Jagged Alliance: Rage! - Recensione

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Il genere dei TBS, acronimo per turn-based strategy, ha cominciato da tempo a ritagliarsi una posizione sempre più importante nel mercato videoludico, complici presumibilmente una serie di titoli in grado di rendere appetibile la formula ludica non solo per i fan più di nicchia, appassionati dagli albori alla tipologia sopraindicata, ma anche per tutti quelli volenterosi di mettersi alla prova con qualcosa di elaborato e sfidante.

La serie di Jagged Alliance ha superato da parecchio la maturità all’anagrafe, contando all’attivo molti prodotti che hanno segnato successi e insuccessi di un franchise che ha visto il suo picco di gradimento con il secondo capitolo della saga, classe 1999. Arrivati in questo 2018 colmo di offerte dedicate al genere (vi rimando alla lettura delle recensioni di Phantom Doctrine o Mutant Year Zero sulle nostre pagine) è relativamente palese che gli sviluppatori abbiano voluto cavalcare l’onda, pubblicando un ultimo capitolo che cerca di riportare in auge la saga, sbagliando però la formula d’esposizione con scelte stilistiche, e soprattutto tecniche, purtroppo non proprio al passo coi tempi.

WELCOME TO THE JUNGLE

Il cambio generazionale spinge molto spesso gli autori di qualsivoglia offerta a mescolare i successi del passato con quello che va di moda oggi. Jagged Alliance sembra fare lo stesso in Rage, dato che ci pone nei panni di una schiera di mercenari alle prese con un leader del narcotraffico che vuole conquistare un’isola, e poi il mondo, grazie alla sua schiera di soldati geneticamente modificati. A parte qualche volto iconico della saga introdotto per i nostalgici, la nostra scelta su chi far scendere in campo è stabilita da una serie di caratteristiche precise, esposte nell’identikit di ognuno, pensate per rendere ogni mercenario utile sul campo, sfruttando tutte quelle dinamiche da gioco di ruolo definite con bonus/malus pronti a cambiare l’approccio sul campo durante lo svolgimento di ogni missione. È importante scegliere bene sin all’inizio, calcolando che una volta evasi dal laboratorio degli orrori del villain di turno dovremo farci strada su un’isola tropicale piena zeppa di milizia nemica, pronta a ucciderci dopo ogni nostro piccolo errore. A livello di trama ci troviamo di fronte a un racconto poco ispirato, che si avvalora purtroppo di una scrittura che rasenta il fondo per via di una narrazione veramente troppo lineare.

Jagged Alliance è una serie storica del videoludo che merita di più

Tolti gli elementi cardine tipici del franchise, Jagged Alliance: Rage! riprende dai predecessori soltanto il sistema di combattimento a turni, anch’esso ridotto ai minimi termini, dato che non pare aggiungere nulla di originale che possa farlo emergere con una propria forte identità al di fuori della massa. La prima missione di tutorial è pensata per farci acquistare familiarità con l’interfaccia e i comandi, anch’essi piuttosto minimali, così da comprendere sin da subito come ci si muove e si combatte all’interno di questa scacchiera virtuale. Come ho scritto poc’anzi, ogni mercenario si avvalora di un identikit specifico che mette in evidenza i suoi pregi e difetti, al punto da creare un equilibrio sul campo fondamentale per evitare un gioco da “one-man army”. Grazie a queste regole, ogni missione acquista un certo dinamismo, coadiuvato peraltro dalle occasioni che si possono creare scegliendo diversi stili di approccio. Ogni stage può essere affrontato in stealth oppure a fucili spianati, l’importante è conoscere i propri polli al dettaglio, ragionando anche nei due casi su come sfruttare il sistema di coperture ambientale e il campo visivo dei nemici che pattugliano le nostre zone di passaggio. Il combattimento segue la formula madre a menadito, intervallandosi abilmente tra il numero di punti azione spendibili da ogni personaggio (a seconda dell’arma equipaggiata) e una particolare abilità Rage, univoca per ognuno e accumulabile subendo danni sotto forma di punti adrenalina, che tenta di mitigare i difetti che vedremo più avanti aggiungendo un pizzico di piacevolezza nella fruizione del gioco.

Tra una missione e l’altra potremo esplorare la mappa dell’isola in cui ci troviamo, gestendo persino alcuni piccoli incidenti di percorso portati alla luce da una struttura ludica più ruolistica, che prevede la presenza di malattie e ferite da gestire con particolari oggetti da aggiungere all’inventario. Una scarsa gestione della salute dei mercenari porta a un’inevitabile sconfitta, ricordatevelo bene!

SI PUÒ FARE DI PIÙ

Anche se la formula legata al genere è stata rispettata entro i margini accettabili, lo stesso non si può dire né a livello di bilanciamento, né a livello tecnico. Il primo aspetto soffre di una ripetitività persistente di eventi non-sense portati a galla da un’intelligenza artificiale piuttosto ballerina, che pare seguire volontà inconcepibili spingendo i nemici a girare alcune volte in tondo senza una direzione precisa, finanche nascondersi in guardia in punti remoti della mappa, costringendoci a fare un check-up completo delle zone al fine di stanarli.

Le scelte stilistiche e i difetti tecnici penalizzano molto la riuscita del titolo

Anche il campo visivo a volte lascia molto a desiderare, soprattutto perché il proverbiale cono di visione concede spazio a fraintendimenti piuttosto lampanti, aggravati tra l’altro dal fatto che molte coperture sembrano funzionare male a priori. Anche il level-design soffre della stessa ripetitività enunciata poco sopra, poiché ogni scenario sembra praticamente uguale al precedente, cambia soltanto l’obiettivo principale da portare a termine. Tecnicamente il gioco si presenta con una veste grafica cartoonesca indiscutibilmente superficiale, dove animazioni e doppiaggio cozzano tra di loro regalando un feedback piuttosto negativo.

Jagged Alliance: Rage! è un prodotto che lascia molto a desiderare in termini di realizzazione, poiché se non avesse rimarcato i difetti enunciati sul lato tecnico e di gameplay nella parte finale, sarebbe comunque riuscito a ritagliarsi un voto oltre la sufficienza. La modalità multigiocatore cooperativa mi ha spesso lasciato in attesa di risoluzione del matchmaking senza ottenere esiti positivi, difficile quindi sbilanciarsi su una disamina in quel frangente senza aver occasione di provarla. Un franchise storico come questo merita di più, inutile girarci intorno.

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Pro

  • I TBS sono sempre piacevoli da giocare.
  • Alcune scelte di gameplay potrebbero pure funzionare ma…

Contro

  • …finiscono per lasciare spazio alla troppa ripetitività.
  • IA veramente da rivedere.
  • Animazioni e doppiaggio appena sufficienti.
6

Sufficiente

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