Può un intero gioco reggersi solo su un’unica, grande, idea? Fino a ieri avrei risposto di sì, ma l’ultimo titolo Frozenbyte, piccola casa finlandese che negli ultimi dieci anni ci ha regalato Trine e Shadowgrounds, mi ha appena convinto del contrario: una grande idea può essere la colonna portante di tutto il lavoro, ma attorno ad essa devono esserci una serie di funi, impalcature e travi a far stare tutto in piedi. Shadwen, amici, è una colonna di puro marmo, di quelle imponenti che ti fermi ad osservare. Solo che si è schiantata al suolo dopo cinque minuti per colpa del suo stesso peso. E forse c’è pure scappato il morto.
L’ASSASSINA E LA BAMBINA
Cominciamo con le dovute presentazioni: l’ultima opera Frozenbyte è un fondamentalmente uno stealth game in terza persona, ambientato in una specie di universo fantasy-medievale e in cui l’unica regola da rispettare è non farsi mai vedere dalle guardie, pena l’immediato game over. Ciò che, almeno sulla carta, dovrebbe far spiccare Shadwen dagli altri titoli del genere è sia il dover affrontare i vari livelli in compagnia di una dolce e lesta bimba, cercando di preservare al meglio la sua purezza evitando di tagliare gole e pugnalare guardie davanti ai suoi innocenti occhi, sia il particolare modo in cui avanza il tempo di gioco: un po’ come accade in SUPERHOT, il mondo attorno a noi si blocca se smettiamo di muoverci, dandoci – teoricamente – modo di ragionare sul da farsi, anche se con la semplice pressione di un tasto possiamo sia far avanzare l’orologio per, ad esempio, evitare una ronda, sia riavvolgerlo per tornare sui nostri passi ed evitare qualche disastro.
l’ultima opera Frozenbyte è un fondamentalmente uno stealth game in terza persona
FISICA MOLESTA
Ciò che rigira il coltello nella piaga di Shadwen è l’infima intelligenza artificiale delle guardie, le quali – almeno teoricamente – dovrebbero sbarrarci la strada: in realtà ci troviamo di fronte a manichini dalle facoltà intellettive di una vite a brugola spanata, che si limitano a rincorrere tutto ciò che si muove accanto a loro. Certo, qualche scena può strappare una sana risata: tenere arpionato un barile con il sempreverde rampino e trascinarlo in giro per la città, mentre un manipolo di soldati preoccupati segue il recipiente esclamando “Mi è sembrato di sentire qualcosa!” è talmente paradossale che fa il giro e diventa geniale, ma dopo cinque minuti siamo già pronti a disinstallare il gioco.
Frozenbyte questa volta ha fatto un enorme buco nell’acqua
Frozenbyte prova a offrirci uno stealth game dalle meccaniche particolari ma fallisce miseramente, regalandoci un concentrato di disagio e mestizia: l’intelligenza artificiale è ai minimi storici, i comandi sono scomodi e imprecisi e la meccanica di gioco principale, che consiste nel far scorrere il tempo solo quando ci muoviamo, diventa ben presto una dolorosa spina nel fianco. Shadwen è un titolo che nasce già vecchio, e purtroppo non riesce ad azzeccarne nemmeno una. Peccato.