Undisputed - Recensione

PC PS5 Xbox Series X

Dopo il doveroso allenamento in early access, Steel City Interactive porta Undisputed alla sfida del ring in cerca di gloria.  

Sviluppatore / Publisher: Steel City Interactive / Deep Silver Prezzo: € 59.99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo online PEGI: +16 Disponibile su: PC (Steam), PS5, Xbox Series X|S

Così come accade nell’anno olimpico, anche nell’anno videoludico alcuni sport appaiono e altri spariscono. Dopo il tennis, tornato sulle nostre macchine grazie al recente Top Spin 2K25, in questi giorni è invece il turno della boxe, assente dai tempi dei fasti della saga di Fight Night.

Il trono dei massimi di EA è dunque insidiato da Steel City Interactive, che dopo un periodo di Early Access è pronto a portare Undisputed nel main event sia su PC che su console.

UNDISPUTED SA MENARE CON CLASSE

Come già messo in evidenza nella nostra anteprima dello scorso anno, Undisputed è un titolo che punta sulla simulazione a più livelli. Il primo è quello all’interno delle corde ed è così sofisticato da richiedere tutti i tasti del controller. Le movenze sono affidate allo stick sinistro, mentre quello destro può essere usato come modalità di input per i colpi, in cui ad ogni inclinazione è associato un diverso tipo di pugno. In realtà, è possibile utilizzare anche lo schema più classico che assegna jab e diretti (destro e sinistro) ai quattro tasti frontali, che se usati in combinazione realizzano un uppercut. Si fa ricorso poi ai dorsali per i colpi al corpo e i colpi potenziati, mentre i grilletti gestiscono la guardia e il posizionamento del tronco. Serve tempo per entrare nei meccanismi e padroneggiare i comandi, fino ad eseguirli per puro istinto, perché quell’istante di esitazione di solito viene colmato da un pugno diretto al nostro muso.

L’adesione al modello standard del gioco sportivo è totale.

Non abbiamo avuto tantissimi giorni a disposizione per la recensione, quindi non abbiamo ancora sviluppato quella fase di trascendenza mentre si boxa, ma già nelle prime fasi c’è da divertirsi, se si è disposti ad allenarsi e imparare. Ma chi ama boxare col pad tra le mani viene appunto da Fight Night, altro gioco che costringeva a sudare e farsi i muscoli sul serio per mettere le mani sulla cintura, quindi sa di cosa stiamo parlando.

NEMMENO UNDISPUTED PUÒ EVITARE IL CLASSICO MENÙ DA VIDEOGIOCO SPORTIVO

Nel caso di Undisputed però come detto prima la volontà simulativa si estende anche al di fuori delle corde a partire dalle palestre dove muoveremo i primi passi, tutti luoghi storici della boxe, per arrivare poi ai palazzetti, al centinaio di pugili reali (tra uomini e donne) e alle centinaia e centinaia di elementi accessori tutti ricostruiti con fedeltà basandosi sulla controparte reale.

LASCIATEMI BOXARE

Nel mondo di oggi, però, la sostanza è un orpello se manca l’apparenza e il mondo della boxe da sempre ci sguazza, cavalcando la spacconeria per vendere biglietti e ppv. Per quanto sia evidente che l’interesse di Steel City Interactive risieda altrove, ovvero nel centro del quadrato dove si svolgono gli incontri, nemmeno Undisputed può evitarsi il classico menù da videogioco sportivo fatto a schermate e quadrotti sullo schermo. Questo approccio porta con sé inevitabilmente un carrozzone di modalità e sezioni e non tutte possono essere adeguatamente approfondite in un primo capitolo.

Le scenografie sono belle, ma l’ambiente si avverte comunque un po’ finto.

L’esempio più lampante in questo senso è la modalità carriera in cui come ormai d’abitudine possiamo creare il nostro pugile e condurlo fino alla cima del mondo. Prima ancora di tirare il primo pugno bisogna tenere sotto controllo lo stato di allenamento, la condizione fisica e il peso, cercare degli sfidanti e negoziare condizioni convenienti per gli incontri, oltre ad assumere uno staff. Una volta poi fissata la data dell’incontro si passa alle settimane di allenamento, da alternare con le apparizioni mediatiche, per aumentare il premio di fama dell’incontro. Immancabile poi anche la parte manageriale, con i punti guadagnati dalle vittorie in varie categorie che vanno ad arricchire le nostre finanze, le nostre doti e la nostra posizione nelle classifiche ufficiali. Questa ormai è una componente quasi obbligata per un gioco sportivo e in Undisputed pesa come una tassa da pagare: se tutti questi elementi devono passare attraverso schermate statiche, scarne, spesso anche piene di testo, in cui le scelte sono sempre divise secondo una logica standard, che senso ha? Sono qui per tirare pugni, le tabelle Excel le ho già gestite in ufficio.

SERVE TEMPO PER ENTRARE NEI MECCANISMI E PADRONEGGIARE I COMANDI

L’altro grosso limite di Undisputed è la scarsa capacità di esaltare il giocatore. Fuori dalle sezioni di combattimento, tra i menù, è tutto piuttosto asettico e standard, nonostante la collaborazione con i principali marchi collegati al mondo della boxe, manca l’esuberanza che di solito si associa alla disciplina, compensata solo da qualche canzone un po’ tamarra nei menù. Quel che è peggio, questa sensazione manca anche in tutti gli elementi di contorno quando si è nel ring, dove un ridotto numero di animazioni ad esempio rende complicato alla lunga esaltarsi davanti a un KO uguale alle decine viste in precedenza. È poi proprio straniante osservare il proprio pugile che oscilla e annuisce durante l’intervallo tra le riprese, mentre il coach gli parla davanti al viso senza che una parola fuoriesca dalla sua bocca, sostituite da un brusio che non rimanda esattamente a un palazzetto strapieno di invasati in piedi sui seggiolini per lo spettacolo.

Il gancio a segno dopo una schivata è sempre una soddisfazione.

Di sicuro è ammirabile il coraggio di Steel City Interactive che ha deciso di mettersi alla prova con un titolo così imponente. Forse sarebbe stato meglio concentrarsi su meno: meno pugili, ma meglio modellati; meno modalità, più curate e coinvolgenti. Le basi però sono molto buone, soprattutto quelle del modello di combattimento. e su quelle si può costruire.

In Breve: Undisputed ha il sapore di un assalto al titolo lanciato troppo presto. L’ambizione di Steel City Interactive è evidente e anche ben fondata, vista la bontà del modello pugilistico realizzato, ma ha portato lo studio a fare un passo un po’ più lungo della gamba. Il gioco è nato già grande e non tutti gli aspetti hanno goduto della stessa cura riservata al combattimento, come la Modalità Carriera che esalta tra le corde, ma è piatta come il lavoro d’ufficio nel contorno. Si tratta comunque di un buon titolo, soprattutto per chi bada poco agli orpelli ed è interessato solo alle botte, su cui in futuro si potrà costruire una nuova e promettente dinastia.

Piattaforma di Gioco: Xbox Series X
Com’è, come gira: Su Xbox Series X abbiamo notato qualche stranezza, come delle anomalie nella parte alta dello schermo durante gli incontri o dei round finiti misteriosamente dopo un conteggio dell’arbitro. Anche negli scontri ogni tanto le animazioni mostrano il fianco, con interpolazioni e movimenti strani. Nel complesso però la grafica è buona e i caricamenti accettabili.

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Pro

  • Buonissimo modello di combattimento / Roster ben nutrito / Tante licenze ufficiali

Contro

  • Manca di appeal / Non tutto è ugualmente curato / Alla lunga ripetitivo.
7.9

Buono

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