istante più tardi rispetto a quanto non fossimo abituati in passato, costringendo i piloti, virtuali e reali, a mitigarne l’effetto centripeto lavorando sul bilanciamento della vettura ai box o con qualche correzione di mestiere.

f1 2017 recensione pc ps4 xbox oneCon vetture del genere è molto più divertente esprimere il proprio stile di guida e, soprattutto, è possibile attaccare in maniera molto più aggressiva, tenendo curve e staccate molto più al limite e duellando in stile Cavalleria Rusticana senza grossi problemi. In questo, il lavoro di adeguamento dell’IA è stato altrettanto eccellente, con piloti avversari belli aggressivi, capaci di sostenere duelli al cardiopalmo, il cui unico difetto è essere sempre fin troppo corretti nel lasciare uno spazio interno ragionevolmente ampio. A compensare questa loro vulnerabilità c’è comunque da dire che riescono a tenere bei ritmi sia in gara che in qualifica; oltretutto, lavorando bene sullo slider della loro abilità (che si esprime in centesimi, come in Project Cars), è possibile per ciascuno impostare serenamente la propria sfida ideale.

Le F1 del 2017 hanno un’inerzia tutta loro e, in definitiva, sono molto più divertenti da guidare, perché più potenti e nervose

Dal punto di vista della scalabilità, il modello di guida è, al solito, un simcade incredibilmente versatile, capace di sorridere sia a chi cerca qualcosa che tenda alla simulazione, sia a chi vuole solo andare a tavoletta e sentirsi una stella del circus. Accessibile e sempre impegnativo, F1 2017 sacrifica un po’ di realismo nella gestione dei contatti e nella fisica per trasmettere a tutti un’incredibile sensazione di coinvolgimento alla guida, e ci riesce alla grande. Tra l’altro, il suo essere estremamente comprensivo non ne limita assolutamente le ambizioni: la possibilità di gestire le mappature del motore o intervenire in tempo reale sulla vettura, dialogando col muretto box, richiede anche una certa manualità, e F1 2017 sa essere in effetti un titolo molto impegnativo, pur rispettando l’assunto per cui tutti hanno diritto a provare il brivido di essere su una monoposto in pieno controllo. Una sensazione da capogiro, esaltante e ben restituita in ogni occasione.

QUESTIONE DI EGO

A spingere F1 2017 verso il titolo iridato ci pensa l’oramai storico Ego Engine, motore grafico proprietario dell’azienda di Southam, che resiste bene, ma non sempre benissimo al passare degli anni. Il lavoro svolto sulle vetture è egregio e anche i dettagli delle texture che accompagnano i tracciati è davvero notevole. Sarebbe lecito attendersi di più, nel 2017, da ciò che concerne tutti gli elementi di contorno, così come dai modelli di piloti, meccanici e di tutto ciò che riguarda la rappresentazione del paddock e dei suoi annessi e connessi, che convince per messa in scena generale, ma che è chiaramente un po’ demodé dal punto di vista meramente tecnico. Lo sforzo di introdurre i volti dei team principal e di provare a raccontare il week-end di gara attraverso tanti dettagli, però, è ampiamente apprezzabile, e si ha sempre la sensazione di stare lì.

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A spingere F1 2017 verso il titolo iridato ci pensa l’oramai storico Ego Engine, che resiste bene, ma non sempre benissimo al passare degli anni

Certo, ci sono tanti aspetti migliorabili, che vanno da un commento di Vanzini (bravo, ma comunque distante dai livelli televisivi) e Filippi (mai a suo agio nel ruolo di talent tecnico) un po’ avulso dal racconto della stagione, fino a cut scene che, dopo qualche gara, sono sempre trite e ritrite. Anche il sistema di illuminazione dinamica potrebbe essere migliore, visto che, nonostante l’ottima qualità di modelli di auto e texture, si ha sempre la sensazione di stare davanti a una gara di modellini più che di vetture reali. Poco male, però, perché in pista la situazione è comunque sempre entusiasmante ed è esaltata da un sistema meteorologico variabile davvero convincente, ispirato chiaramente a quello stratosferico di Project Cars e che, pur non raggiungendo quei livelli di sofisticazione, può regalare gare bagnate che diventano asciutte e ogni via di mezzo possibile. Volante alla mano, guidare in condizioni meteo variabili regala soddisfazioni incredibili e determina bellissimi colpi di scena, con avversari che possono serenamente sbagliare e girandole dei box che inevitabilmente finiscono per rivoluzionare radicalmente la storia di una corsa. Insomma, anche sotto stress e in condizioni al limite, il motore fisico si comporta bene, e l’esperienza di guida è sempre su livelli altissimi.

A voler esser sempre molto pignoli, anche su questo fronte c’è un certo margine di miglioramento: la fisica dei contatti, come già detto, concede molto spazio alla tolleranza, ma è più che altro la sensazione di fisicità del ruota contro ruota che potrebbe essere più marcata, mentre sul modello di danni insufficiente è inutile spendere troppe parole. Si tratta sempre di un limite imposto dall’alto, con vetture che, per questioni di licenza, non possono mostrarsi eccessivamente fragili, e dunque si tratta di accontentarsi di veder danneggiati solo musetto, sospensioni e appendici aerodinamiche. Per fortuna, però, i guasti meccanici sono ben riprodotti, e rispetto all’anno scorso il feeling fisico delle vetture è incredibilmente migliorato, anche grazie a un buon lavoro sul force feedback, che finalmente restituisce – anche utilizzando un joypad – qualsiasi forma di attrito.

Codemasters con F1 2017 è riuscita a consacrare un lavoro durato tre anni

Ultima nota per il grande ritorno delle auto storiche: si tratta di un’aggiunta preziosa, estremamente gradita alla community, che non sposta di molto, però, il valore già alto della produzione. L’integrazione nella modalità carriera è ben pensata, con le sfide storiche inserite come eventi promozionali nel corso della stagione, capaci come sono di regalare un bel divertissement tra una gara e l’altra. Meno consistente, invece, l’uso delle vetture storiche in maniera stand alone, anche perché la diversità delle singole monoposto determina una difficile amalgama, con le gare monomarca che finiscono per essere le uniche equilibrate. Poco male, perché l’offerta contenutistica di F1 2017 è comunque gargantuesca, con modalità per tutti i gusti (con particolare attenzione agli esport e al multiplayer in generale, anche asincrono), campionati personalizzati in formula e tipologia (anche con doppia gara e regole opzionali) e, soprattutto, la presenza di chicche notevoli come la possibilità di correre Monaco in notturna o, al contrario, Singapore in diurna.

In definitiva, dunque, Codemasters con F1 2017 è riuscita a consacrare un lavoro durato tre anni, dove l’azienda di Southam è riuscita a trovare il bandolo di una matassa che sembrava davvero sfilacciata, definendo un nuovo metro di paragone nei titoli di F1 e riuscendo a portare sugli schermi un gioco che può regalare a tutti l’emozione di salire sul gradino più alto del podio e godersi l’agognata bottiglia di champagne.

F1 2017 è la Formula 1 come dovrebbe essere, sempre. Il racconto del Mondiale da parte di Codemasters è pressoché perfetto, e se non fosse per i limiti della licenza e qualche piccola sbavatura tecnica saremmo davanti a un vero e proprio capolavoro. Non serve la perfezione, però, per godersi un ottimo simcade di guida ambizioso e appagante, con un modello di guida concreto, profondo e al contempo estremamente accessibile. La carriera riesce a trasmettere davvero l’emozione di quello che rappresentano i piloti di F1 al giorno d’oggi e a valorizzare al massimo anche tutti i momenti dedicati allo sviluppo dell’auto, sia in pista durante le prove che al paddock, per ciò che concerne strategia e aspetti meramente tecnici. Insomma, se ogni due domeniche non vi perdete l’appuntamento con Raikkonen, Hamilton e soci, nei week-end senza corse avete necessariamente bisogno del titolo Codemasters.

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Pro

  • Modalità Carriera coinvolgente e appagante.
  • Ottimo senso di progressione.
  • Modello di guida accessibile, profondo e divertente.
  • Le nuove F1 sono spettacolari.
  • Tantissimi contenuti.

Contro

  • Ego Engine ottimo, ma oramai allo stremo.
  • Qualche sbavatura nella traduzione.
  • I limiti della licenza sono oramai anche quelli del gioco.
9

Ottimo

Se serve un tuttofare il buon Mancini è l’uomo da chiamare. La nostra principessa fotografa, usa la videocamera come se fosse un’estensione naturale del corpo e monta video manco fosse in una catena di montaggio. Ah… e scrive anche. Insomma… il classico “bravo guaglione”.

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