Jurassic World: Aftermath – Recensione

VR

Si torna a Isla Nublar, questa volta in una terrorizzante, benché non cruenta, immersione VR senza fili. I Velociraptor di Jurassic World Aftermath non danno scampo.

Sviluppatore / Publisher: Coatsink Software / Oculus Studios Prezzo: € 12,99 Localizzazione: Assente (sottotitoli in inglese) Multiplayer: Assente PEGI: 12+ Disponibile su: Oculus Quest, Quest 2 (piattaforma di prova)

C’era una volta Alien Isolation, tra i migliori titoli mai realizzati sull’universo fantascientifico del celebre xenomorfo, con cui Creative Assembly sorprese tutti passando dai suoi Total War a un fine esperimento survival horror.

Un gioco capace di trasporre e ampliare in una produzione AAA le consuetudini di “orrore in prima persona con nemico imbattibile” tanto care a un’immensa progenie di horror indipendenti, inaugurata da Frictionl Games e poi ripresa da tanti altri con varianti più o meno originali, magari in senso avventuroso o più propriamente stealth.Jurassic World Aftermath recensione oculus quest

Per inquadrare Jurassic World Aftermath è possibile pensare ad Alien Isolation in un’ottica più avvebturosa, senza gli elementi che lo rendevano un’immersive sim

Ecco, per inquadrare il gioco di Coatsink basato sul franchise cinematografico Jurassic, a sua volta connesso ai romanzi di Michael Crichton, è possibile pensare proprio ad Alien Isolation spogliandolo, però, di crafting ed elementi action “attivi” che lo ibridavano verso le immersive sim (qui, se volete, una bella mod per giocarlo in VR). Jurassic World Aftermath si limita alla parte esplorativa, col classico personaggio in remoto ad indicarci gli obiettivi, e soprattutto all’idea di risolvere semplici enigmi mentre una bestiaccia dall’IA non scriptata – Velociraptor, nello specifico, con una sola variante – ci da la caccia. Un mix comunque capace di intrigare e spingere avanti il giocatore, a patto di rispettare alcune prerogative fondamentali del sottogenere. E si, Jurassic World Aftermath ce la fa.

CHE SIMPATICO, QUESTO RAPTOR

Inizialmente il gioco non mi ha fatto una gran bella impressione, nonostante la costante bontà della narrazione: non è mai piacevole, a maggior ragione in VR, trovarsi di fronte a uno scenario che sembra interattivamente scolpito nel cemento armato, fatta eccezione per i terminali (protagonisti quasi esclusivi dei puzzle, con piccole sfide di abilità) e gli abusati armadietti per nascondersi, unici elementi dove le mani non possono allegramente compenetrarsi con le superfici. O, per meglio dire, l’ambientazione appare sagomata nel cartone colorato, visto che Jurassic World Aftermath presenta un’estetica in cel-shading che poco pesa sul processore di Quest/Quest 2 ma riesce ad accarezzare piacevolmente i sensi, coadiuvata dall’ottimo audio direzionale.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • IA dei Raptor ben calibrata. / Ottima narrazione. / Visivamente piacevole.

Contro

  • Scenari poco interattivi. / Breve, senza fattori di rigiocabilità.
7.5

Buono

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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