Eternights – Recensione

PC PS4 PS5

Che il successo della serie Persona di Atlus sia riuscito a ridefinire un genere ce lo siamo già detti in tante altre occasioni, e in tal senso gli effetti della sua crescente popolarità si possono apprezzare ancora oggi. Eternights è l’ennesimo videogioco indipendente che rientra di diritto nel gruppo di “figli non riconosciuti” dal trittico Hashino-Soejima-Meguro, portando sul piatto della bilancia meccaniche hack’n’slash che allontanano in un colpo solo lo strategismo innato dei sistemi di combattimento a turni. Un solo obiettivo: salvare il mondo e trovarsi un partner.

Sviluppatore / Publisher: Studio Sai Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PlayStation 4, PC, PS5 Data di Lancio: Già disponibile

La storia si apre con un improbabile scambio di opinioni sulle app per appuntamenti che spopolano sugli smartphone, un incipit che serve a introdurre il protagonista – silente avatar del giocatore – e Chani, il suo migliore amico, nonché comic relief supremo dell’intera avventura. I due sembrano determinati a trovare un partner nel minor tempo possibile, e solamente l’utilizzo di una nuova applicazione scoperta da poco da Chani può aiutarli in questa onorevole missione: peccato che da lì a poco il mondo finisce, e la cosa fa precipitare i due nello sconforto più totale, soprattutto quando altissimi muri li intrappolano nella loro metropoli e le strade si popolano di mostri – ossia i concittadini tramutati in aggressive creature senza un briciolo di umanità.

L’incontro con Yuna, la famosa idol che fin dall’inizio viene dichiarata astro nascente della scena musicale, nonché la perdita del braccio da parte del protagonista, sono solo i primi due straordinari eventi che servono ad ampliare il gruppo di nuovi compagni, tutti determinati a fare maggiore chiarezza sui fenomeni sovrannaturali e soprattutto a impegnarsi nel disperato tentativo di riportare ordine nel mondo. La giovane età dei protagonisti e le situazioni assurde in cui si trovano calati non rendono il prosieguo dell’avventura semplice. Fortunatamente ci sono tanti momenti di pace in cui potersi rilassare, e proprio in queste istanze ci si può dedicare anche… all’ammmmoreh.

ETERNIGHTS, SWIPE A DESTRA?

Eternights offre un gameplay che fonde un sistema di crescita a livelli in stile gioco di ruolo ad azione hack’n’slash più vicina a titoli quali Bayonetta o Devil May Cry. Come ci si aspetterebbe da un videogioco nato sulla scia del successo di Persona, viene posta grande enfasi sulle interazioni che intercorrono tra i membri del gruppo di sopravvissuti, ognuno dotato di capacità sovrannaturali. Un po’ come per la meccanica dei social link della serie Atlus, il grado di affezione maturato con ognuno dei quattro personaggi frequentabili (3 donne e 1 uomo) definisce anche il grado di utilità e la potenza del loro apporto in battaglia. Durante l’avventura è richiesto al giocatore di rispettare determinate scadenze, ma la gestione del tempo rimane libera: se di mattino è possibile dedicarsi all’esplorazione dei labirinti e alla raccolta di materiale utile al potenziamento fendendo i nemici che ci si parano di fronte, di notte ci si può ritirare nella propria base mobile. Qui si può decidere se passare il tempo con i propri compagni o uscire con uno di loro per missioni di approvvigionamento o eventi unici: tecnicamente questo dà modo al giocatore di conoscere meglio i propri compagni di viaggio e tessere con loro una relazione sempre più intima, ma naturalmente queste interazioni sono fini al suo potenziamento. Ricorda qualcosa?

Le soluzioni grafiche utilizzate da Eternights sono per lo più simili da altri videogiochi, in particolare dalla serie Persona.

Quanto creato da Studio Sai tradisce una certa preferenza per il lato dating sim dell’esperienza, e in tal senso è proprio nella conoscenza dei co-protagonisti che si nascondono i lati più interessanti del gioco. Il sistema di battaglia risulta estremamente derivativo, con animazioni e meccaniche assai più povere di quelle dei videogiochi più famosi da cui Eternights, prende evidentemente spunto. A questo si unisce un sistema di rilevazione collisioni e hitbox impreciso, abuso di quick time event poco chiari e una meccanica di attacchi elementali talmente abbozzata che si finisce quasi per scordarsi della sua esistenza. Per la maggior del tempo che trascorriamo a fare a fettine i nemici ci si può tranquillamente affidare alle capacità lenitive di Yuna, e una volta padroneggiata la meccanica della schivata (in pieno stile Platinum Games) gli scontri si risolvono in breve tempo e senza troppi problemi; tutto ciò che concerne il semplice combattimento viene presto a noia, anche considerando le fasi più avanzate del gioco, dove il sommarsi delle sinergie maturate con i co-protagonisti dovrebbe dare vita a spettacoli pirotecnici e momenti strategici più interessanti.

IL ROMANTICISMO AI TEMPI DI TINDER

Invece, ciò che abbiamo trovato decisamente più degna di nota, a fronte di un incipit a tratti grottesco, è l’attenzione riposta nel tratteggiare la personalità dei compagni di battaglia, soprattutto quando finalmente ci si trova a scavare a fondo nella loro storia personale che li si eleva dall’apparente identità di stereotipi bipedi. In tal senso, è incontrovertibile che il tono utilizzato dalla sceneggiatura si indirizzi agli adolescenti, ma nella sua sfacciataggine non si può dire che non sia in grado di tenere compagnia, strappando anche più di un sorriso in alcuni episodi. Bisogna solo venire a patti col fatto che il pubblico di riferimento di Eternights è estremamente specifico, e non è per niente raro vedere avvicendarsi eventi dal tono diametralmente opposto tanto da far pensare che alcune delle scene più pruriginose o semplicemente romantiche si sposino ben poco con il dramma che il progetto di Studio Sai vuole raccontare.

Eternights è in perenne equilibrio tra la scrittura dei romanzi young adult destinati alla generazione Z e i tropi degli anime giapponesi diretti al pubblico di otaku.

Tecnicamente c’è poco da da dire: Eternights si tiene in piedi sfoggiando il fascino dei suoi personaggi in splendide illustrazioni in stile anime, ma quando prende vita nelle tre dimensioni il l’illusione s’infrange su una modellazione in cel shading poco ispirata, e la sensazione di trovarsi di fronte ad un prodotto genuinamente giapponese viene meno. Malgrado ciò, l’utilizzo di inserti animati e l’onnipresente presenza di luci soffuse e colori fluo sicuramente aiuta nel mascherare i punti critici della sua mise estetica. Totalmente assenti all’appello, invece, particolari idee sul fronte musicale, mentre il doppiaggio – presente in lingua inglese, giapponese e coreana – stupisce per la presenza di artisti famosi come Jun Fukushima, protagonista della serie anime comica giapponese Konosuba.

In Breve: Eternights rappresenta il primo progetto di Studio Sai, un team indipendente che nel bene o nel male è riuscito a tirare fuori dal cappello un videogioco sicuramente derivativo, ma anche a tratti estremamente divertente nella sua spregiudicata leggerezza. Come opzione action non vale il prezzo del biglietto, ma se siete orfani di Persona e delle sue più celebrate ramificazioni, può fare sicuramente al caso vostro.

Piattaforma di prova: PC
Configurazione di Prova: i7 13700K 3.40 GHz NVIDIA RTX 4090 RAM 32GB
Com’è, come gira: Data la semplicità poligonale non stupisce che non metta in alcun modo in difficoltà hardware anche di fascia bassa.

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Pro

  • Scrittura dei personaggi con buone idee / Senso dell’umorismo gen Z che migliora con il prosieguo dell’avventura / Buone idee sul fronte della crescita dei personaggi...

Contro

  • ... ma esecuzione non sempre all’altezza / Sistema di battaglia semplicistico, derivativo e poco interessante / Soluzioni grafico/artistiche fin troppo ispirate
6.5

Sufficiente

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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