Galactic Civilizations 4 – Recensione

PC

La serie di Stardock Entertainment torna dopo sette anni, in cui lo sviluppatore ha fortemente supportato il terzo capitolo, perché starsene seduti sugli allori non rientra nella loro mentalità. Cosa ci riserva di speciale Galactic Civilizations 4?

Sviluppatore / Publisher: Stardock Entertainment / Stardock Entertainment Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Online PEGI: ND Disponibile Su: PC (Epic Games Store) Data di Lancio: Già disponibile

Quando penso a Galactic Civilizations 4, mi esplode il cervello. Sono le contraddizioni che dilaniano questo gioco a mandare in pappa le mie sinapsi: idee dal potenziale rivoluzionario che vanno a braccetto con decisioni di design dall’incomprensibilità tale che sembra impossibile convivano nello stesso prodotto. Ma andiamo con ordine.

GALACTIC CIVILIZATIONS 4, 3, 2, 1…

Galactic Civilizations 4 è uno strategico a turni 4X dalla lunga tradizione, di quelle che affondano le radici al periodo in cui lo si definiva semplicemente “il Civilization nello spazio”, perché al tempo i 4X erano molto più rari e meno sviluppati rispetto al giorno d’oggi. Si parte dalla selezione della razza, eligibile tra quasi una ventina di tipi diversi, adatti a ogni playstile o preferenza dettata da motivi di lore. I richiami alla cultura pop sono evidenti, con fazioni chiaramente riconducibili a E.T., i Protoss e, perché no, i Furby. Sì, ce n’è davvero per tutti i gusti. Una volta iniziata la vostra avventura, le basi sono quelle tipiche del genere: fondare colonie su pianeti, raccogliere risorse, sviluppare nuove tecnologie e utilizzare la propria capacità manifatturiera per erigere edifici o costruire la propria flotta, per poi entrare in contatto con gli altri giocatori guidati dalla IA e cercare di instaurare rapporti più o meno amichevoli.

Galactic Civilizations 4 Recensione

Notate come la mia pressione “culturale” (verde) abbia quasi inglobato la stazione stellare gialla.

Niente di particolarmente nuovo sotto il sole, ma il titolo di Stardock Entertainment è costituito dall’insieme di numerosi sistemi che anche i più scafati potrebbero trovare non chiarissimi, anche perché il tutorial e i tooltip si limitano a spiegazioni di base che non riescono a chiarire quali siano le conseguenze di questa o quella decisione. A mio modo di vedere, l’esplorazione delle meccaniche di gioco e la loro comprensione fa tendenzialmente parte della natura dei 4X, quasi si trattasse di un meta-gioco tra sviluppatori e utenti finali. Dunque quest’aspetto mi pare, per quanto migliorabile, non troppo grave. I problemi stanno altrove. Ad esempio, la suddivisione dello spazio.

PER COM’È IMPLEMENTATA, LA DIVISIONE IN SETTORI LASCIA PERPLESSI

In Galactic Civilizations 4 la galassia è divisa in settori, costituito ciascuno da spazi liberamente esplorabili dove si trova più o meno un paio di dozzine di sistemi solari; queste aree sono messe in comunicazione tra loro da tunnel identificabili e navigabili con la scoperta di una specifica tecnologia. Tali collegamenti dovrebbero in teoria fare da colli di bottiglia dalla rilevante importanza strategica. All’atto pratico, però, non esistono modi efficienti per implementare dei posti di blocco efficaci, e allora la suddivisione in settori non fa altro che introdurre separazioni fittizie in quello che in realtà si traduce in un gigantesco spazio senza soluzione di continuità. Oltretutto, avrebbe avuto senso che il settore di partenza fungesse un po’ da terreno di prova in cui introdurre alcuni concetti di gioco in un ambiente controllato, mentre nella mia esperienza mi sono trovato nel giro di poco a contatto con la maggior parte delle civiltà aliene, il che ha confermato la sostanziale inutilità di questo sistema.

IL PRIMO PASSO È SOLO L’INIZIO

Gli statunitensi di Stardock hanno comunque cercato anche altre strade per imprimere un’impronta ben definita alla propria opera, anche se si sono scontrati con altre di quelle contraddizioni di cui vi parlavo in apertura. Una via verso la vittoria è il raggiungimento di un certo livello di “Prestigio” ottenibile attraverso il raggiungimento di obiettivi che combinano le tradizionali strade verso la dominazione militare, culturale o economica.

Le guerre sono spesso inevitabili, e purtroppo sono l’aspetto più fastidioso del gioco. Sì, fastidioso

Idea interessante, ma giocando a Galactic Civilizations 4 imparerete presto a conoscere un circolo non proprio virtuoso: per raccogliere le numerose risorse speciali è fondamentale espandersi tramite la colonizzazione e le basi spaziali, il che vi porterà presto ai confini di altre civiltà su cui eserciterete pressione culturale fino al punto che i loro pianeti passeranno dalla vostra parte. Come immaginerete, i leader avversari non gradiranno, e presto la guerra sarà inevitabile. Ciò va quindi a ridurre la reale praticabilità di stili di gioco diversi, ma soprattutto porta a numerosi conflitti armati, che sono l’aspetto più fastidioso del gioco. Sì, fastidioso. Non brutto, ma proprio fastidioso.

Galactic Civilizations 4 Recensione

Il qui presente quattr’occhi aveva chiesto la pace un turno fa. Deciditi!

Il problema è che la maggior parte dei mondi è conquistabile nel giro di tre turni, non importa se la vostra (o loro) flotta è costituita da una navicella o dieci, e non esistono difese orbitali o stazioni militari che attacchino gli aggressori. Tale stupidissimo sistema vi obbligherà a una continua caccia alle forze nemiche che, seppure debolissime, sono in grado di fare molti danni se non vengono affrontate immediatamente. Ciò permette a un’intelligenza artificiale militarmente incompetente di essere pericolosa, e ci obbliga a un livello di micro gestione che impedisce di concentrarsi su obiettivi di più alto livello. Fastidioso, proprio fastidioso. Stardock ha dimostrato nel corso degli anni di essere capace di fornire un continuo supporto e sistemare problemi di bilanciamento, e anche in questo capitolo c’è spazio per migliorare (sì, sto guardando voi, Yor Singularity), ma su altri aspetti più fondamentali potrebbe essere difficile. Il comparto audio-visivo, per esempio, è incomprensibilmente inferiore al riferimento attuale per il genere, quello Stellaris che pure ha ormai diversi anni sul groppone. Meriterebbe un aggiustamento anche l’interfaccia, che a certi livelli di zoom rischia di far perdere di vista le astronavi proprie e altrui in mezzo ad altri elementi presenti sulla mappa. Lo ritengo un difetto meno grave di altri che vi ho raccontato, ma fa parte di quei piccoli fastidi che, messi insieme, contribuiscono a rendere l’esperienza di gioco meno gradevole. Sperando nel futuro, adesso Galactic Civilizations 4 è quello che è.

In Breve: Se la recensione vi è sembrata la lagnosa lamentela di un ragazzino imbronciato, sappiate che mi sono trattenuto. In questa sede di riflessioni finali, mi pare giusto riconoscere che ormai abbiamo il palato fino in termini di 4X. Galactic Civilizations 4 è uno strategico complesso che offre tutte le caratteristiche base che ci si aspetta e va oltre aggiungendo molto di proprio, ma è proprio in questa abbondanza che non riesce a creare un’amalgama soddisfacente. Mentre alcuni difetti si possono trascurare, altri compromettono la godibilità di gioco. In attesa di patch e update riparatori, è difficile consigliare Galactic Civilizations 4 a chicchessia.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2 Ghz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: È uno strategico a turni, per di più dalla grafica datata. Se fosse pesante sulla configurazione di prova, il voto finale non arriverebbe alla sufficienza. Nessun problema neanche sui tempi di caricamento o di attesa tra i turni, che per il genere di riferimento possono essere aspetti delicati.

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Pro

  • Un 4X molto stratificato con molti sistemi da scoprire.

Contro

  • Comparto audio-visivo sotto la media / Le guerre sono molto fastidiose da gestire / Interfaccia migliorabile / Struttura della mappa discutibile.
6.7

Sufficiente

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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