Due paesi stretti nella morsa letale della guerra, mentre il mondo va incontro a un’implacabile desertificazione; non proprio il miglior scenario possibile per Stocke, spadaccino straordinario, nonché agente speciale della nazione di Alistel. Tra una missione e l’altra al servizio dell’insondabile Heiss, Stocke raggiunge un proverbiale bivio quando l’amico fraterno Rosch gli propone di far parte della sua brigata e vivere la guerra in prima linea. Insieme dovranno riportare a casa il maggior numero di reclute possibile, probabilmente arruolate in preda al fervore religioso che impazza nel paese. Quale decisione prendere? E, soprattutto, perché non entrambe?
IF ONLY I COULD TURN BACK TIME
Radiant Historia: Perfect Chronology è il remake di un eccellente gioco di ruolo pubblicato su Nintendo DS alla fine del 2010, criminalmente trascurato dai più, probabilmente a causa dell’arrivo del 3DS. Ironia della sorte, questa nuova edizione non presenta la minima stereoscopia, tuttavia svolge egregiamente il compito di rendere nuovamente attuale un titolo che merita – oggi come ieri – maggiore fortuna.
Per chi si fosse perso il primo appuntamento, il gioco gira attorno ai viaggi nel tempo grazie a un misterioso libro chiamato White Chronicle, provvidenzialmente finito nelle mani di Stocke. Attraverso un’interfaccia destinata a divenire incredibilmente ingarbugliata, il nostro potrà saltare da un nodo all’altro lungo le due linee temporali, risolvendo enigmi per evitare che eventi apparentemente incontrollabili conducano il mondo alla sua fine. È un sistema che funziona molto bene e che permette di scoprire le vicende del continente di Vainqueur da più punti di vista, grazie anche a un cast di personaggi decisamente riusciti.
La trama è appassionante e il meccanismo del viaggio nel tempo viene usato con relativa semplicità grazie ai numerosi nodi che spunteranno ogni volta che le vicende raggiungono un punto critico, permettendoci di tornare sui nostri passi ed esplorare i possibili esiti. Il rovescio della medaglia è che, con due distinte narrazioni da seguire e una verbosità decisamente sopra la media, Radiant Historia: Perfect Chronology chiede al giocatore una concentrazione superiore per essere assaporato appieno, anche perché il gioco è interamente in inglese. Per intenderci, non si tratta del classico titolo da mollare e riprendere con calma qualche mese più tardi.
In Radiant Historia: Perfect Chronology si salta da un nodo all’altro lungo le due linee temporali, risolvendo enigmi per evitare eventi apparentemente incontrollabili
Anche durante i combattimenti, Radiant Historia: Perfect Chronology mostra una discreta personalità, con i nemici che vagano ben visibili sul campo di battaglia e possono essere intercettati da un veloce fendente per incominciare lo scontro in posizione di vantaggio. Una volta iniziata la tenzone, gli avversari prendono posizione su una griglia di nove caselle, con quelli più vicini al party che arrecano un maggior numero di danni; fortunatamente, Stocke e compagni dispongono di svariate tecniche per spingere i cattivi non solo lontano dalla prima linea, ma anche addosso ai loro compagni, ammucchiandoli per bene in modo da causare danni importanti a più unità contemporaneamente. È un sistema intrigante, che fortunatamente non rischia quasi mai di allungare eccessivamente il brodo grazie alle varie vulnerabilità e all’occasionale intervento dei compagni a riposo nelle retrovie, che in questo remake pensano bene di entrare in scena per assestare un colpo o due a seconda del numero delle combo inflitte.
Generalmente, i nemici sanno farsi valere, ma Radiant Historia: Perfect Chronology consente comunque la scelta fra tre livelli di difficoltà; il primo, in particolare, permette di far strage dei cattivi semplicemente toccandoli con l’attacco preliminare, consentendoci comunque di incassare esperienza e loot. Una scelta estrema, sicuramente adatta a chi vuole tuffarsi nella trama senza sbattere il muso contro grind o armi eccessivamente costose, ma da ponderare per bene, giacché una volta intrapresa non sarà possibile passare agli altri due livelli di sfida.
MIGHT SOLVE A MYSTERY OR REWRITE HISTORY
Il gioco pubblicato inizialmente su DS era già potenzialmente ottimo, ma Radiant Historia: Perfect Chronology cerca di aggiustare il tiro rendendo l’interfaccia più intuitiva (nei negozi è ora possibile occuparsi anche dei personaggi non presenti nel party), introducendo un buon doppiaggio in inglese e migliorando la grafica, sostituendo – tra le altre cose – artwork e ritratti.
Tra tutte le modifiche la più chiacchierata riguarda la presenza di un nuovo personaggio legato all’introduzione di scenari inediti chiamati Possible History. Il suo nome è Nemesia ed è un’altra viaggiatrice del tempo, impegnata nell’esplorare realtà alternative al fine di evitare l’inevitabile, trovando una soluzione all’implacabile incedere del deserto. In soldoni, la dama di bianco vestita affiderà a Stocke e compagni brevi missioni a bordo della sua nave volante, ambientati nel misterioso reame del what if.
Si tratta di circa venticinque mini missioni decisamente poco interessanti, che non vanno molto oltre la solita formula che vede gli eroi “ambientarsi” nella realtà parallela di turno (nella prima, Rosch è addirittura generale, la più alta carica in Alistel) per fronteggiare un boss, magari risolvendo prima qualche enigma facendo una capatina nelle due linee temporali che descrivono il gioco originale. Come è facile intuire, l’aggiunta non interseca la storia narrata su DS se non alla fine, qualificandosi come una serie di noiose deviazioni piuttosto che come aggiunte organiche capaci di elevare quanto già offerto nel 2010.
Molto più interessante, invece, l’introduzione della Volta del Tempo, un labirinto accessibile tra le pagine del White Chronicle dove scorrazzano i mostri più disparati, provenienti da ogni angolo di Vainqueur. Farli fuori frutta cristalli, da barattare con il pigro guardiano del tempo in cambio di armi e abilità.
Radiant Historia: Perfect Chronology era un gioco eccellente già all’epoca del suo debutto, e le aggiunte offerte da questo remake rappresentano delle limature generalmente benaccette. Non dovete aspettarvi ovviamente un gioco completamente riprogettato: il più grande merito della nuova veste grafica consiste, in realtà, nell’offrire maggior respiro all’interfaccia, originariamente un po’ troppo ristretta. Tutte le aggiunte legate al personaggio di Nemesia, invece, sono a dir poco trascurabili, ma in fondo chi può lamentarsi quando il resto del gioco è così buono?