Warhammer 40,000: Battle Sister – Recensione

VR

I giochi ambientati nel mondo di Warhammer 40.000 abbondano in ogni forma e modo, e in realtà virtuale niente? Ecco qua che Pixel Toys ci propone Battle Sister, uno sparatutto per Oculus Quest 2.

Sviluppatore / Publisher: Pixel Toys / Pixel Toys Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Online Cooperativo (previsto per gennaio 2021) PEGI: 16 Disponibile Su: Oculus Store Compatibile Con: Oculus Quest 2

Ero nella mia chat Whatsapp su Warhammer 40.000 e esprimevo qualche dubbio dopo le prime ore in compagnia di Battle Sister, e uno dei ragazzi più ferrati di videogiochi mi ha chiesto senza tanti giri di parole: “peggio di Fire Warrior?”

Dopo un iniziale momento di stupore per il paragone, mi è toccato ribattergli un netto “eh mi sa che siamo da quelle parti!”. Poi, certo, ho passato altro tempo nella campagna per un’analisi approfondita. La situazione è migliorata? Beh, si, anche se non quanto avrei voluto.

DUAL WIELDING COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI

Gli sviluppatori di Pixel Toys non sono proprio alle prime armi, né per la loro esperienza con il mondo di Warhammer, visto che hanno già creato due titoli per mobile (Warhammer Age of Sigmar: Realm War e Warhammer 40.000: Freeblade), né per l’esposizione alla realtà virtuale, piattaforma per la quale hanno sviluppato il vivace shooter Drop Dead. Questa volta lo studio britannico ci cala nel Tetro Millennio di Warhammer nei panni di una Battle Sister, membro dell’Adepta Sororitas, una sorta di sorellanza di monache guerriere dalla inamovibile fede nel Dio Imperatore. La storia si sviluppa intorno all’attacco ad un pianeta da parte dei cultori del Caos, e, fin dalle prime battute, la presenza di un Inquisitore ci fa capire la serietà della situazione. Gli Inquisitori, per capirci, sono gente che può ordinare la totale disintegrazione di un pianeta, se gli gira storta.

battle sister recensione

Ancora un istante e staccheremo la testa di questo cultista, ma lui ne sarà contento: riuniremo la sua anima agli Dei del Chaos.

L’IMPIANTO NARRATIVO DI BATTLE SISTER è SEMPLICE MA EFFICACE, E CENTRA IN PIENO LO SPIRITO DEL TETRO MILLENNIO

L’impianto narrativo, seppur semplice, è molto efficace e centra in pieno lo spirito cupo ed eccessivo di Warhammer 40.000; ogni dialogo, che sia tra Sorelle, o con il suddetto Inquisitore, o anche con uno Space Marine che ci accompagna in diverse missioni, rispetta il tono sopra le righe e il lore che contraddistingue in maniera così inequivocabile l’universo creato da Games Workshop. I fan non potranno che apprezzarlo; io di sicuro me lo sono goduto. Stiamo però parlando di uno sparatutto, quindi passiamo al succo del gioco: qui non solo si spara, ma si menano anche fendenti con gingilli come power sword o le iconiche chainsword. Il principio di base è tanto semplice quanto divertente, specie considerato che si può fare ampio uso del dual wielding; peccato, però, che fin dai primi livelli emergano diversi limiti che finiscono per inficiare una parte consistente del divertimento. Gli algoritmi di intelligenza artificiale alquanto basilari, e uniti a un livello di difficoltà altrettanto basso (e non regolabile) riducono la sfida a una passeggiata di salute in cui non c’è quasi bisogno di preoccuparsi del proprio livello di salute. Le animazioni dei nostri nemici, inoltre, talvolta non rispondono in modo consistente ai nostri colpi: certe volte i nostri proiettili staccano un braccio o fanno saltare la testa di netto con relativo getto di sangue, mentre in altri casi i nostri nemici non sembrano fare una piega sotto i nostri proiettili, a parte le scintille sull’armatura, fino a quando non crollano a terra morti (e scompaiono dopo un paio di secondi).

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Certi momenti della narrazione fanno molto Tetro Millennio / Tanti armi e gustosi riferimenti per gli appassionati di WH40K / Buona longevità della campagna.

Contro

  • Tecnicamente sotto gli standard dei migliori giochi per Quest / Interazione limitata, animazioni poco convincenti / Caratteristiche da sparatutto molto basilari.
6.5

Sufficiente

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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