Aeronautica Imperialis: Flight Command – Recensione

PC

In una nicchia degli strategici, un gioco su una nicchia di Warhammer 40k. Sarebbe potuto essere interessante.

Sviluppatore / Publisher: Binary Planet / Green Man Gaming Publishing Prezzo: 22,99 € Localizzazione: Assente Multiplayer: Competitivo Online PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam)

A me piace iniziare a parlare di un videogioco da qualche suo aspetto positivo; è chiaro che non sempre è possibile trovare qualcosa del tutto unico, ma basta un aspetto funzionale, magari uno spunto intelligente che dà un tocco di personalità al titolo. Sono fatto così, in fondo sono sempre stato una persona che vede il bicchiere mezzo pieno. Bene, chiarito questo, possiamo considerare chiuso il capitolo delle buone notizie su Aeronautica Imperialis: Flight Command e passare a vedere quello che non funziona.

VOLO ALLA CIECA

Aeronautica Imperialis fa parte dello sfaccettato universo di Warhammer 40k e si concentra, se non l’aveste già intuito dal nome, sugli scontri aerei ai tempi dell’Oscuro Millennio tra umani e orchi.

La recensione che state leggendo si occupa della conversazione videoludica del gioco di miniature di Games Workshop, e lo riproduce in maniera fedele. Pure troppo, e vedremo perché. Le partite si svolgono a turni, ciascuno dei quali si divide in due fasi: prima si assegnano gli ordini alle proprie unità, e poi questi vengono eseguiti in contemporanea per entrambi gli schieramenti.

Il titolo non è un tattico puramente a turni, con gli ordini eseguiti in contemporanea per entrambi gli schieramenti

Non un tattico puramente a turni, quindi, ma più simile a titoli come Frozen Synapse, o, per rimanere più in tema, al discreto Battlestar Galactica: Deadlock. Ok, da dove comincio? Partiamo dalla pianificazione tattica. Gli aerei che abbiamo a disposizione differiscono per armamenti e agilità, il che è bene, ma il set di manovre speciali é quasi del tutto identico tra loro, il che è male.

Aeronautica Imperialis Flight Command Recensione

A noi non è permesso personalizzare i velivoli. Questo che vedete è un esempio più unico che raro legato a una specifica missione Skirmish.

Per fare un esempio significativo di un problema più ampio mi viene in aiuto l’onnipresente virata di Immelmann; questa acrobazia è costituita da mezzo loop seguito da mezzo tonneau, in sostanza è un’inversione a U aerea lungo l’asse verticale che permette un repentino cambio di direzione. Dove sta il guaio?

Le numerose possibilità offerte ai nostri avversari riducono drasticamente le nostre chance di colpirli

In pratica, anche se siamo in una buona posizione iniziale, il nostro bersaglio potrebbe andare dritto, virare a destra o sinistra, o appunto fare inversione, e in più può alzare o abbassare la propria altitudine: in sostanza le nostre possibilità di mettere altri aerei nei nostri mirini si riducono di molto anche quando coordiniamo il movimento della nostra intera squadriglia.

Aeronautica Imperialis Flight Command Recensione

Quando la traiettoria è gialla, significa che è prevista una collisione con un altro pilota della propria squadriglia.

Altri titoli agiscono sulla quantità di movimento coperta da ogni mossa e sulle linee di tiro delle armi per permettere una programmazione tattica che vada al di là del singolo turno. In alternativa, almeno un count-down per le manovre speciali avrebbe aiutato, invece in Flight Command ci ritroviamo di continuo punto a capo a dover indovinare le mosse del nemico, anche perché le mappe sono per lo più parallelepipedi con pochi ostacoli che consentono un continuo giro tondo alla ricerca del colpo fortunato.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Le missioni finiscono in fretta.

Contro

  • Impossibile impostare una tattica studiata.
  • Campagna priva di qualsiasi personalità.
  • Mappe dozzinali.
  • Interfaccia utente disfunzionale.
  • Scarsa varietà dei velivoli.
4.6

Gravemente Insufficiente

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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