The Land Beneath Us – Recensione

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Vi piacerebbe essere un’anima sola soletta negli inferi? No? E se vi fosse fornito il corpo di un potente robot guerriero? Già meglio? Allora The Land Beneath Us potrebbe fare al caso vostro.

Sviluppatore / Publisher: FairPlay Studios Co. Ltd / Dear Villagers, Gamera Games Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam), PS5, Nintendo Switch, Xbox Data d’uscita: Già disponibile (al 13 maggio)

Nessun nemico resisterà alla mia furia. Chi si parerà dinanzi a me, assaggerà la mia spada. Chiunque provi a prendermi alle spalle, si ritroverà un proiettile in mezzo alla fronte. Brutte notizie per chi mi attaccherà sul fianco sinistro: verrà trapassato dalla mia lancia. Infine, con un potente maglio, romperò la il cranio a chi si oserà avvicinarsi da destra.

 

Quanta confusione! Ma perché non utilizzare una sola arma per tutto? Perché qui ogni direzione corrisponde a un diverso modo di abbassare l’aspettativa di vita dei nemici. È questo l’elemento distintivo sul quale punta The Land Beneath Us, roguelite a turni di FairPlay Studios distribuito da Dear Villagers, publisher che ha già portato tante perle indie sui nostri monitor, e Gamera Games. Un altro roguelite? Fermi, questo ha le carte in regola per catturare la vostra attenzione, altrimenti non ne avremmo scritto.

THE LAND BENEATH US, STARRING ARAWN DI ANNAWN

Il background del gioco è abbastanza curioso, dato che fonde la mitologia gallese con la fantascienza. Annwn, chiamato anche Annwfn o Annwvyn, giusto per mettere a dura prova la nostra pronuncia, è il regno dell’oltretomba governato da Arawn, divinità della caccia che invece di andare a cervi e fagiani ha ben pensato di rapire il nostro Creatore. Inutile dire che dobbiamo liberarlo e, già che ci siamo, salvare il mondo. A questo punto ci si aspetterebbe un’ambientazione in stile Achilles: Legends Untold, o Hades II, costellata da furibondi scontri tra demoni, dèi, eroi, e semidei. Invece impersoniamo un’anima che si risveglia nel corpo di un robot guerriero chiamato Ultimate Soul Harvester, all’interno di un avveniristico laboratorio. Attraversando un portale, però, eccoci negli inferi pronti ad avanzare un livello dopo l’altro per arrivare alle boss battle.

Abbiamo fatto arrabbiare Re Ameba.

Una volta schiattati come blatte che incontrano una ciabatta, abbandoneremo il nostro involucro metallico per tornare al laboratorio a indossarne uno nuovo. Questo è il pretesto per cucire attorno al gioco la filosofia roguelite: run dopo run il nostro avatar immateriale acquisisce esperienza e risorse da investire per dotarsi di un corpo sempre più forte. Interessante, da questo punto di vista, il nome del modello che ci viene assegnato, inizialmente USH 001 per poi diventare USH 002, 003, eccetera, così da ricordarci i nostri fallimenti. Dispiace per gli streamer che non potranno flexare il video del gioco completato “alla prima run” con un robot che si chiama USH 493, ma The Land Beneath Us non è un gioco così facile.

UN’ARMA PER OGNI DIREZIONE

Il gameplay riporta la nostra mente lì dove tutto iniziò, a quel Rogue del 1980 in cui ci si muoveva di una casellina per ogni turno, con i mostri che facevano altrettanto, contemporaneamente a noi. Necessario dunque, allora come ora, non solo decidere in quale direzione spostarsi, ma anche cercare di prevedere i movimenti dei nemici per non ritrovarceli faccia a faccia nel momento meno opportuno. Un bel contorno giallo evidenzia le caselle in cui gli avversari attaccheranno nel turno successivo, per non lasciar nulla al caso. Ritenete più saggio, in alcune situazioni, rimanere immobili e aspettare l’evolversi della situazione? C’è l’opzione per saltare un turno. A nostra disposizione, all’inizio, solo le nostre metalliche mani, per difenderci a pugni. Completando i livelli però riceviamo in ricompensa, tra gli altri item, armi da fuoco e da mischia. E qui il discorso si complica: abbiamo a disposizione quattro slot per equipaggiarle, uno per ciascuna direzione di movimento.

Meglio non sostare nelle caselle gialle per non venir attaccati.

Significa che se troviamo una spada e la collochiamo in UP, verrà utilizzata solo quando ci muoviamo verso l’alto. Una pistola in DOWN farà fuoco solo quando ci spostiamo verso il basso, e così via. Più si avanza, più radicalmente si differenziano le nostre reazioni a seconda della direzione di marcia. Muoversi verso sinistra, attaccando un nemico con una lancia che colpisce a tre caselle di distanza facendoci al contempo indietreggiare di una, o verso l’alto, anche se quel pugnale non arrecherà grossi danni? Aggiungiamo che ogni mostro ha abilità e punti deboli esclusivi, e otterremo battaglie campali in cui attaccare il giusto nemico dalla giusta direzione è fondamentale.

DAVVERO BASTAVA COSÌ POCO? 

Escludendo questa caratteristica, The Land Beneath Us non propone nulla che non si sia già visto in praticamente tutti i moderni roguelite. Ci sono uscite multiple da ogni livello contrassegnate da un’icona che spiega quali ricompense ci attendono al termine della battaglia successiva, in modo da consentirci di scegliere se lottare per una nuova arma o per incontrare un vendor; sono presenti perk assortiti, che si sciolgono come neve al sole in seguito alla nostra morte; troveremo forzieri, trappole, alleati e boss, più una serie di potenziamenti permanenti da far nostri in seguito alla dipartita, a patto di possedere sufficiente valuta.

Come sempre, prima delle battaglie importanti, ci possiamo rifocillare.

Niente di nuovo, eppure quelle quattro armi assegnate alle direzioni funzionano maledettamente bene, soprattutto grazie a livelli molto piccoli in cui non si compie un passo senza incappare in un nemico. La natura aleatoria dei loot stravolge una delle regole fondamentali dei dungeon crawler: non dobbiamo più costruire un personaggio in base al nostro stile di gioco, bensì adattare il nostro stile di gioco alla direzione in cui ci muoviamo. Non è raro trovarsi a dover investire turni su turni per cercare di colpire un nemico dall’alto verso il basso perché è in DOWN che abbiamo equipaggiato l’arma in grado di infliggergli seri danni. Il tutto, in una pixel art che rappresenta a dovere il mondo sotterraneo che dobbiamo espugnare, e un buon accompagnamento sonoro che sa generare la giusta suspense. E così, il favoloso genere dei roguelite dimostra che ha ancora diverse frecce nel suo arco, perlomeno una per ognuna delle quattro direzioni.

In Breve: The Land Beneath Us si presenta come un classico roguelite a turni dalla piacevole pixel art e con livelli molto piccoli e pieni di insidie, in cui ogni spostamento va ponderato con attenzione. Il sistema di equipaggiamento delle armi però, conferisce una grande varietà di situazioni, rendendo il nostro eroe a volte molto potente solo quando si muove verso l’alto, a volte più forte negli spostamenti laterali, costringendoci ad adeguare la nostra strategia in base alla sua posizione e alla direzione in cui sarebbe più opportuno ingaggiare i nemici. Una buona varietà di mostri, boss e potenziamenti terrà impegnati gli amanti dei roguelite per un bel po’.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Giocato con tutte le impostazioni al massimo, proposte di default, senza nessun problema tecnico. Si può devastare Annwn con una sola mano, grazie a controlli basilari.

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Pro

  • Le quattro armi garantiscono un refolo di novità / Livelli piccoli e molto veloci / Combattimenti avvincenti

Contro

  • Incontri con i boss più rari rispetto a quanto siamo abituati
8.2

Più che buono

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