Broken Arrow – Recensione

PC

Gli RTS sono morti? Beh, oddio, a me sembra proprio di no, e a giudicare dalle migliaia di giocatori che si stanno affrontando sui suoi campi di battaglia contemporanei, Broken Arrow sta lì a dimostrarlo.

Sviluppatore / Publisher: Steel Balalaika / Slitherine Prezzo: 48,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo e co-op online PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data di lancio: Già disponibile

Quello degli strategici in tempo reale è uno dei generi di più lunga data all’interno dei videogiochi, e come tutti i generi che sono in giro da trent’anni era inevitabile che a un certo punto qualcuno decidesse di provare a cambiare le loro meccaniche. Quindi, in origine c’erano gli strategici in tempo reale classici (Dune II, Command & Conquer, Age of Empires, StarCraft) basati sull’estrazione di risorse e sulla costruzione di una base sempre più grande; poi, con Dawn of War e Company of Heroes, entrambi di Relic Games, ha preso piede un approccio che legava l’economia alle performance sul campo di battaglia e al controllo della mappa.

La tentazione è quella di chiamare questi RTS “nuovi” o “moderni”, ma forse è opportuno ricordare che i due RTS di Relic (usciti rispettivamente nel 2004 e nel 2006) sono temporalmente più vicini a Dune II che al giorno d’oggi. C’è poi un altro approccio, ancora più radicale, dove la base con i suoi edifici non esiste proprio, che ha due filoni: quello alla Men of War (2009), con tutti i suoi seguiti e titoli ispirati (Call to Arms, Gates to Hell: Ostfront), e quello alla World in Conflict (2007), dove la scala dei combattimenti è molto più grande e che ha i suoi esponenti principali nei giochi di Eugen Systems (Wargame, Steel Division, WARNO). Broken Arrow di Steel Balalaika va a inserirsi proprio in quest’ultimo filone, e sembra voler portare una seria sfida alla praticamente incontrastata presenza di Eugen in questo campo.

NOME IN CODICE: BROKEN ARROW

Una cosa che ho trovato involontariamente comica di Broken Arrow è il fatto che all’avvio del gioco esca un disclaimer che avverte il giocatore del fatto che qualunque riferimento a eventi realmente accaduti o a persone realmente esistenti è puramente casuale. E il motivo per cui lo trovo comico è che la campagna del gioco, ambientata in uno scenario contemporaneo, racconta di un tentativo di invasione russo ai paesi baltici dietro guisa di una operazione umanitaria, con gli americani che si trovano in prima linea a difendere Estonia, Lettonia e Lituania mentre i paesi europei temporeggiano pavidamente. Sembra familiare come scenario?

LO SCENARIO CHE CI METTE DI FRONTE LA CAMPAGNA NON PUÒ FARE A MENO DI ESSERCI FAMILIARE

Comunque, al di là di questa parentesi, la campagna è strutturata a missioni, dodici in totale dal lato americano e nove dal lato russo, che mano a mano ci permetteranno di prendere familiarità con le varie specializzazioni a disposizione dei due eserciti, e le unità che caratterizzano ciascuna di esse (sul perché questo è importante ci torniamo dopo). In generale, questo missioni sono caratterizzate da una discreta varietà in termini di approccio; buona parte di esse si può riassumere in “partiamo con le nostre truppe da un punto A e dobbiamo arrivare a un punto B ammazzando chi si trova per strada”, ma ci sono anche le occasionali variazioni, come ad esempio una missione dove dobbiamo dividere i nostri elicotteri per intercettare varie ondate di mezzi che arrivano dai due lati opposti della mappa o un’altra dove dobbiamo difendere una portaerei usando unicamente caccia intercettori.

Broken Arrow Recensione

Il tutorial è fondamentale per capire le meccaniche di base… e nemmeno tutte!

Dal punto di vista delle missioni, delle mappe, e anche dell’impostazione della storia, ho trovato convincente la campagna singleplayer, ma c’è un però bello grosso. Al momento, infatti, non è possibile salvare durante una missione. Gli sviluppatori hanno già promesso di essere al lavoro sull’implementazione dei salvataggi, che a loro dire dovrebbe arrivare entro la fine dell’estate; resta però una mancanza bella importante – non a caso è una delle critiche più comuni nelle recensioni negative su Steam – anche alla luce della durata delle missioni, che data la scarsa speranza di sopravvivenza delle nostre unità incentivano un approccio cauto e ragionato.

LA MANCANZA DEI SALVATAGGI LASCIA DAVVERO PERPLESSI

E, lo dico per esperienza, non è molto divertente passare un’ora tirata dietro a una missione, trovarsi a fallirla perché un timer invisibile ha deciso che ci hai messo troppo, e rendersi conto di doverla ricominciare da capo, anche perché le missioni di Broken Arrow sanno davvero essere sfiancanti se giocate tutte in una seduta! L’assenza dei salvataggi, dunque, è una mancanza che lascia perplessi. Sempre restando nell’ambito singleplayer, lascia perplessi anche l’impossibilità di fare una partita con IA alleate: naturalmente potremo schierarle contro di noi, ma a meno di trovare altri giocatori per farci compagnia ci troveremo soli contro di esse, o in alternativa a fare una 1v1 su mappe pensate per le 5v5.

GUERRA A TUTTO CAMPO

Se personalmente non disprezzo affatto una bella campagna singleplayer, la vera ciccia degli RTS sta però nel multiplayer, e dunque è fondamentale parlare anche di questo aspetto di Broken Arrow. Lo strategico di Steel Balalaika segue nelle orme lasciate dai giochi di Eugen Systems, offrendoci cioè una ampissima selezione di unità che però non potremo portare tutte assieme sul campo di battaglia. Quali mezzi, aerei e fanterie potremo schierare sarà determinato dal deck che ci porteremo dietro; ce ne sono due di default, uno americano e uno russo, che vanno benissimo per prendere la mano, ma vi avviso fin da subito che una parte non secondaria del vostro tempo di gioco sarà spesa nel menù di creazione esercito a confrontare i numerini di dozzine di unità, anche perché per ogni nostra armata potremo scegliere solo due delle specializzazioni di quell’esercito. Non solo: rispetto ai giochi di Eugen Systems, per molte unità Broken Arrow prevede anche la possibilità di cambiare l’armamentario a loro disposizione, in alcuni casi andando a modificare completamente il ruolo in cui sono più competenti.

Broken Arrow Recensione

Preparatevi a passare parecchio tempo una schermata come questa.

Una volta scesi sul campo di battaglia contro altri giocatori, poi, non aspettatevi alberi da tagliare o campi di cristalli radioattivi da svuotare. Ciascuna unità ha il suo valore in punti, e all’inizio di ogni partita potremo schierare, facendole arrivare da fuori mappa, fino a 1000 punti di unità; i punti a nostra disposizione continueranno a crescere secondo un valore predeterminato, e che cala a seconda di quante unità abbiamo sul campo di battaglia, meccanica che serve a garantire a chi si trova in svantaggio una opportunità di recuperare.

LA MODALITÀ DI GIOCO STANDARD È IL 5V5, E OGNI PARTITA DURA QUARANTACINQUE MINUTI

Gli obiettivi per vincere sono due, combinati: conquistare più punti dei nostri avversari, e distruggere più unità (conta il valore in punti) di quelle che hanno distrutto loro; fare meglio dei nostri rivali ci garantirà punti vittoria, che alla fine dei 45 minuti di partita decreteranno chi ha avuto la meglio. In linea di massima, il multiplayer di nessuno strategico in tempo reale è facile e rilassante, ma questo vale in particolare per uno come Broken Arrow, che oltre a una buona abilità a controllare le unità sul campo di battaglia – serve molta più micro di quanto possa sembrare – richiede anche una dose tutt’altro che indifferente di conoscenza sia delle nostre unità che di quelle nemiche, e anche un ragionamento sulla composizione del deck che deve per forza passare anche dalla prova sul campo di battaglia.

Broken Arrow Recensione

Qua dei trattati di non proliferazione non ce ne frega nulla: se abbiamo le atomiche, le usiamo.

A questo però va sommato un ritmo di gioco relativamente lento: mentre su un Age of Empires o un Company of Heroes passerete tutta la partita a guizzare da un lato all’altro della mappa, qui potete prendervela più comoda. E in generale Broken Arrow, pur non inventando nulla di nuovo, fa un bel lavoro nel creare un gioco che riesca a dare soddisfazione per una manovra pensata bene, e a non far sembrare troppo drammatiche anche le perdite più clamorose; la quantità di unità che abbiamo a disposizione infatti si rigenererà con il passare del tempo, dunque se perdete i due M1A2 Abrams che avevate messo nel vostro deck non significa che non ne potrete più schierare altri. Rispetto alla concorrenza, sono aggiunte molto gradite anche la possibilità di dare comandi molto più granulari alle nostre unità; l’esempio più comune sono i fumogeni di cui sono dotati molte unità, importantissimo strumento difensivo ma che può essere utilizzato anche per favorire un assalto.

BENE, MA RESTA QUALCOSA DA SISTEMARE

Dove il gioco di Steel Balalaika soffre è nella sua interfaccia. La situazione non è certo tragica ma qualche miglioramento si potrebbe certo fare: per esempio, non esiste un modo per vedere qual è la portata delle armi delle nostre unità senza usare un’unità nemica come punto di riferimento; non c’è modo di vedere l’armamentario delle unità nemiche o se è per questo alleate, doppiamente importante vista la possibilità di modificare il loadout, perché è chiaro che un elicottero armato di razzi Hydra rappresenta una minaccia diversa rispetto a uno dotato di missili Stinger; l’indicatore del campo visivo delle nostre unità non è comodissimo; e anche nella fase della creazione del deck una maggiore immediatezza delle informazioni non sarebbe stata male (sotto questo aspetto devo decisamente darla vinta a Eugen Systems). Nel complesso, comunque, nulla di irrisolvibile. Speriamo che l’ottimo successo di vendite spinga gli sviluppatori a fare del loro meglio per perfezionare quello che è già un gioco dalle basi molto solide.

In Breve: Broken Arrow è uno strategico in tempo reale di quelli che richiedono un pizzico di voglia di mettersi a studiare, e che nel complesso fa un bel lavoro, con una campagna singleplayer ben strutturata e match multiplayer che sanno regalare soddisfazioni. Avrebbe però bisogno di qualche rifinitura, e soprattutto della possibilità di salvare durante le missioni.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 3600, 16 GB di RAM, GeForce RTX 3060, SSD
Com’è, Come Gira: Considerata la scala delle battaglie difficilmente vi troverete a zoomare sui dettagli dei carri armati o degli elicotteri, che comunque sono di buona qualità. In generale, la resa visiva è buona, anche se servirebbe un po’ di lavoro sull’interfaccia.

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Pro

  • Parecchie unità a disposizione / Meccaniche di gioco solide / Campagna di buon livello…

Contro

  • ...ma come si fa a lasciarla senza i salvataggi? / L’interfaccia ha bisogno di qualche miglioramento.
8.3

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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