Shadwen - Recensione

PC PS4

Può un intero gioco reggersi solo su un’unica, grande, idea? Fino a ieri avrei risposto di sì, ma l’ultimo titolo Frozenbyte, piccola casa finlandese che negli ultimi dieci anni ci ha regalato Trine e Shadowgrounds, mi ha appena convinto del contrario: una grande idea può essere la colonna portante di tutto il lavoro, ma attorno ad essa devono esserci una serie di funi, impalcature e travi a far stare tutto in piedi. Shadwen, amici, è una colonna di puro marmo, di quelle imponenti che ti fermi ad osservare. Solo che si è schiantata al suolo dopo cinque minuti per colpa del suo stesso peso. E forse c’è pure scappato il morto.

L’ASSASSINA E LA BAMBINA

Cominciamo con le dovute presentazioni: l’ultima opera Frozenbyte è un fondamentalmente uno stealth game in terza persona, ambientato in una specie di universo fantasy-medievale e in cui l’unica regola da rispettare è non farsi mai vedere dalle guardie, pena l’immediato game over. Ciò che, almeno sulla carta, dovrebbe far spiccare Shadwen dagli altri titoli del genere è sia il dover affrontare i vari livelli in compagnia di una dolce e lesta bimba, cercando di preservare al meglio la sua purezza evitando di tagliare gole e pugnalare guardie davanti ai suoi innocenti occhi, sia il particolare modo in cui avanza il tempo di gioco: un po’ come accade in SUPERHOT, il mondo attorno a noi si blocca se smettiamo di muoverci, dandoci – teoricamente – modo di ragionare sul da farsi, anche se con la semplice pressione di un tasto possiamo sia far avanzare l’orologio per, ad esempio, evitare una ronda, sia riavvolgerlo per tornare sui nostri passi ed evitare qualche disastro.

shadwen recensione immagine pc ps4

l’ultima opera Frozenbyte è un fondamentalmente uno stealth game in terza persona

Purtroppo questa curiosa meccanica non funziona affatto. Vedere il mondo bloccarsi continuamente, anche nel bel mezzo di un salto, diventa fin da subito ingestibile e fastidioso, e invece di offrire un buon mezzo per organizzare le proprie mosse diventa in pochi minuti uno scoglio in più da superare per raggiungere la fine del livello. I controlli, assolutamente imprecisi e scomodi, non aiutano nell’impresa: saltare da una parte all’altra della mappa ci riporta quindici anni indietro nel tempo, quando ancora non era raro vedere personaggi fluttuare e incastrarsi nelle sporgenze. Tuttavia, ciò che veramente rasenta il ridicolo è il rampino, strumento fondamentale per raggiungere zone altrimenti inaccessibili e aggirare guardie moleste: l’idea di abbinare allo stesso tasto sia il lancio dell’attrezzo sia il riavvolgimento della corda è semplicemente folle, e ci costringe a spostare la telecamera lontano da appigli per salire, pena veder la protagonista imitare malamente Spider-Man in una follia di corde e cadute.

FISICA MOLESTA

Ciò che rigira il coltello nella piaga di Shadwen è l’infima intelligenza artificiale delle guardie, le quali – almeno teoricamente – dovrebbero sbarrarci la strada: in realtà ci troviamo di fronte a manichini dalle facoltà intellettive di una vite a brugola spanata, che si limitano a rincorrere tutto ciò che si muove accanto a loro. Certo, qualche scena può strappare una sana risata: tenere arpionato un barile con il sempreverde rampino e trascinarlo in giro per la città, mentre un manipolo di soldati preoccupati segue il recipiente esclamando “Mi è sembrato di sentire qualcosa!” è talmente paradossale che fa il giro e diventa geniale, ma dopo cinque minuti siamo già pronti a disinstallare il gioco.

shadwen recensione immagine pc ps4

Frozenbyte questa volta ha fatto un enorme buco nell’acqua

Il fondo viene raschiato dalla bimba, intenta a seguirci senza farsi vedere e che – probabilmente dotata di GPS intracranico – parte come una maratoneta nello stesso momento in cui nessuna guardia osserva la via che deve percorrere, per poi fermarsi e tornare sui propri passi appena cambia qualcosa, passando bellamente in mezzo a ronde, posti di blocco e forze dell’ordine come se niente fosse. Per rispetto verso i nostri confronti i nemici vengono puntualmente colti da cecità acuta, ignorando la presenza della piccola novella criminale. Una vera genialata sarebbe scoprire che la fanciulla è in realtà uno spirito, visibile solo dalla protagonista: ciò spiegherebbe molte cose, ma ahimé dovremo accontentarci di dare la colpa alla solita stupidità artificiale. Frozenbyte questa volta ha fatto un enorme buco nell’acqua, e non mi sento assolutamente di far provare a qualcun altro la brutta esperienza che ho vissuto nel vestire i panni di Shadwen. Come disse il buon Gandalf: “Fuggite, sciocchi!”.

Frozenbyte prova a offrirci uno stealth game dalle meccaniche particolari ma fallisce miseramente, regalandoci un concentrato di disagio e mestizia: l’intelligenza artificiale è ai minimi storici, i comandi sono scomodi e imprecisi e la meccanica di gioco principale, che consiste nel far scorrere il tempo solo quando ci muoviamo, diventa ben presto una dolorosa spina nel fianco. Shadwen è un titolo che nasce già vecchio, e purtroppo non riesce ad azzeccarne nemmeno una. Peccato.

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Pro

  • A volte fa ridere...
  • I giochi stealth non sono mai abbastanza.

Contro

  • ...ma fa soprattutto piangere.
  • Intelligenza Artificiale imbarazzante.
  • Controlli e meccaniche che non funzionano.
4.5

Gravemente Insufficiente

Si ostina pervicacemente a usare un portatile che non vorrebbero più nemmeno al Museo della Scienza e della Tecnica, oltre a vestirsi come Padre Maronno. Abita con un pappagallo che ha chiamato Chocobo, ma non crediamo abbia mai provato a cavalcarlo per davvero (o almeno c’è da sperarlo).

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