Super Robot Wars Y esplode sullo schermo come un pugno a razzo: robot giganti, raggi gamma urlati a pieni polmoni e strategie a turni che sembrano una scusa tra una sequenza spettacolare e l’altra. Un inno alla nostalgia che renderà felice chi è cresciuto a pane e robot giapponesi.
Sviluppatore / Publisher: Bandai Namco Prezzo: 59,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: PS5, Switch, Steam Data di lancio: Già disponibile
Mi sembra ancora incredibile pensare che oggi i Super Robot Wars possano essere acquistati su Steam al day one, per giunta tradotti in inglese. Uno scenario inconcepibile per chi, come me, segue la serie dai tempi del Super Famicom, collezionando cartucce e CD negli anni ruggenti dell’importazione parallela, chinando il capo di fronte a dogane e importatori solo per avere giochi incomprensibili ma traboccanti di carisma, come un vulcano. Del resto, cosa si può sbagliare in uno strategico a turni dove si comandano eserciti composti dai robot giapponesi che hanno dominato i ricordi della nostra fanciullezza?
Per chi è nato negli anni Settanta ed è stato travolto – con la potenza di uno shinkansen in corsa – dalla febbre dei robot giapponesi sulle televisioni italiane, la serie Super Robot Wars (o Taisen, come eravamo soliti chiamarla) è un sogno a occhi aperti. Certo, c’è bisogno di chiudere uno o più occhi di fronte alla semplicità di fondo: si tratta pur sempre di strategici estremamente lineari, nulla che possa impensierire il Patton digitale che cova nel cuore dei più smaliziati. Eppure questi giochi sanno ancora sussurrare dolci parole spaziali al cuore dei bambini di allora. E si sa: un’Alabarda Spaziale batte sempre e comunque il più cerebrale dei giochi di strategia.
IL PUNGENTE COMPROMESSO DI SUPER ROBOT WARS Y
Il gioco si apre durante il Piano Zero Requiem, riprendendo proprio dalla conclusione della seconda stagione di Code Geass. Suzaku Kururugi, travestito da Zero, uccide Lelouch in pubblico, caricandosi addosso l’odio del mondo e aprendo la strada alla pace globale. Lelouch muore sorridendo, consapevole di aver compiuto il suo sacrificio per il bene dell’umanità e per il sogno di pace della sorella Nunnally.
È chiaro che, a ogni episodio, sia impossibile accontentare tutti, ma la lineup riesce comunque a risultare soddisfacente.
Una prospettiva dal sapore dolceamaro, ma necessaria, soprattutto se si considera che, dalle stelle, la Cometa Rossa e i suoi alleati non guardano con simpatia ai terrestri. Un simile colpo di stato potrebbe bastare a giustificare una pace effimera, ma si sa: nel mondo di Super Robot Wars dura sempre poco. Il tempo di assistere alle battute iniziali ed è già ora di partire per il mondo – e per lo spazio – in cerca di nuovi alleati. Come da tradizione, il roster schiera glorie vecchie e nuove: dal team Combattler ai vari Gundam, senza dimenticare una buona dose di robot nagaiani, in versioni storiche e più recenti.

Getter Robot Arc è una belva! Quando non ne potrete più potrete decidere se velocizzare o saltare le sequenze animate.
È chiaro che, a ogni episodio, sia impossibile accontentare tutti, ma la lineup riesce comunque a risultare soddisfacente e addirittura a presentare un paio di volti piuttosto sorprendenti, componendo una fan fiction coerente, almeno nei limiti del possibile. Perché, per chi non lo sapesse, parliamo di una serie estremamente verbosa: ogni battaglia è intervallata da lunghi dialoghi, in cui personaggi provenienti da universi diversissimi si sforzano di giustificare la trama in corso. Poi, però, quando si entra nel vivo dell’azione è festa grande: una volta scelto l’attacco, partono sequenze animate spettacolari, con sigle cantate (Premium Sound & Data Pack DLC permettendo), doppiatori originali che urlano i nomi delle mosse più improbabili e robot che si scatenano in cambi di inquadratura e animazioni curatissime e ricche di carisma per annientare il nemico. Ed è proprio in questi momenti che il gioco brilla: quelli in cui riesce a far tornare bambino l’adulto indurito, che magari ha appena concluso il turno di lavoro e vuole ritrovarsi a combattere accanto ad Amuro Ray, come nei sogni della sua infanzia.
UN GIOCO SEMPLICE, COME QUANDO ERAVAMO PICCOLI
È una questione di compromessi perché, come anticipato, il gioco è semplice: gli attacchi dipendono da munizioni ed energia, mentre i colpi più spettacolari si attivano solo quando il morale raggiunge un certo livello, un po’ come nelle puntate dei nostri robot del cuore. In difesa si può scegliere se contrattaccare, parare per ridurre i danni o tentare di schivare: tutto qui. Purtroppo, nelle iterazioni più recenti, l’azione è stata ulteriormente semplificata permettendo di usare i comandi Spirit (Seishin in originale), cioè l’equivalente degli incantesimi con tanto di mana, anche nel turno avversario, così da attivare – prima di ricevere il colpo nemico – abilità come Intuition (difesa e mira al 100%), utili a sopravvivere persino a un attacco fatale.

Non fatevi intimorire dall’interfaccia lì in basso, i Super Robot Wars sono strategici a prova di marmocchio.
Il fatto che all’inizio venga proposta la scelta tra quattro livelli di difficoltà non è una soluzione soddisfacente: il vero cambiamento dovrebbe nascere dal coraggio di rinnovarsi, una richiesta difficile da porre a una serie molto conservativa, che sembra aver perso un po’ la bussola rispetto ai fasti della saga Alpha su console Sony (facciamo finta che la letargica declinazione poligonale su Dreamcast non sia mai avvenuta). In quattro capitoli, quell’epopea aveva costruito uno space drama di altissimo livello, con serie amatissime e innovazioni continue e molto apprezzate.
Per chi è stato travolto dalla febbre dei robot giapponesi sulle televisioni italiane, la serie Super Robot Wars è un sogno a occhi aperti.
Oggi, invece, trovare novità rispetto ai capitoli precedenti è come cercare il proverbiale ago nel pagliaio. Stavolta, l’aggiunta più evidente è il livello della squadra, che cresce man mano che piloti e robot si potenziano salendo di livello o investendo denaro in officina. Questo permette di sbloccare vantaggi comuni a tutte le unità, in una sorta di “sferografia” in continua espansione. Super Robot Wars Y conferma quanto la serie abbia bisogno di un nuovo punto di svolta: spettacolare sullo schermo, ma prigioniero della sua formula, incapace di correre rischi e troppo simile agli episodi che l’hanno preceduto. Un titolo pensato per la continuità infinita della saga, dove ogni episodio sembra uguale all’altro, un po’ come i Soldati Meganoidi di Don Zauker.
In Breve: Super Robot Wars Y è un inno alla nostalgia e alla passione per i robot giapponesi: ogni sequenza animata, ogni sigla, ogni battaglia è una piccola celebrazione dei cartoni animati che hanno segnato la nostra infanzia. Il roster unisce serie vecchie e nuove, per far felici i fan di ogni età, mentre l’azione strategica, fin troppo semplice, diventa quasi una pausa tra una sequenza mozzafiato e l’altra. Anche in questo, la serie mostra il peso della tradizione: poche innovazioni, dialoghi lunghi e un approccio conservativo che limita rischio e sorpresa, rendendola prigioniera della sua formula. Bisogna sapere a cosa si va incontro. Chi ama i robot giapponesi e salta sulla sedia alla vista di Tetsuya che incenerisce mostri assortiti con i Raggi Gamma, urlando come un ossesso, troverà un’esperienza quasi imprescindibile. Chi invece conosce la serie a menadito e cerca freschezza e audacia, resterà inevitabilmente deluso.
Piattaforma di Prova: PC, Steam Deck
Configurazione di prova: Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD
Com’è, Come Gira: Girerebbe alla grande anche su un macinino,e le opzioni riservate al PC sono praticamente inesistenti. Ottima resa anche su Steam Desck, nonostante lo schermo minuto il font si è rivelato sorprendentemente leggibile negli interminabili dialoghi.