Final Fantasy VII Remake – Recensione

PS4

La Shinra sta barattando il sangue stesso del pianeta per il benessere di una casta di privilegiati

Il pianeta sta morendo a causa di un’ineluttabile emorragia che lo sta prosciugato del mako, la sua essenza vitale. La colpa cade sulla Shinra e sui suoi reattori, che operano a pieno regime per generare energia elettrica, barattando il sangue stesso del pianeta allo scopo di fornire luce e prosperità a una casta di privilegiati. Una situazione gravissima, che però pare non toccare più di tanto Cloud Strife, ex Soldier (unità d’elite al soldo della stessa corporazione) distaccato e indurito, che si guadagna da vivere come mercenario. Il suo destino cambierà radicalmente dopo l’incontro con l’Avalanche, un gruppo di eco terroristi decisi a salvare quel che resta del mondo sabotando gli impianti della Shinra.

Final Fantasy VII Remake Recensione

Con un motivatore come Barret l’Avalanche è in buone mani!

Un messaggio ecologista attuale tanto oggi quanto nel 1997, che pone le basi per una storia memorabile, costellata da una serie di personaggi entrati di diritto nella storia dei videogiochi come il cattivo Sephiroth, ignaro responsabile di buona parte dei nickname presenti sui vari newsgroup negli anni Novanta. Se dovessi giudicare Final Fantasy VII Remake per il solo fanservice, questa recensione si concluderebbe con un 110% netto.

Se dovessi giudicare Final Fantasy VII Remake per il solo fanservice, questa recensione si concluderebbe con un 110% netto

Non si tratta solo dell’incrocio perfetto tra una colonna sonora indimenticabile e una veste grafica priva di punti deboli, ma anche di un’ossessione per i particolari che dimostra un inequivocabile amore nei confronti di un gioco praticamente leggendario. La cura di volti ed espressioni è rimarchevole, così come il sempre puntuale uso dei colori; quando tutti i particolari agiscono all’unisono per rievocare alcuni dei momenti più importanti dell’epopea di Cloud e compagni, l’oramai attempato ex ragazzino armato di PlayStation è condannato a sciogliersi come neve al sole, nascondendo a fatica qualche lacrima dovuta alla gioia di trovarsi nuovamente in compagnia dei vecchi amici di una volta.

VENI, VENI, VENIAS, NE ME MORI FACIAS

Proprio i veterani sapranno apprezzare maggiormente ogni minimo particolare, confrontandolo mentalmente con i ricordi di allora e riconoscendo elementi familiari come il layout dei negozi o il bar Seventh Heaven, con il suo mitico flipper-ascensore. Allo stesso modo è impossibile restare indifferenti di fronte alla maggiore profondità conferita a personaggi originariamente lasciati sullo sfondo come i membri di Avalanche Biggs, Wedge e Jessie, maggiormente caratterizzati da una presenza scenica più importante e dall’ottimo doppiaggio giapponese, che vi raccomando su quello inglese senza riserve. Il problema è nel ritmo dilatato rispetto all’originale, allungato artificialmente da una serie di attività difficilmente in linea con il mastodontico valore di produzione. È comprensibile, considerato che gli eventi ambientati a Midgar rappresentavano una piccola porzione del gioco, caratterizzata peraltro da una decisa linearità che Final Fantasy VII Remake eredita senza troppi complimenti. Assai meno giustificabile risulta però il valore dei contenuti inediti, spesso qualificabili come meri filler aggiunti tanto per allungare il brodo.

Final Fantasy VII Remake Recensione

I Turks sono caratterizzati benissimo, e amano giocare sporco come sempre.

 Si va da una serie di banali fetch quest che tutte le protagoniste paiono voler appioppare allo svogliatissimo Cloud fino alle più succose richieste da parte di Chadley, ricercatore rinnegato al soldo di Shinra che assegnerà obiettivi da conseguire in battaglia per garantire l’accesso a materie (ci arriviamo subito) esclusive, evocazioni comprese.

Ben più soddisfacente risulta tutto quello che gravita attorno al sistema di combattimento, adesso in tempo reale e non più ricalcato sui classici scontri a turni

Sullo sfondo, la narrazione a senso unico di cui sopra sposta i protagonisti da un capitolo all’altro, precludendo la possibilità di tornare sui nostri passi se non a gioco completato, quando sarà possibile scegliere il capitolo da cui ripartire per regolare i conti lasciati in sospeso e accedere a nuove attività dedicate all’end game. Va anche detto che i nuovi eventi vantano una qualità altalenante e spesso non all’altezza di quelli conosciuti e amati; in altre parole è sempre bellissimo cadere su un letto di fiori solo per essere svegliati da quell’incantevole fioraia, ma un certo sottogioco da affrontare tra le pareti del mercato murato figurerà negli annali come la cosa più imbarazzante mai capitata al franchise dai tempi di Final Fantasy X-2. Ben più soddisfacente risulta tutto quello che gravita attorno al sistema di combattimento, adesso in tempo reale e non più ricalcato sui classici scontri a turni.

FIRST CLASS SOLDIER

I personaggi del party possono essere alternati al volo e offrono un convincente repertorio di combinazioni e tecniche per spazzare via i cattivi con stile, assieme a un’abilità personale come l’utilissima alternanza di posture di Cloud, che probabilmente avrete imparato ad apprezzare nella recente demo, a sua volta illustrata nell’anteprima del nostro ottimo Stefano. Dietro le quinte, piccole sfere di mako cristallizzato chiamate materia possono essere incastonate negli slot presenti sull’equipaggiamento per avere accesso a magie e vantaggi richiamabili in battaglia al riempimento dei due segmenti che compongono la nuova barra ATB.

Final Fantasy VII Remake Recensione

Ogni boss va studiato per evitare uno sproposito di danni.

A seconda della disposizione delle pietruzze è facile e soddisfacente creare configurazioni adatte ad ogni scontro, aumentando le scorte di punti ferita e potenza magica oppure conferendo ai semplici attacchi provvidenziali danni elementali. Una seccatura è la telecamera, sempre e comunque troppo vicina al personaggio comandato dal giocatore; quando uno dei compagni è prossimo a mordere la polvere (e qui l’intelligenza artificiale che li anima non aiuta più di tanto…) lo schermo si tinge di rosso per avvertirci, ma non è sempre semplice avere la situazione sotto controllo. Risulta dunque indispensabile richiamare il menu per rallentare considerevolmente il tempo e disporre ordini riguardo l’uso di oggetti o magie con cui rimettere in sesto i feriti; volendo è prevista una modalità classica dove il gruppo farà del suo meglio per combattere autonomamente, garantendo la dovuta calma per impartire gli ordini senza la necessità di sporcarci le mani in prima persona. Inspiegabilmente, però, questa opzione abbassa la difficoltà degli scontri, banalizzando il livello di sfida.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Emotivamente poderoso.
  • Grafica e sonoro di gran classe.
  • È come incontrare di nuovo gli amici di una vita.

Contro

  • Lineare, e ricco di filler che lasciano il tempo che trovano.
  • Ne vogliamo ancora. Adesso!
8.5

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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