Se menzionassi Harry Potter, Il Signore degli Anelli o anche Le cronache di Narnia, probabilmente, tutti sapreste di cosa sto parlando. Quindi, un ipotetico videogioco basato su una di queste saghe godrebbe certamente di una buona dose di celebrità pregressa e non avrebbe bisogno di troppe presentazioni. Tuttavia, se il titolo in questione fosse basato sui miti e sulle leggende di una trilogia di romanzi non altrettanto celebre, scritta da un giovane e talentuoso autore svizzero, ancora scevra di strenne e di trasposizioni cinematografiche, come dovrei mai comportarmi? Chiaramente, per prima cosa, vi invito a leggere Le memorie di Helewen, Hairam Regina e Le Gesta di Nhalbar di Sebastiano Brocchi (recentemente raccolti in un singolo volume e disponibili in eBook, per la gioia di tutti, a 16 euro): questo sarà propedeutico per capire alcuni aspetti controversi del gioco, ma non indispensabile per affrontarlo e, perché no, imparare ad amarlo.
IMPATTO FUORVIANTE
Eselmir e i cinque doni magici (o più semplicemente Eselmir, come lo chiamerò d’ora innanzi per amor di brevità) è un’avventura grafica punta & clicca ambientata in uno spettacolare e vastissimo mondo fantasy, abitato da diverse razze più o meno umane, dozzine di personaggi dai nomi impronunciabili e numerose creature fatate. Non manca una fitta schiera di dèi, ed Eselmir – il protagonista – è un sacerdote devoto a Monusad, divinità che governa lo scorrere del tempo.In particolare, Eselmir è un Pirin, razza derivata dall’unione di un essere umano con una fata, e anche se l’obiettivo principale della sua missione è chiaro fin da subito, e cioè recuperare i cinque doni magici che permisero a un comune mortale di diventare un antico re, all’inizio del gioco è veramente difficile capire cosa potremo attenderci nelle ore successive.
Sebastiano Brocchi affida a un media relativamente “nuovo” il compito di narrare la quarta storia della sua trilogia fantasy
Non che sia il primo aspetto preoccupante, per così dire: personaggi e fondali sono interamente disegnati a mano, i bozzetti a matita digitalizzati e successivamente colorati col computer, e lo stile elementare e raffazzonato delle animazioni getta subito ombre piuttosto pesanti sulla qualità dell’opera. Dietro a una scelta grafica apparentemente povera, tuttavia, si celano sia una precisa intenzione (riprendere esattamente lo stile delle illustrazioni dei libri), sia un gioco dalla profondità narrativa spaventosa.
Eselmir non è soltanto un titolo d’avventura, è un romanzo da gustare con il mouse che ci accompagnerà per più di 150 ambientazioni (dove affronteremo numerose quest minori), presenterà 140 personaggi diversi, e in cui – soprattutto – leggeremo. Leggeremo tantissimo. Brocchi, infatti, non si è limitato a prestare l’idea allo studio indipendente Stelex Software, ma ha partecipato attivamente alla stesura del gioco, alla sua sceneggiatura e alla realizzazione della grafica, dando ai testi e ai dialoghi la sua inconfondibile impronta. Che importa, dunque, se le animazioni sono “artigianali”, se le musiche sono belle ma ripetitive, se i disegni fatti a mano sono l’esatto compromesso fra una scelta coraggiosa e una suicida: chi ama leggere e, per esempio, si è emozionato alla follia leggendo gli appunti di Hans Voralberg in Syberia, troverà nei testi di Eselmir una bellissima storia tutta da scoprire, poco per volta, risolvendo gli enigmi e addentrandosi nelle mille sotto-quest imposte dal gioco.
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA
Di contro, questo tipo di impostazione porta con sé alcuni limiti di fruibilità evidenti: guai a perdersi una lettura e mai sottovalutare i dialoghi, prolissi e talvolta ripetitivi, proposti dal gioco. E, soprattutto, non andate di fretta.
il gameplay di Eselmir è basato su narrazione e dialogo e su enigmi piuttosto elementari da risolvere
INDIE, MA NON TROPPO
Eselmir è un esperimento atipico: da una parte abbiamo un autore giovanissimo ma molto in gamba che affida, personalmente, a un media “nuovo” il compito di narrare la quarta storia della sua trilogia fantasy; dall’altra abbiamo un’opera realizzata da due sole persone (l’autore stesso e il programmatore), con l’unica eccezione rappresentata dalle musiche. Va tuttavia segnalata una collaborazione eccellente inattesa, quella del cantautore Angelo Branduardi, a cui è stato affidato il doppiaggio di Re Helewen (che, pur non essendo protagonista, compare fin dall’inizio del gioco), senza contare anche l’ottimo voice-over inglese passando alla lingua d’Albione (si cambia lingua anche durante il gioco, premendo i tasti 1 e 2). Riuscirete a trovare i cinque doni magici di Re Theoson? Lo saprete solo giocando.
Anche se lo stile grafico – sugli inizi – può essere molto fuorviante, la professionalità della realizzazione è evidente: Eselmir è un gioco intrigante, ammaliante e seducente che si lascia scoprire poco per volta. I ritmi lenti, la varietà del suo universo e le lunghe parentesi narrative saranno la gioia del pubblico più paziente e curioso, anche se l’avventura eredita dai libri il linguaggio ricco e pomposo dell’autore. Altri, invece, lo troveranno dispersivo e noioso per i medesimi motivi. Beh, peggio per loro!