Andando a rimpolpare la schiera di metroidvania disponibili sul mercato, Vernal Edge prova a farsi notare grazie a una piacevole pixel-art e a un gameplay classico ma immediato e coinvolgente.
Sviluppatore / Publisher: Hello Penguin Team / PID Games Prezzo: € 21,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, Microsoft Store, GOG), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch
Metroidvania, il genere preferito dagli sviluppatori indipendenti. I motivi sono facili da intuire: trattasi di un genere accessibile a un pubblico molto vasto, provvisto di un “manuale di design” composto da innumerevoli tomi che possono dare vita a svariate ramificazioni, sia in termini di ambientazione che di gameplay.
Il difficile tuttavia è riuscire a creare qualcosa capace di distinguersi dalla massa, impresa riuscita davvero a pochissimi titoli del passato.
STYLISH ACTION METROIDVANIA
Vernal Edge si presenta bene fin dall’inizio. Ha una “confezione” gradevole alla vista e possiede tutti gli elementi tipici del genere, in primis mappe abbastanza estese ma non al punto da disorientare, che concedono progressivamente le loro grazie al giocatore facendosi esplorare con un ritmo dipendente dalla voglia e dalle abilità di chi ha il controller in mano. Ma la voglia, si sa, dipende molto dagli stimoli ricevuti e Vernal Edge non perde tempo nel fornirli. Quello più immediato è senza dubbio il sistema di combattimento, uno dei più dinamici e divertenti che ci sia capitato di provare ultimamente.
Facendo le dovute proporzioni, potremmo affermare che se Devil May Cry fosse un action-adventure bidimensionale probabilmente assomiglierebbe molto a Vernal Edge
Facendo le dovute proporzioni, potremmo affermare che se Devil May Cry fosse un action-adventure bidimensionale probabilmente assomiglierebbe molto a Vernal Edge. Proprio il gioco Capcom è stato citato più volte dagli sviluppatori, che tra le fonti di ispirazione del gioco hanno inserito anche Kingdom Hearts… ma tranquilli, Pippo, Paperino e Topolino stavolta non ci saranno.
THE LAST ILLUSION
Altrettanto sorprendente è la scrittura che fa da collante al gameplay di Vernal Edge. Quella che inizialmente sembra una banale storia di ricongiungimento tra consanguinei condita dall’immancabile percorso di crescita della protagonista, man mano svela alcuni risvolti narrativi davvero interessanti che, a volte, toccano in modo sorprendente temi come la vendetta e la rivalità familiare. Il tutto prende vita nel Regno di Haricot, stilisticamente sospeso tra fantasy classico e storico/medievale, sul quale si allunga l’inquietante ombra della Chiesa di Aloe… che non è una congregazione dedita a pratiche olistiche, bensì una potente setta che ha allungato le sue ossute e oscure dita sulle isole fluttuanti, le stesse che compongono il regno, iniziando a governarle con il pugno di ferro.
La protagonista del gioco, Vernal, si muove in questo scenario non certo idilliaco alla ricerca di risposte e di suo padre, le cui tracce si sono perse tempo addietro proprio ad Haricot. Il suo obiettivo è trovarlo e… ucciderlo, ma ovviamente non saremo noi a svelarvi il perché. La ragazza è accompagnata da una sorta di automa senziente di nome Chervil, insieme al quale viaggerà nell’arcipelago sospeso a bordo della sua nave volante.
Vernal Edge può vantare un comparto narrativo nettamente superiore alla maggior parte dei metroidvania rivali
VERNAL EDGE E IL FATTORE “DIFFICOLTÀ”
Iniziamo con il dire che se ciò che state cercando è qualcosa che assomigli ad Hollow Knight in attesa di Silksong, ovvero un metroidvania che metta a dura prova la vostra resistenza e pazienza, non lo troverete in Vernal Edge. Intendiamoci, anche il gioco di Hello Penguin ha i suoi momenti ardui, ma siamo distanti dalle vette punitive toccate dal capolavoro Team Cherry. Approcciatevi ad esso con un’anima più improntata all’esplorazione perché è proprio questo che Vernal Edge fa meglio di tanti suoi rivali, ossia dare al giocatore gli stimoli giusti per visitare tutte le isole alla ricerca di ogni singolo elemento e segreto nascosto (e ce ne sono, credeteci). Oltre a essere esteticamente contraddistinto da un’eccellente pixel-art, il mondo di gioco si appoggia sì sui dettami tipici del genere “rubacchiando” qui e là da titoli simili usciti negli ultimi anni, ma concede anche spazio all’improvvisazione.
Ovviamente l’inizio dell’avventura è abbastanza guidato, tuttavia una volta raggiunto un certo punto potrete muovervi con una discreta libertà senza seguire percorsi predefiniti e, volendo, potrete anche tornare in zone già visitate per completare l’esplorazione lasciata in sospeso in precedenza poiché privi delle necessarie abilità. Il piccolo team di sviluppo è arrivato addirittura a realizzare alcuni elementi che solo gli avventurieri più attenti e ardimentosi riusciranno a scovare, trattasi di un paio di isole opzionali e persino un paio di boss fight facoltative, roba che di solito si trova in produzioni ben più grandi e facoltose.
Il mondo di gioco oltre ad essere esteticamente contraddistinto da un’eccellente pixel-art si appoggia sui dettami tipici del genere ma concede anche spazio all’improvvisazione
In Breve: Un metroidvania che inizialmente sembra appoggiarsi su stilemi fin troppo abusati, ma che progressivamente spicca il volo verso una propria forte identità grazie ad un’eccellente narrativa, un ottimo combat system, buone opzioni di personalizzazione e un mix platform/avventura/azione ben bilanciato.
Piattaforma di Prova: Switch
Com’è, Come Gira: Su Nintendo Switch davvero nulla da segnalare se non qualche occasionale problema con la risposta ai comandi, probabilmente dovuta al solito “drift” dei JoyCon Nintendo.