Warhammer 40,000: Battle Sister – Recensione

VR

SE L’ARSENALE PRESENTA ARMI BEN NOTE A QUALUNQUE FAN DI WARHAMMER 40.000, ALLO STESSO TEMPO LA DIFFERENZA FRA DI LORO è MINIMA

Nell’arsenale troviamo pezzi ben noti come bolt pistol e lasgun, ma alla fine sparare con l’una o con l’altra non fa la differenza che ci si aspetterebbe, la loro accuratezza e il loro danno non differiscono in maniera tale da farci venire in mente di cambiare arma per adattarci alla situazione tattica del momento. Tale uniformità non rispetta il background del materiale narrativo d’origine, ma qualche eccezione c’è, per esempio per il lanciafiamme, che tuttavia presenta un effetto grafico tanto bruttino da spingermi quasi a sconsigliarne l’uso. Sorella avvisata…

MURI INVISIBILI E D’INTORNI

Ebbene sì, io pensavo di essermi lasciato alle spalle per sempre i muri invisibili, retaggio di un’epoca oscura e ormai lontana, eppure eccoli ancora qui tra noi. Nei migliori racconti horror, la tensione si accumula lenta fino a quando scatta come una molla e ti prende alla gola; qui, invece, l’orrore del muro invisibile ti si schianta in faccia senza preavviso, quando proprio non te l’aspetti. Potresti voler esplorare la chiesa dove pregano le tue compagne, e invece no, devi seguire il PNG di turno lungo la navata centrale. Potresti voler entrare in una stanza davanti a te, e invece no, non puoi, per nessun motivo apparente. Potresti voler camminare lungo un sentiero, e invece no, se prima non hai girato un interruttore, fondamentale per la storia ma che certo non blocca quel percorso.

battle sister recensione

Armi grosse e piccole, ma la sensazione che trasmettono è che cambi ben poco tra i vari modelli.

Gli standard tecnici attuali, specie su Quest 2, sono stati dettati da giochi come Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge, a cui Battle Sister non riesce nemmeno ad avvicinarsi

I terrificanti muri invisibili si vanno ad aggiungere a un utilizzo poco intensivo delle risorse pur limitate dell’all-in-one di Oculus: conta poligonale, qualità delle texture, ricchezza dei dettagli, colori e illuminazione, e in generale tutto quello che può aumentare la sensazione di essere immersi nel mondo di gioco non è per nulla uniforme, e anzi varia dal buono di armature, alcuni oggetti o pezzi di tecnologia “fanta-medievale”alla bassissima risoluzione di rocce, sacchi delle trincee e altri elementi che, purtroppo, vanno a ricoprire larghe porzioni degli scenari più grandi. Dopo l’ottimo Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge, i possessori di Quest 2 possono esigere un livello qualitativo di tutto rispetto, e Pixel Toys non arriva neanche vicino a questo standard di fine 2020. Passando a un altro fattore chiave per la realtà virtuale, i controlli e il sistema di movimento non emergono per brillantezza, pur senza essere scadenti. Il movimento libero soffre di quell’effetto da traslazione fluttuante che altri titoli hanno saputo superare con maestria, e ciò mi ha causato qualche leggero fastidio da motion sickness, attenuato però dalla durata dei singoli livelli che si attesta al di sotto della mezz’ora.

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Stiamo per gettarci nella mischia accompagnati da una Sorella, mentre sullo sfondo due Titani se le danno di santa ragione.

L’interazione degli oggetti in-game è basica ma senza troppa infamia, specie per la direzione marcatamente action-arcade delle armi: per ricaricare un’arma basta portarla alla cintura, senza la necessità di inserire manualmente il nuovo caricatore. Lanciare le granate risulta invece più farraginoso del dovuto, in quanto bisogna riporre con cura fucili e spade nelle apposite fondine, per poi prendere la granata, togliere la sicura e gettarla; a questo punto si possono riprendere le armi, sempre che un gesto impreciso nel metterle via non abbia causato la loro caduta al suolo. La durata della campagna si attesta su almeno una mezza dozzina d’ore, quindi niente male, ma a fronte di un’esperienza che mi sento di consigliare solo e unicamente ai fan più sfegatati di Warhammer 40.000, peraltro con qualche remora per i più esigenti. Chiosa finale per il multiplayer: mi sarebbe piaciuto provare la modalità orda in co-op, ma al momento non è disponibile, bisogna aspettare gennaio. Sarà la svolta? Ci vorrebbe uno dei miracoli delle Sorelle.

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Pro

  • Certi momenti della narrazione fanno molto Tetro Millennio / Tanti armi e gustosi riferimenti per gli appassionati di WH40K / Buona longevità della campagna.

Contro

  • Tecnicamente sotto gli standard dei migliori giochi per Quest / Interazione limitata, animazioni poco convincenti / Caratteristiche da sparatutto molto basilari.
6.5

Sufficiente

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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