SteamWorld Heist 2 - Recensione

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Ormai quello di SteamWorld è un universo narrativo che vanta diversi generi tra le sue fila, dai metroidvania ai city builder. Questa volta vi parliamo del secondo capitolo dello strategico SteamWorld Heist, che mantiene la formula originaria pur con qualche variazione degna di nota.

Sviluppatore / Publisher: Thunderful Development / Thunderful Publishing Prezzo: € 29.99 Localizzazione: Testi Multiplayer: assente PEGI: 7 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games, Gog.com), PS4, PS5, Xbox Series X S, Xbox One, Nintendo Switch Data d’uscita: 8 agosto 2024

Con tutti gli anni passati dal primo, apprezzato capitolo, era ora di tornare a comandare carismatici steambot in avventure dal retrogusto western.

Questa volta non siamo nello spazio, ma su una frazione di quello che rimane del pianeta Terra dopo la sua esplosione, l’unica parte rimasta con abbondanza di acqua, indispensabile per il funzionamento di robot a vapore.

STEAMWORLD HEIST 2 DALLO SPAZIO ALL’OCEANO

SteamWorld Heist 2 non ci mette né due né tre a mettere in bella mostra le sue peculiarità, per cui non vedo perché io dovrei stare qui a gigioneggiare. Di base, abbiamo di fronte uno strategico a turni in cui guidiamo una squadra di personaggi, ciascuno con una propria classe. Niente di strano, no? Vero, verissimo, ma una caratteristica più unica che rara si fa notare subito, nel semplice ma importantissimo atto di prendere la mira: questo gesto è del tutto manuale, non esiste un lock-on del bersaglio, e per di più, paradosso dei paradossi, i nostri bot avranno una mano non proprio di ferro, per cui la fermezza del loro tiro non sarà assoluta.

Il mio Fiancheggiatore beccato alle spalle. Che smacco!

Anzi, certe abilità puntano proprio a ridurre questa incertezza. Questo fa spesso la differenza tra un colpo critico o no, ma non disperate: dove troviamo un problema, possiamo spesso scovare anche un’opportunità; infatti, capita anche di sfruttare pareti e ripari per colpire di rimbalzo i nostri nemici. Un altro elemento di gameplay piuttosto particolare riguarda proprio le classi: non sono determinate a priori, ma vengono assegnate in base all’arma equipaggiata. Per capirci, ogni steambot parte con il proprio ferro preferito, per esempio la signorina Barbara “Crowbar” Crowe ha in dotazione un fucile a pompa, e questo fa di lei un Fiancheggiatore (una classe veloce che fa più danni colpendo i nemici alle spalle); basta però darle un lanciarazzi per farla diventare un Artificiere. Perché farlo?

Questo fa spesso la differenza tra un colpo critico o no, ma non disperate: dove troviamo un problema, possiamo spesso scovare anche un’opportunità

Cioè, perché oltre al fatto che è sempre bello andare in giro con un lanciarazzi? Perchè in questo modo apprenderà delle abilità disponibili solo all’Artificiere, che poi potrà riutilizzare anche quando tornerà a essere Fiancheggiatore. Questo sistema offre una quantità notevolissima di combinazioni tattiche, vere e proprie permutazioni come nemmeno negli esami di statistica.

Alla taverna puoi sempre trovare una buona band.

Potreste addirittura decidere di fare una missione in cui tutti gli steambot hanno la stessa classe, basta avere abbastanza armi dello stesso tipo. E la cosa bella è che SteamWorld Heist 2 incentiva questo tipo di tentativi un po’ strampalati, perché se anche falliste una missione, non c’è problema, il gioco non vi punirà: niente permadeath né perdita di risorse, semplicemente tornerete allo schermo iniziale della missione e potrete decidere se riprovarci o cercare avventure altrove. Ho gradito molto questa flessibilità perché evita di rendere l’esperienza di gioco frustrante. Con tutti i soulslike in giro, ben vengano alternative di questo tipo.

Il sistema di classi offre una quantità notevolissima di combinazioni tattiche da sperimentare

E la flessibilità è chiaramente qualcosa di importante per gli sviluppatori di Thunderful Development, si vede anche nel loro approccio alla difficoltà: mi sono trovato davanti a un elevato numero di opzioni, che sono ben in grado di soddisfare un’ampia gamma di giocatori. Questo argomento per me è un pallino su cui mi inchiodo spesso, nel senso che in tantissimi giochi vorrei un livello intermedio tra uno che trovo banale e un altro che richiede più impegno di quello che mi viene da mettere certe sere. Per dire, mi capitò con Starcraft 2. Invece con Company of Heroes 3 no, lì rimasi soddisfatto. Ma tornando a noi: il livello di difficoltà massimo è bello tosto, bisogna sia pensare con attenzione alla configurazione del party, sia massimizzare l’efficienza di ogni singola mossa. Anche gli altri livelli offrono buoni livelli di sfida, e solo a “Facile” si può andare in giro senza sfruttare le coperture e sperare di arrivare a fine missione.

SALVARE IL MONDO CON IL SORRISO

A proposito di missioni, va detto che alcune sono un po’ corte, ma questo problema tende a risolversi con il progredire della campagna, e la struttura stessa delle missioni, insieme agli obiettivi, garantisce una certa variabilità anche se le mappe non sono giganti. Ancora più degli elementi di gameplay, la caratterizzazione di SteamWorld Heist 2 sta nel suo tono, leggero e simpatico. Non ci sono tanti videogiochi che cercano di fare dello humour la propria cifra stilistica. In questo caso, secondo me si è puntato soprattutto sulla spensieratezza. E per quanto ami, anzi adori giochi con Darkest Dungeon (entrambi), sapete che c’è? Una volta ogni tanto ci sta non doversi preoccupare che una scelta sbagliata potrebbe far bruciare il mondo intero. Per farvi capire quanto la spensieratezza sia stata una priorità degli sviluppatori, vi parlo di un aspetto così laterale che diventa emblematico: i cappelli. Ogni personaggio, amico o nemico, ne ha uno, e noi possiamo raccogliere quelli nemici per poi indossarli. A cosa servono? Niente. Non servono a niente.

Mi sa che mi sono messo nei guai.

Li possiamo anche comprare, spendendo preziosi galloni (la risorsa principale del gioco) che potremmo usare per armi o altro. E, ripeto, non servono a niente. Ma vuoi mettere che stile? In maniera del tutto coerente, anche la narrazione è allegra, con battute più o meno riuscite che fanno da contorno a un cast di personaggi irresistibili, cui mi sono affezionato in fretta.

I cappelli si possono comprare o raccogliere dai nemici. A cosa servono? Niente, ma volete mettere che stile?

La campagna ha un andamento lineare senza side quest o bivi narrativi, ma d’altra parte stiamo parlando di uno strategico, non di un RPG, quindi non mi pare un problema grave. Leggermente più seria la relativa scarsezza di varietà nei nemici: relativa, sottolineo, perché sto cercando il pelo nell’uovo, visto che vi sto parlando di un titolo che rasenta l’eccellenza. Sto finendo lo spazio e mi rendo conto di non essere riuscito a parlare di tutti gli aspetti che mi sono piaciuti di SteamWorld Heist 2, quindi adesso vi lascio nella speranza che proviate questo gioco e che vi divertiate quanto mi sono divertito io.

In Breve: SteamWorld Heist 2 mi ha catturato fin da subito per il suo tono scanzonato e per il fatto di offrire una notevole profondità tattica senza essere punitivo nel suo approccio. Al contrario, gli sviluppatori sembrano dire “Dai, prova anche questa cosa qua, tanto mica hai niente da perdere!”. La gestione del livello di difficoltà e le strutture delle missioni fanno il resto, mentre è solo una parziale mancanza di varietà di nemici che impedisce al gioco di Thunderful Development di raggiungere l’eccellenza.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-10750H, RTX 2070, SSD
Com’è, Come Gira: Un po’ di bulloni che saltano con qualche fuoco d’artificio non possono certo mettere in difficoltà configurazioni moderne. Anche al massimo dei dettagli, è sempre filato via tutto liscio come l’olio senza l’ombra di rallentamenti.

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Pro

  • Tono spensierato / Sistema di classi unico / Tutto quanto invita alla sperimentazione

Contro

  • Un po’ più di varietà di nemici non avrebbe guastato
8.8

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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