Harmony: The Fall of Reverie – Recensione

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Quanto è profondo il legame tra una madre e una figlia? In Harmony: The Fall of Reverie, la nuova avventura narrativa sviluppata da Don’t Nod, si scopre ogni perché e anche di più.

Sviluppatore / Publisher: Don’t Nod / Don’t Nod Prezzo: € 19,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: + 16 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 5, Xbox Series X|S, Switch Data d’uscita: 8 giugno

La luce esiste, l’amore esiste e la pace pure. Non ne ho mai avuto conferma finché non ho concluso Harmony: The Fall of Reverie. È strano partire dalla fine, eppure non potevo fare altrimenti: in certe occasioni è meglio pensare a cosa si è vissuto e in che modo qualcosa è stato raccontato per capirne l’essenza. Don’t Nod, da sempre abilissima a narrare storie dal grande impatto emotivo, non ha deluso neppure in questa occasione. Dell’oggetto di questa recensione avevo già parlato qualche tempo fa, interfacciandomi con un’opera promettente e curiosa, descritta come appassionante e commovente.

Ora che il racconto si è lasciato scoprire in ogni sfumatura, proposto con coraggio e densità di tematiche com’è tipico in opere di questo calibro, capisco quanto il viaggio si sia discostato dalle altre produzioni dello studio di sviluppo parigino. Harmony: The Fall of Reverie è una scoperta interiore che coinvolge ed emoziona, trasportando il giocatore in uno scenario e in un contesto unici, profondi.

RACCONTI DI MOMENTI PERDUTI E RITROVATI

Come abbiamo già visto, Polly è una giovane donna che ritorna ad Atina, la sua città natale, con la speranza di ritrovare sua madre Ursula, scomparsa misteriosamente nel nulla. All’interno della sua casa d’infanzia, alla ricerca di qualunque indizio possa aiutarla nella ricerca della persona più importante della sua vita, trova una collana che conserva un grande potere magico e che la trasporta in un mondo alternativo dominato dalle Ambizioni umane, figure eteree che rappresentano il potere ancestrale presente nel cuore e nella mente di chiunque.

La scrittura di Harmony: The Fall of Reverie, sorretta da dialoghi convincenti e coinvolgenti, colpisce nel segno in modo semplice ma efficace

Qualunque persona ha una parte di caos, come di gloria e gioia, come di verità e giustizia. Ecco, immaginate le aspirazioni con dei volti, delle anime nei loro involucri immortali e delle parole cariche di ogni tipo di sregolatezza e follia. Se lo avete appena fatto, sappiate che potreste trovarvi di fronte a qualcosa di inedito e particolareggiato che va ben oltre le ottime aspettative attorno a questo titolo. La scrittura di Harmony: The Fall of Reverie, sorretta da dialoghi convincenti e coinvolgenti, colpisce nel segno in modo semplice ma efficace, abbracciando uno stile già collaudato in passato da Don’t Nod con le sue altre avventure grafiche.

Si torna sempre dove si è stati bene.

La differenza sostanziale ma rilevante, però, è che Harmony: The Fall of Reverie dimostra di essere una produzione che amalgama sapientemente delle caratteristiche inserite nel contesto con ancor più coraggio e precisione, delineando un racconto dal grande impatto emotivo. Le tematiche toccate, infatti, narrano di una ragazza alla costante ricerca di sé stessa in un mondo in perpetuo mutamento. Polly, divisa fra la realtà e il mondo di Reverie, comprende il potere della chiaroveggenza solo quando capisce che Harmony è una parte fondamentale del suo essere. Per salvare il mondo da una megacorporazione, interessata più ai soldi che al resto, dovrà andare ben oltre i suoi limiti, scoprendo segreti e facendo nuove conoscenze.

LE SFUMATURE DI HARMONY: THE FALL OF REVERIE

Sospesa tra visual novel e videogioco d’avventura, Harmony: The Fall of Reverie non aggiunge nulla di fin troppo originale al suo pacchetto, lasciando al giocatore la libertà di seguire l’approccio preferito e adeguato in base alle proprie convinzioni. Se il lato da visual novel funziona in maniera ottima, alternandosi a cinematic disegnate a mano oltre a parti con dei dialoghi scritti egregiamente, quello più interattivo è essenziale ma comunque ben amalgamato nel contesto, preciso e diretto allo scopo.

Se il lato da visual novel funziona ottimamente, quello più interattivo è essenziale ma comunque ben amalgamato nel contesto

Funziona perché, oltre a presentare una struttura ludica molto ispirata, all’interno dell’Augural è possibile scegliere il proprio percorso. Cos’è l’Augural, però? Una specie di enorme tavola mentale che appartiene a Polly, in cui può scegliere quali percorsi seguire e a quale Ambizione dare credito rispetto a un’altra. Nonostante l’interazione sia limitata, l’obiettivo è raccogliere più gemme possibili per avanzare nell’esperienza e sbloccare in seguito gli altri atti, in totale cinque per arrivare ai titoli di coda. Considerando che ci sono finali diversi, la longevità è legata alla rigiocabilità dell’opera, che vale sempre la pena iniziare per sapere come sarebbe andata se si fossero intraprese delle scelte differenti.

Harmony: The Fall of Reverie

All’interno dell’Augural nulla è predefinito o già deciso.

Anche se si tratta di un game design non particolarmente articolato, quello di Harmony: The Fall of Reverie arriva al suo obiettivo senza troppe complicazioni, scegliendo un approccio comunque originale e mai provato prima nelle opere di Don’t Nod, coinvolgendo direttamente anche il lato visual novel, inevitabilmente legato all’architettura ludica dell’opera. Aspettarsi qualcosa di diverso, considerando il passato del team parigino, era molto difficile, ma quanto è stato proposto è comunque soddisfacente. È un’opera che emoziona, spingendo il giocatore nelle braccia di un’interattività basata sulla mente della protagonista e sul dualismo con Harmony, la sua reale essenza, mentre il contorno costruito da Don’t Nod trasporta il giocatore in un’ambientazione mediterranea, leggera e fresca come le spiagge greche, eppure dolce e decisa come quelle siciliane e calabresi.

Anche se si tratta di un game design non particolarmente articolato, quello di Harmony: The Fall of Reverie arriva al suo obiettivo senza troppe complicazioni

Dopo Arcadia Bay, infatti, Atina è un’evoluzione totale dell’approccio di Don’t Nod alle opere narrative, nonché un luogo che spinge a una riflessione totale sia sul passato del team parigino, sia sul suo presente. Dopo opere come Gerda: A Flame in Winter, pensavo che creare un nuovo contesto fosse complesso. C’è un passato da cui tornare, che è il motivo per chiunque è spinto a riscoprirsi. C’è una madre in attesa di un abbraccio, cui non può essere negato. E c’è Polly/Harmony, che di sé sa ancora molto poco. Atina attende chi sa amare.

In Breve: Harmony: The Fall of Reverie è un’opera intensa, commovente e densa di emozioni. Conferisce a Don’t Nod, ancora una volta, la stessa meraviglia con cui si presentò anni fa nel panorama videoludico, andando ora ben oltre la sua comfort zone. Non c’è molta interazione, eppure l’avventura narrativa che vi troverete davanti, a seconda dei vostri gusti, potrebbe non avere nulla da invidiare a Life is Strange, anche se il fascino di quest’ultima produzione rimane immutato.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Processore AMD Dual-Core A9-9420, 12 GB di RAM, AMD Radeon R5 Graphics
Com’è, Come Gira: Ottimamente, non ho avvertito alcun genere d’intoppo, che siano bug o problemi di stabilità e framerate. D’altronde, si tratta pur sempre di un’avventura grafica di quelle leggere, con stile visivo fumettoso.

 

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Pro

  • Un contesto bellissimo / Una struttura ludica semplice ma efficace / Ottima direzione artistica / L’Augural è un posto affascinante

Contro

  • Una maggiore interattività avrebbe giovato / Non particolarmente originale
8.3

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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