Salto, doppio salto, dash e wall jump? Abilità base, adatte ai principianti. In Turbo Kid si esplorano i livelli in sella a una BMX. Questo è il futuro, questo è l’anno 1997!
Sviluppatore / Publisher: Outerminds Inc / Outerminds Inc Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: 10 aprile 2024
Siamo nel futuro, nel 1997, e tanto per cambiare la Terra è messa male. No, aspetta, il ‘97 è già passato. Però, se fossimo ancora negli anni ‘80, il 1997 sarebbe il futuro. E se facessimo finta di vivere negli eighties e immaginassimo un futuro distopico e post apocalittico ambientato nel 1997? E se tutto questo accadesse nel 2015? Sapevo che prima o poi avrei potuto fingere di conoscere a menadito la teoria della relatività di Pitagora, che recita: il tempo non è assoluto bensì relativo. Era Pitagora, ne sono certo, dite che lo avete letto su TGM.
In ogni caso, l’idea di dipingere un futuro – già passato – con i pennelli di un passato ancor più remoto ha dato i natali a Turbo Kid, pellicola Mad Max like farcita di citazioni ma non per questo banale, anzi capace di assurgere a cult movie con un sequel in pre produzione. Tra le vicende narrate dai due film si inserisce l’omonimo videogame, sviluppato e distribuito da Outerminds, che promette sangue a catinelle come visto nel grande schermo, pixel art, e un gameplay metroidvania pronto ad accompagnarci lungo cinque mondi con tanto di narrativa non lineare garantita da un’esplorazione piuttosto libera. Operazione nostalgia basata su una presunta operazione nostalgia che si è rivelata ben di più che una mera operazione nostalgia? Ora che abbiamo fatto impazzire il SEO, inforchiamo la nostra BMX e pedaliamo a scoprirlo.
TURBO KID, DOVE LO GUARDO?
Come sempre in queste situazioni, è necessario far luce su quanto si guadagna o si perde conoscendo o meno il lore di questa produzione. Si prospettano forse tempi duri per noi vecchi rimbambiti rimasti a Nembo Kid o al massimo al compianto Dynamite Kid e dunque completamente all’oscuro della vicenda? Per nulla. Ho volontariamente iniziato a giocare a Turbo Kid senza aver visto il film, che ho recuperato – letteralmente, dato che pare introvabile qui nello Stivale – solo dopo qualche ora.
La folle Apple, dall’entusiasmo ingenuamente invulnerabile un po’ come Dory in Alla Ricerca di Nemo, nonché personaggio selezionabile, ora ha un posto speciale nella mia cinematografia, tuttavia mi stavo esaltando in game anche prima di vederla in carne e ossa. Guardatelo se potete, ma il divertimento è garantito comunque. In ogni caso la storia narra di una Terra inaridita e flagellata da piogge acide, in cui i pochi sopravvissuti si contendono la scarsa acqua potabile disponibile. Noi impersoniamo il ragazzo chiamato The Kid, che in sella alla sua fida BMX deve attraversare lande desolate popolate da predoni e mostruosità varie, aprendosi il varco con potenti armi. Il problema è che all’inizio non abbiamo nulla che ci consenta di nuocere ad alcunchè, e siamo pure appiedati. Del resto quale metroidvania ci mette tutto a disposizione fin dal primo minuto?
ALLA RICERCA DELLA BMX
Inizialmente, la sensazione di trovarsi di fronte a uno dei molti esponenti del genere senza troppe pretese è molto forte, a causa di una pixel art con palette e mostri che sanno di già visto – per esempio in Elderand – e il classico schema in cui bisogna recuperare il machete per distruggere alcune barriere e trovare così la pistola che servirà per distruggere altre barriere. La situazione cambia quando entriamo in possesso dalla nostra BMX. Grazie a un sistema di teletrasporto in grado di farla apparire istantaneamente sotto il nostro sederino, da qui in poi sarà un susseguirsi di discese affrontate a velocità pazzesche per schizzare lungo rampe sfidando la gravità così da raggiungere piattaforme alla portata solo dei più scavezzacollo. La fisica della bicicletta è perfetta e dopo un minimo di pratica si è in grado di gestire lo spostamento del peso da una ruota all’altra per compiere salti perfetti, magari infilandoci dentro qualche trick.
Tutto ciò a patto di utilizzare un pad, dato che i controlli da tastiera sono quasi ingestibili. Turbo Kid però non si trasforma in un Laika: Aged Through Blood senza motore, e si passa spesso dall’essere novelli Mat Hoffman a sessioni a piedi in cui salti pixel perfect e furiose sparatorie non concedono tregua. Fortunatamente non temiamo né l’altezza né ruzzoloni quando veniamo sbalzati dalle due ruote, anzi l’enorme mappa ci invita a lanciarci oltre quell’altura o saltare in quel pozzo profondo per vedere se c’è una zona segreta. Spoiler: sono presenti in generosa quantità, mentre seguire il percorso canonico senza perdersi in distrazione alcuna farà la gioia degli speedrunner, ai quali è dedicata una modalità priva di dialoghi e cutscene.
SIDE QUEST E PROVE A TEMPO, MA LA MUSICA?
Nonostante la missione principale di Turbo Kid non brilli per originalità e segua il classico “vai in n luoghi a fare cose e raccogliere altre cose che sbloccheranno l’accesso al Luogo Finale”, le side quest permettono di conoscere personaggi fuori di testa che ripropongono l’umorismo videoludico dei primi anni ‘90 – del resto siamo o non siamo nel 1997? – e le prove a tempo in BMX vi impegneranno a lungo per limare qualche secondo o eseguire quel trick sulla half-pipe che garantirà premi in denaro, qui rappresentato da bulloni e ferraglia, o qualche cuoricino extra già che gli hit point non sono mai troppi.
Non mancano power-up e perk, mentre non c’è un vero albero delle skill del personaggio; in compenso però recapitando alcuni oggetti ai giusti NPC si sbloccano nuovi vendor garantendo un buon parco potenziamenti, soprattutto alle armi. Interessante il sistema di consegna che non prevede uno slot in zaino ove stipare la merce; questa va tenuta in mano durante tutto il viaggio, impedendoci di sparare. Possiamo però fracassarla in testa ai nemici, anche se non è il modo migliore per far felici i destinatari. In questo tripudio di azione adrenalinica e pixel art dai tratti gore avrebbe calzato a pennello un bell’accompagnamento sonoro che però Le Matos, duo di compositori di musica elettronica già impegnati nel film, non riesce a proporre a dovere. Pazienza, vorrà dire che nulla potrà distrarci dall’azione.
In Breve: Turbo Kid avrebbe potuto giocare sporco e infilare una valanga di citazioni fine a sè stesse senza curarsi troppo del contenuto, certo di conquistare comunque una vasta platea di videogiocatori nostalgici. Invece è stato creato con un sincero amore per il genere metroidvania, aggiungendo alle tipiche abilità quali salto, accovacciamento e arrampicata, anche una nutrita serie di acrobazie tipiche del mondo BMX, con un level design che le sfrutta a dovere. Il risultato è interessante e riesce a distogliere l’attenzione da un look già visto varie volte e da una main quest che non aggiunge nulla di nuovo.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: La pixel art generalmente non richiede grandi sforzi hardware, dunque non sono stati riscontrati intoppi tecnici di alcun tipo. Da segnalare una delle peggiori configurazioni di gioco con tastiera di sempre. Instantridefinitela, o usate un gamepad.