Dopo essere riusciti a rendere popolare in Occidente il genere delle visual novel investigative con le serie Danganronpa e Zero Escape, Kazutaka Kodaka e Kotaro Uchikoshi tornano alla ribalta con un nuovo progetto nato in seno alla loro software house indipendente, Too kyo Games. The Hundred Line: Last Defense Academy va in effetti considerato come la convergenza ideale di due percorsi autoriali iniziati ormai decenni fa, giustificato dal grande successo raccolto in patria dai precedenti lavori dei suoi creatori, con la speranza che il futuro possa regalare altrettanto interesse da parte del pubblico.
Sviluppatore / Publisher: Too Kyo Games, Media.Vision / Aniplex Prezzo: € 59,00 / Localizzazione: Testi in inglese Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), Nintendo Switch Data di lancio: 24 Aprile
The Hundred Line: Last Defense Academy è un videogioco mastodontico, sia per ricchezza di contenuti che per ambizione. La trama segue le peripezie di Takumi Sumino, un giovane abitante del complesso residenziale di Tokyo, un (apparente) angolo di paradiso urbano nel quale il cielo è riprodotto da pannelli video montati su un gigantesco soffitto.
Il protagonista condivide le sue giornate con l’amica d’infanzia, l’inseparabile Karua, che trascorre il tempo con Takumi sognando di vedere il mondo esterno, ma nasconde anche una storia tragica dietro il suo dolce sorriso, quella di una famiglia proiettata nella disperazione da eventi drammatici. La trama segue le peripezie di Takumi Sumino, un giovane abitante del complesso residenziale di Tokyo
LE 100 (?) GIORNATE DI SODOMA
Come c’era da aspettarsi dal portfolio dei due scrittori/director, The Hundred Line: Last Defense Academy si presenta come una visual novel in piena regola: elementi RPG e battaglie tattiche su griglia non contribuiscono più di tanto a modificare quella che, in gran parte, rimane un’esperienza prettamente testuale. Avvicinandosi a questo titolo occorre dunque considerare che la storia raccontata resta sempre il principale motivo di interesse del prodotto, quello in cui duo Uchikoshi e Kodaka ha riversato tutta l’esperienza accumulata nei decenni scorsi. Proprio per questo motivo è facile capire perché fin dall’inizio come la qualità della sceneggiatura sia estremamente alta e lo rimanga anche a distanza di decine di ore: l’intreccio risulta senza dubbio accattivante, caratterizzato da una sequela incessante di colpi di scena che tengono sempre alta l’attenzione del giocatore, anche quando la situazione sembra essere risolta.

Un gruppo di studenti si risveglia in una classe senza sapere come siano arrivati lì: i fan della serie Danganronpa si troveranno sicuramente a casa!
Pur proponendo un incipit narrativo vicino a quelli dei suoi lavori passati, Kazutaka Kodaka riesce a liberarsi dal peso del proprio pedigree e a descrivere un cast di quindici protagonisti variegato e accattivante. Ci si beffa costantemente delle aspettative del pubblico e degli appassionati di lunga data (addirittura impersonificati da una delle protagoniste!), ribaltando tropi e cliché noti a chiunque conosca un minimo le opere di questo autore, con una maestria e una consapevolezza stilistica che lascia positivamente colpiti. Come se non bastasse, The Hundred Line: Last Defense Academy rappresenta di per sé un vero e proprio sandbox narrativo che invita i giocatori a scoprire ben 100 epiloghi differenti (!) e decine di svolgimenti narrativi del tutto differenti a seconda delle scelte prese quando si è chiamati a dover imboccare una direzione tra quelle proposte. In tal senso, non è una novità che visual novel e avventure testuali contemplino più partite con esiti diversi per sbloccare svolgimenti extra – normalmente considerati definitivi. The Hundred Line: Last Defense Academy rappresenta di per sé un vero e proprio sandbox narrativo
UNA GUERRA PER DIFENDERE L’UMANITA’
Nel videogioco diretto da Uchikoshi e Kodaka si possono rintracciare influenze e citazioni alle più disparate opere che hanno influenzato il loro percorso autoriale, nonché il mondo dell’intrattenimento giovanile degli ultimi decenni: si passa dal famigerato “Yaranaika?” di Kuso Miso Technique (caposaldo della letteratura pop omosessuale giapponese del 1987), al linguaggio tipico della gioventù cresciuta sui server Discord, dagli omaggi ad altri videogiochi come lo stesso Danganronpa (vi sfido a trovare Monokuma) a riferimenti “per addetti ai lavori” come la visual novel Saya no Uta di Nitroplus, senza dimenticare alcune scene che sembrano fare il verso al tanto apprezzato Doki Doki Literature Club di Dan Salvato. Forte di una sceneggiatura mastodontica, equivalente per lunghezza a tre volte l’intera serie di libri di Harry Potter, è inutile specificare come nulla venga lasciato al caso; anche i personaggi che possono sembrare più intrappolati all’interno di stereotipi derivati dalla narrativa per ragazzi giapponese vengono esplorati a fondo ed esaminati sotto una nuova luce quando la narrazione lo ritiene necessario.

Un po’ Fire Emblem, un po’ Shin Megami Tensei Devil Survivor, le battaglie in Hundred Line potrebbero non impensierire i veterani dei videogiochi tattici, ma non sono comunque da sottovalutare!
Muovendosi come un funambolo tra generi narrativi differenti e situazioni paradossali, The Hundred Line: Last Defense Academy dimostra l’importanza del genere visual novel nel panorama videoludico odierno, toccando anche temi d’importanza contemporanea in modo sincero, schietto, e per nulla didascalico. Solo affrontando molteplici linee narrative tra le decine disponibili si può sperare di ricomporre una soluzione completa per il mistero che avvolge l’accademia, le cause profonde della guerra contro gli invasori, oltre che naturalmente l’origine dei protagonisti e la natura dei loro poteri. un sistema di affinità e statistiche che permette di creare potenziamenti temporanei e strumenti da sfoderare in battaglia
Le domande che restano prive di risposta incoraggiano a immaginare futuri svolgimenti per il franchise di Too kyo Games. Come già menzionato in precedenza, la struttura ludica presenta anche leggere ibridazioni RPG. Sono infatti previsti scontri tattici su griglia, un sistema di affinità e statistiche che permette di creare potenziamenti temporanei e strumenti da sfoderare in battaglia, ma anche di esplorare il passato e le personalità dei protagonisti mediante la creazione di regali a partire da risorse raccolte durante l’esplorazione. Tutti questi elementi – pur se minoritari nell’economia dell’esperienza, e in gran parte sorvolabili – contribuiscono a smorzare l’impressione di avere a che fare con un videogioco prettamente testuale, visto che consentono di navigare tra gli ambienti della Last Defense Academy attraverso scenari tridimensionali di buona fattura. Chi fosse interessato al solo svolgimento delle vicende può anche automatizzare la raccolta di risorse e ignorare le affinità tra i protagonisti. Esortiamo però coloro che trovassero ostici gli scontri nelle parti “clou” dell’avventura a premunirsi per tempo, facendo evolvere le capacità dei protagonisti mediante l’investimento della valuta acquisita durante le battaglie, o la creazione di strumenti tattici e potenziamenti.

Il personaggio dell’istrionica Darumi funge anche da strumento metanarrativo, dando voce alle aspettative dei fan dei precedenti lavori di Kodaka che vengono puntualmente disattese.
Detto ciò, gli scontri tattici proposti nella prima parte dell’avventura riescono a esplicare in modo efficace tutto ciò che bisogna sapere, senza presentare picchi di difficoltà inaspettati. Gli scontri prevedono più ondate di nemici: ogni protagonista presenta mobilità e potenza di fuoco differenti, e ha a disposizione una manciata di tecniche dalla copertura ben evidenziata sulla griglia di movimento. The Hundred Line: Last Defense Academy dimostra l’importanza del genere visual novel nel panorama videoludico odierno
CRUDELTA’ INTRATTENENTE
Volendo trovare un punto debole in quella che si configura come una delle visual novel più ambiziose di sempre, si dovrebbe ricercare in quei punti in cui la narrazione – che è spesso ricca di soverchianti rivelazioni e cliffhanger – rallenta per dare spazio ai “giorni liberi”, durante i quali il giocatore viene chiamato a rafforzare la propria squadra e a perlustrare il territorio circostante. Come già accennato, questi elementi “esterni” alla classica formula narrativa dei racconti testuali possono essere in gran modo ignorati, o addirittura del tutto automatizzati, ma capita che ogni tanto venga richiesto dai co-protagonisti di procurare materiali assenti tra le mura dell’accademia. l’esplorazione viene gestita come su un gioco da tavolo a caselle

Ogni scontro termina con l’esecuzione sul posto del comandante nemico, portata a compimento dal cadetto prescelto dal giocatore.
A condire l’intera esperienza torna in gran spolvero il duo che da sempre accompagna Kodaka-sensei nelle sue sperimentazioni videoludiche, formato dal compositore Masafumi Takada e l’illustratrice e character designer Rui Komatsuzaki. Solo affrontando molteplici linee narrative tra le decine disponibili si può sperare di ricomporre una soluzione completa per il mistero che avvolge l’accademia
In Breve: The Hundred Line: Last Defense Academy è un’opera mastodontica e un esperimento di narrativa sandbox mai visto realizzato in questo modo. La sua forza narrativa è tale da poter risultare fresco e avvincente anche dopo aver raggiunto le oltre 100 ore di gioco. Pur proponendo un aspetto tattico RPG di buona fattura, bisogna sempre considerarne la natura di titolo testuale con grande attenzione. Gli appassionati non possono farsi sfuggire un’opera di questa qualità, mentre coloro che fossero meno avvezzi alle logiche delle visual novel potrebbero dare un’occhiata alla corposa demo disponibile su Nintendo Switch e Steam PC. Per i giocatori che dovessero scegliere di dargli una chance, un solo consiglio: 100 giorni potrebbero sembrare tanti, ma tornerete spesso tra le mura della Last Defense Academy. Forse più spesso di quanto possiate pensare.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 13700K 3.40 GHz, NVIDIA RTX 4090, RAM 32GB, SSD
Com’è, Come gira: Trattandosi di una visual novel con un comparto tridimensionale in cel shading e di semplice fattura, il gioco schizza come una scheggia anche su PC di fascia bassa ad alte risoluzioni.