Nel caso abbiate già completato Pokémon Sole e Luna, verrete accolti da un possente déjà-vu giocando a Ultrasole e Ultraluna. La serie ideata da Satoshi Tajiri non è nuova al concetto di un terzo episodio “definitivo” pubblicato al termine di ogni generazione, ma ai tempi di Pokémon Nero e Bianco venne fatto un ulteriore passo avanti, creando veri e propri seguiti degli episodi principali, capaci di espandere le vicende originali con contenuti nuovi. La settima, attuale generazione viene conclusa in questi giorni con una scelta forse un po’ troppo ardimentosa: Pokémon Ultrasole e Ultraluna espandono sì le vicende vissute appena un anno fa nel lussureggiante arcipelago di Alola, ma lo fanno creando una storia alternativa a quella sperimentata in Sole e Luna, costringendo chi ha passato decine di ore su questi capitoli a rivivere buona parte di una vicenda già conosciuta, presentando il grosso dei contenuti inediti e perciò più interessanti solo verso il finale.
ALOHA ALOLA!
Il risultato è logico: chiunque abbia giocato ai titoli precedenti faticherà, almeno all’inizio, a trovare dei punti di forza tanto incisivi da giustificare la spesa per quella che pare una riedizione lievemente tirata a lucido. A tal proposito, vi consiglio caldamente di farvi un giro sulla nostra recensione dei titoli originali, giacché l’aria che si respira ad Alola non è poi cambiata chissà come durante questi mesi, e i punti di forza del gioco sono rimasti intatti, così come buona parte degli asset.
Nonostante quanto detto, però, la voglia di vedere cosa c’è più avanti salta letteralmente addosso anche solo fissando la copertina del gioco, con quelle stilosissime fusioni tra Necrozma e Solgaleo/Lunalala che promettono sfavillanti avventure interdimensionali. Però, come già detto, la sensazione di già visto all’inizio sarà davvero prepotente, specie perché – a conti fatti – la novità più evidente durante le prime ore di gioco è rappresentata dall’apparizione di due misteriosi elementi della Ultrapattuglia che interromperanno le nostre peregrinazioni in determinati punti della storia. Questi sono poco più che plot device ambulanti, delle “fermate programmate” utili a raggranellare informazioni sul mondo al di là dell’Ultravarco in vista dei ben più interessanti eventi futuri, quando in groppa a Solgaleo o Lanalala potremo addentrarci là dove nessun allenatore di Pokémon si è mai spinto prima.
i punti di forza del gioco sono rimasti intatti, così come buona parte degli asset
IT’S JUST A JUMP TO THE LEFT!
Anche il buon, vecchio Rotom ha qualcosina di nuovo da offrire, abbinando al suo ruolo di gestione del Pokédex una sana dose di straordinari. Occasionalmente, infatti, i suoi occhi lampeggeranno, concedendo la possibilità di ottenere particolari bonus attraverso una sorta di slot machine chiamata Roto’n’Roll. Bonus che hanno un posto tutto loro nello zaino e garantiscono vantaggi di ogni tipo (il mio preferito è l’impagabile velocizzazione del tempo di schiusa per le eventuali uova che decideremo di portarci a spasso). Il resto degli extra incontrati durante la strada già battuta lascia un po’ il tempo che trova, con attività collaterali un po’ insipide (o, più onestamente, mirate a una fascia demografica differente dalla mia) tipo il fotoclub, utile quantomeno per aumentare il legame con i pokémon immortalati tra buffe pose e scenografie varie.
Messe da parte le ombre del déjà-vu, Pokémon Ultrasole e Ultraluna mostrano il proprio valore quando si tratta di affrontare i contenuti che girano attorno al misterioso Necrozma, come l’ambita possibilità di attraversare l’Ultravarco e viaggiare per migliaia di anni luce mediante l’ennesimo sottogioco, dove raccogliere sfere di energia per incrementare la distanza percorsa e raggiungere così dimensioni sempre più lontane a caccia di Pokémon leggendari. Un consiglio da fratello maggiore: i comandi che il gioco ci propina di base in questa sezione sono pessimi, con la direzione della nostra cavalcatura soggetta ai capricci del giroscopio del 3DS. Molto meglio, quindi, visitare la sede della Game Freak a Kantai, dove sostituire la scelta iniziale con un ben più pratico controllo tramite circle pad.
Pokémon Ultrasole e Ultraluna mostrano il proprio valore quando si tratta di affrontare i contenuti che girano attorno al misterioso Necrozma
Con quattrocento bestiole da catturare, Pokémon Ultrasole e Ultraluna non è affatto avaro di contenuti, ed è facile lasciarsi alle spalle l’iniziale delusione una volta raggiunti i più ghiotti contenuti finali. Del resto, se non avete digerito quei buffoni del team Skull, non vorrete certo perdervi la possibilità di scontrarvi con la grande riunione di cattivi del team Rainbow Rocket! Per i fan di vecchia data, questo autentico appuntamento con il destino potrebbe bastare da solo a giustificare il prezzo del biglietto.
La settima generazione di Pokémon si chiude col botto, ma se avete infuso un’infinità di ore (possibilissimo, considerato i giochi di cui stiamo parlando) in Sole e Luna c’è il rischio che le battute iniziali di questo nuovo viaggio possano apparirvi come una vera e propria prova di fede; una sorta di purgatorio digitale, insomma, prima di mettere le mani su novità degne di questo nome, purtroppo decisamente centellinate in fase d’apertura e oltre. Potreste stringere i denti, magari scegliendo un nuovo pokémon di partenza, ma questo non toglie che Ultrasole e Ultraluna si pongono come un acquisto imprescindibile solo per chi ha saltato a piè pari i due giochi precedenti… O per chi ha un conto in sospeso con Necrozma, chiaro!