Rogue Waters - Recensione

PC

Signori, milady, ricorderete questo giorno come il giorno in cui avete quasi catturato Capitan Cutter! Aspetta, ma non era Jack Sparrow? Sì, ma questo quote calza a pennello anche in Rogue Waters.

Sviluppatore / Publisher: Ice Code Games / Tripwire Presents  Prezzo: 28.99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam, Epic) Data d’uscita: Già disponibile

Tra tutte le bande di pendagli da forca e tagliagole che hanno camminato lungo la storia di questo mondo, i pirati, soprattutto quelli dei Caraibi nel secolo XVII, hanno saputo conquistare un posto d’onore nella letteratura guadagnando un’aura romantica capace di far sognare grandi e piccini. Da Guybrush Threepwood della serie Monkey Island a Jack Sparrow con i suoi Pirati dei Caraibi, le storie di cappa e spada con una spruzzata di fantasy ambientate nelle assolate lande delle Americhe non si contano quasi più. Dopo Shadow Gambit: The Cursed Crew della compianta Mimimi Games, torno a terrorizzare i sette mari con Rogue Waters, strategico con combattimenti a turni sviluppato da Ice Code Games, studio polacco che ha già dimostrato di saperci fare con Hard West 2. La storia parla della sete di vendetta di Cutter, tradito dal capitano Blackbone e privato di un occhio.

Grazie all’aiuto della Dea Annegata, è ora immortale – assist per il gameplay roguelite, nomen omen – e in grado di comunicare con i mostri marini, così da permettervi di urlare “release the kraken!” come nel famoso meme di Zeus. Non è una battuta, il simpatico polipetto può davvero intervenire in battaglia e ridurre in poltiglia fino a cinque nemici per volta, ma nonostante questo aiutino portare a casa la pellaccia non sarà un’impresa facile.

ROGUE WATERS, BALORDO A BABORDO!

Dopo aver selezionato uno dei quattro livelli di difficoltà disponibili dall’inizio, su un totale di quindici (quin-di-ci!) e modificabile in qualsiasi momento, si ripercorrono gli eventi che han portato alla rottura tra Cutter e Blackbone in una mini campagna che funge da tutorial. Una volta terminato il prologo, saremo ridotti a navigare con una bagnarola e un equipaggio di cinque imbranati; al momento l’infido ex capitano può dormire sonni tranquilli, ma non sa che siam pronti a recarci nelle peggiori taverne per reclutare avanzi di galera, ciascuno con il proprio albero delle skill, pronti a unirsi a chiunque abbia sufficiente Vetro – questa la valuta del gioco – per assoldarli.

Una bella spintarella, e il nemico è instakillato.

Dopo averne speso un po’ anche per potenziare la nostra nave, siam pronti a partire. Ogni missione, che può appartenere alla main quest o essere un semplice incarico di contorno, è strutturata secondo lo stile di progressione visto in Slay the Spire, con una serie di bivi – ma ci sono anche alcuni percorsi lineari – che portano a battaglie o eventi speciali fino allo scontro finale con il boss. Non resta che leggere con attenzione tutti i dati disponibili sulle destinazioni, che includono grado di sfida e ricompense in caso di successo, e salpare verso la meta scelta, che il più delle volte sarà una nave da attaccare. Va sottolineato che gli arrembaggi non iniziano proprio con il piede giusto; chiunque abbia mai assaltato una nave sa benissimo che l’avvicinamento è cruciale, soprattutto in un’epoca nella quale i cannoni erano quasi tutti posizionati lungo i fianchi.

Le battaglie navali sono poco interessanti, non sono contemplate manovre di avvicinamento e si parte con i galeoni già uno di fianco all’altro

Rogue Waters ci presenta invece i due galeoni già uno accanto all’altro, perfettamente paralleli e pronti a bombardarsi l’un l’altro. Come in molti strategici a turni, le prossime mosse del nemico sono visualizzate per consentirci di prendere le giuste contromisure. Si tratta essenzialmente di decidere se distruggere le bocche di fuoco avversarie prima che possano spararci addosso o puntare verso strutture vitali quali gli alloggi della ciurma in modo da indebolire il nemico, consci però che potremmo subire lo stesso trattamento. Dopo tre turni di questo tipo di convenevoli, è tempo di scendere sul campo e finire il lavoro con le nostre mani.

SPALLE AL MURO

Rogue Waters simula a dovere le mischie in spazi angusti quali il ponte di una nave o la grotta di un’isoletta sperduta. I punti da spendere per i movimenti sono generalmente pochi, e si riducono a uno qualora fossimo adiacenti alla casellina occupata da un nemico. La musica cambia quando si attacca: quante volte abbiamo visto, nei film di cappa e spada, un duellante avanzare e l’altro retrocedere tentando di difendersi, attento a non inciampare, per poi avanzare a sua volta? Qui funziona esattamente allo stesso modo; non è tanto importante in che modo si colpisce un avversario, ma è vitale capire dove andrà a finire in seguito al nostro attacco.

Questo polpo alla catalana risulterà indigesto a molti.

Alle sue spalle c’è una casella libera? Farà semplicemente un passo indietro. È sul bordo della nave? Volerà giù, diventando mangime per pesci. E se dietro ci fosse una pesante cassa? O un suo compagno? O magari un altro nostro personaggio, dotato di una skill in grado di infliggere punti ferita a chiunque gli vada addosso? Le varie classi sono spesso dotate di abilità passive che si attivano proprio in seguito a contatti, e la chiave per una vittoria schiacciante consiste proprio nel costruire, magari in un paio di turni, un devastante effetto domino.

C’È SOLO UN IMMORTALE

Più facile a dirsi che a farsi, soprattutto nelle prime run quando l’esperienza accumulata su altri giochi con combattimenti a turni ci focalizza più sull’infliggere danni che sugli spostamenti. Qualora la nostra squadra finisse agli squali, non è un grosso problema dato che Cutter è immortale e pronto a ritornare in battaglia pimpante come non mai.

Quando siamo vicini a unità nemiche, i nostri movimenti sono limitati.

La ciurma invece subirà un malus di punti ferita, diventando così sempre più debole e predisposta a finire al tappeto nuovamente. È tempo di mettere i feriti momentaneamente a riposo, reclutare nuovo personale, upgradare la nave e lanciarsi nuovamente all’avventura.

La possibilità di spingere i nemici giù dal ponte, contro ostacoli o addosso ai loro compari aggiunge un tocco di novità al solito sistema di combattimenti a turni

Lo spirito roguelite di Rogue Waters vuole la morte come parte dell’esperienza, e i nemici che non sconfiggerete al primo tentativo con astuzia e abilità prima o poi li prenderete per sfinimento dato che a ogni run sarete un pochino più forti. Corpo di mille balene, che ci fate ancora qui? Blackbone va in giro a dire che siete più repellenti di una scimmia in négligée, non avete nulla da dirgli? – Cit. Monkey Island.

In Breve: Rogue Waters è un roguelite con combattimenti a turni che sicuramente non è tra i più completi in circolazione, ma gode di un’ambientazione affascinante e di un interessante utilizzo di spinte e proiezioni per creare effetti domino e sbarazzarsi velocemente dei nemici. Perdipiù, ha una storia da seguire tutta d’un fiato o prendendosi delle pause mentre ci si cimenta nelle numerose missioni secondarie. Sfortunatamente la sezione degli scontri navali non è stata articolata a sufficienza, ma le battaglie e la crescita dei personaggi risollevano le sorti di questa produzione, che non mancherà di appassionare gli amanti dei combattimenti a turni.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Mi ha proposto di default le impostazioni sparate al massimo e non ci sono stati rallentamenti.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Combattimenti a turni arricchiti dalla possibilità di spingere / Progressione à la Slay the Spire indovinata / Graficamente ben realizzato

Contro

  • Battaglie navali poco interessanti
8

Più che buono

Password dimenticata