Sempre più spesso mi capita di ascoltare la colonna sonora di un videogioco quando ne scrivo la recensione: mi aiuta a concentrarmi, facendo tornare alla mente le sensazioni che ho provato mentre giocavo, durante una full immersion durata qualche giorno. Endless Space 2 non fa eccezione: le tracce magistralmente composte dal francese FlybyNo mi stanno accompagnando nella stesura di questo pezzo, e devo anche ammettere che fanno parte del lungo elenco di motivi per cui sono stato in grado di apprezzare così tanto il nuovo strategico a turni per PC di Amplitude Studios.
PER UN PUGNO DI DUST
L’opera realizzata dal team d’Oltralpe (recentemente entrato a far parte della scuderia di software house controllate da SEGA) si inserisce nel filone dei 4X, lo stesso delle serie Civilization e Master of Orion, per intenderci. Com’è ormai consuetudine per questa particolare tipologia di strategici, anche in Endless Space 2 abbiamo il compito di guidare alla vittoria una delle diverse fazioni gestendo i vari aspetti di un impero, da quello politico a quello economico, passando inevitabilmente anche dai fronti militare, scientifico e diplomatico.
Proseguendo sulla scia del suo diretto predecessore, il titolo della compagnia parigina non permette ai giocatori di gestire singolarmente ogni pianeta (al contrario di quanto avviene in altri 4X ambientati in un contesto di conquista galattica), bensì impone di governare i sistemi solari costruendo miglioramenti che diano i loro frutti su ciascun mondo di un dato sistema, e raggruppando l’output di risorse di ogni corpo celeste in un unico calderone che riunisca tutti i punti FIDSI (Food, Industry, Dust, Science, Influence) prodotti dai cittadini che popolano gli astri orbitanti una singola stella.
il Dust – ossia dei nanobot capaci persino di creare corpi virtuali – è la materia più preziosa dell’universo, e viene impiegato come moneta di scambio
Anticipo la vostra domanda: cos’è il Dust e perché ho scritto questo termine già due volte? Vi dico sin da subito che continuerete a imbattervi in questo vocabolo, questo perché il Dust è uno degli elementi su cui si basa l’intera produzione di Amplitude Studios. Tutti i videogiochi sviluppati dallo studio transalpino fondano le loro radici in un complesso background narrativo che ha al suo centro la figura degli Endless, una razza antichissima e tecnologicamente all’avanguardia che ha governato la galassia per secoli, prima di estinguersi con buona probabilità in seguito a una tremenda guerra civile. Furono proprio gli Endless a creare il Dust, ossia dei nanobot capaci di curare malattie, immagazzinare dati, trasportare segnali energetici, e persino creare corpi virtuali. Va da sé che questa sostanza simile a una polvere dorata rappresenta la materia più preziosa dell’universo, è per questo che tutte le razze la impiegano principalmente come moneta di scambio.
PER QUALCHE DUST IN PIÙ
Accumulare quanto più Dust possibile rappresenta solo uno dei tanti modi per portare a termine una partita, nello specifico attraverso una vittoria economica, ma la genuina complessità di Endless Space 2 fa sì che chiunque possa sbizzarrirsi a trovare la strada che preferisce per ergersi al di sopra degli avversari. In questo senso, è straordinario notare i passi avanti che sono stati fatti dal 2012 a oggi, e cioè da quando Amplitude Studios ha pubblicato il suo primo gioco, un’opera piena di diversi spunti interessanti ma – per certi versi – ancora acerba. Il team francese ha saputo far tesoro di questi ultimi cinque anni, implementando e migliorando molte delle dinamiche già sperimentante in Endless Legend, lo strategico a tema fantasy uscito poco più di due anni fa. Come, ad esempio, un ampio tech tree, che non solo divide le varie ricerche in quattro macro aree che riflettono altrettanti aspetti della gestione dell’impero (militare, industriale, scientifico, sociale), ma le suddivide a loro volta in livelli via via sempre più avanzati che si sbloccano solamente investendo in quel determinato ramo tecnologico.
Ha un suo perché anche l’esplorazione dello spazio profondo e dei sistemi, sfruttando delle apposite navi scientifiche in grado di analizzare le anomalie presenti su alcuni pianeti: trattasi di curiosità che possono nascondere vantaggi o svantaggi in caso si decida di procedere alla colonizzazione, come giacimenti di minerali strategici, risorse aggiuntive, o addirittura degli incarichi addizionali. È inoltre presente un articolato sistema di missioni. Queste possono fornire bonus consistenti se portate a termine: basti pensare che ogni fazione può contare sulla propria serie di quest distintive che portano a operare delle scelte che potrebbero modificare radicalmente l’assetto della partita, magari perché obbligano a supportare un determinato partito cambiando l’esito delle successive elezioni.
ogni fazione può contare su missioni distintive che portano a operare delle scelte che potrebbero modificare radicalmente l’assetto della partita
Tra le novità, spicca persino un inedito sistema di politica interna basato su un caleidoscopio di ideologie che si esprimono in altrettanti partiti, i quali vanno a formare un senato capace di promulgare leggi che riflettono proprio le dottrine dei rappresentanti eletti dal popolo. Un parlamento a maggioranza militarista, per esempio, può approvare disposizioni che vanno a influire sulla flotta e sulle truppe terrestri; al contrario, i pacifisti garantiscono bonus in caso si decida di intrattenere rapporti amichevoli con le altre razze della galassia. Inutile dire che i rapporti di forze tra le formazioni politiche rispecchiano le decisioni prese dai giocatori: qualsiasi azione, anche la più piccola, favorisce o penalizza un determinato partito.
Nonostante tutti questi elementi siano ben implementati, Endless Space 2 soffre di qualche criticità endemica delle produzioni targate Amplitude. I problemi sono sempre gli stessi, e pare proprio che in questo senso non siano stati fatti grandi passi avanti: anche qui gli avversari controllati dall’intelligenza artificiale mantengono un approccio fin troppo attendista (intendiamoci, riescono comunque a impensierire, soprattutto quando ci si trova di fronte a delle fazioni fortemente militariste). Di riflesso, pure la diplomazia non brilla per profondità, con poche opzioni a disposizione e un’Intelligenza Artificiale che molto spesso acconsente a qualsiasi offerta gli venga proposta, tranne quando ci si comporta in maniera palesemente ostile nei suoi confronti.
L’UNFALLEN, IL LUMERIS, IL CRAVER
Eppure, Endless Space 2 fa qualcosa che nessun altro strategico a turni prova a fare: racconta una storia. Turno dopo turno, una quest dopo l’altra, Amplitude Studios ci rivela i misteri delle otto fazioni in lotta e di una galassia profondamente segnata dal passaggio e dalla conseguente scomparsa di un popolo antichissimo. Ciascuna delle razze del gioco è stata in qualche modo cambiata dal loro retaggio: come i Cravers, degli organismi biomeccanici creati proprio dagli Endless come strumenti di morte; oppure i Lumeris, a metà strada tra imprenditori galattici e criminali senza scrupoli, la cui unica ragione di vita è l’accumulo di ricchezze; ancora, gli Unfallen, una sorta di uomini-albero dello spazio determinati a riportare la pace nella galassia.
Endless Space 2 racconta una storia
Ci sarebbe davvero molto altro da dire, ma il bello di Endless Space 2 è insito proprio la scoperta di tutti questi dettagli, grandi o piccoli. Posso però affermare che Amplitude e SEGA hanno sfornato uno dei 4X più sfaccettati degli ultimi tempi, che – nonostante i difetti – è riuscito a scalzare persino Master of Orion II dalla mia personalissima lista dei migliori strategici sci-fi.
Endless Space 2 è il punto più alto dell’intera produzione targata Amplitude Studios. Uno strategico a turni di stampo 4X con un carisma straordinario e meccaniche curate quasi alla perfezione. Purtroppo soffre dei soliti problemi che affliggono l’intelligenza artificiale e il comparto diplomatico di tutti i videogiochi del team parigino, in particolare guardando alla diplomazia. L’ultima fatica della software house transalpina porta anche in dote un background narrativo che non sfigurerebbe in uno dei migliori romanzi di fantascienza, spingendo così il giocatore a scoprire tutti i vari aspetti del mistero degli Endless e dell’impatto che questo popolo ha avuto sulla vita della galassia. Siamo quindi di fronte a un diamante di rara bellezza, sebbene – per certi versi – ancora un po’ grezzo.