CIASCUNA CITTÀ HA IL SUO ASSORTIMENTO DI NPC, CHE SARANNO FONDAMENTALI PER LA PROGRESSIONE
Simpatica l’idea di inserire un sistema commerciale variegato, dove ogni città valorizza un bene quotandolo con più o meno denaro, insomma pensato per invogliare il giocatore all’esplorazione piuttosto che alla vendita spasmodica dei propri beni con l’unico scopo di svuotare la stiva. L’hub di gioco principale è Eagle’s Den, una base pirata da cui ricominceremo ogni volta che la nostra nave verrà affondata in giro per i sette mari.
DAVY JONES È LÌ CHE ASPETTA
A tutti gli effetti, infatti, non esiste un sistema di checkpoint pensato per farci ricominciare nelle vicinanze della nostra disfatta, un elemento che tende quasi al genere simulativo, così da costringere in tutti i modi i giocatori a fare attenzione anche alla difficoltà più facile. Esiste infatti una scala di valori che premia gli audaci senza penalizzarli, mentre salendo di difficoltà ci troveremo invece a confrontarci con il permadeath o con la perdita del nostro carico. Eagle’s Den è anche il luogo in cui potremo comprare delle navi nuove, pensate per incrementare il numero di cannoni, la velocità di navigazione per mare o la capacità di cargo. Per essere più specifici, veleggiare verso l’ignoto con un brigantino potrebbe rivelarsi comodo ai fini dell’esplorazione, mentre invece nel combattimento potrebbe essere utile caricare i cannoni sul proprio galeone, dotato di una potenza di fuoco invidiabile.
La componente ruolistica di King of Seas emerge prepotente proprio nella connotazione dei valori con cui andremo a personalizzare la nostra nave, grazie a un inventario suddiviso per undici caselle, rispettivamente sette per le componenti della nave e quattro per le abilità attive che potremo utilizzare durante lo scontro. Fa veramente piacere constatare quanto il gioco sia davvero articolato e ben disposto ad incontrare il volere dei giocatori, che potranno persino personalizzare il proprio stile di gioco grazie anche a un onesto sistema di abilità passive suddivise per tre rami di appartenenza: navigazione, battaglia e voodoo.
BUONO IL COMPARTO TECNICO, PECCATO PER UN SONORO UN PO’ MONOTONO
In Breve: King of Seas è un gioco che sa farsi piacere sin dalle prime battute, un titolo da non sottovalutare che metterà a dura prova le vostre abilità piratesche, coinvolgendovi in un mondo virtuale avvincente e ricco di riferimenti ad altri media. Si poteva fare qualcosa di più in merito a dialoghi e colonna sonora, ma non saranno certo queste condizioni a penalizzare la riuscita di un prodotto che presenta anche un intrigante fattore rigiocabilità. La ricerca di fama e ricchezze non si esaudirà certo con una sola run…
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 7 3700X, 8 GB RAM, GeForce RTX 2070, SSD
Com’è, Come Gira: King of Seas supporta perfettamente la risoluzione 21:9 dello schermo ultrawide usato nella prova. Sul PC in firma non ho notato rallentamenti di sorta tirando al massimo le opzioni grafiche, ma per godersi King of Seas sono sufficienti macchine ben meno prestanti.
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