Fire Emblem Engage dichiara guerra al suo recente passato, offrendo una solida componente strategica affinata da diverse buone idee. Il ritorno alle origini è efficace, continuando però a strizzare l’occhio alla gioventù invaghita dei vari Persona.
Sviluppatore / Publisher: Intelligent Systems / Nintendo Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 12 Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: 20 gennaio 2023
Dovevamo capirlo con Tokyo Mirage Session #FE, i segni erano inequivocabili. Parlo dell’oscura anima social che Fire Emblem ha abbracciato da qualche episodio, con interminabili dialoghi tra una missione e l’altra per stringere legami potenzialmente utili una volta scesi sul campo di battaglia, ma di cui però non frega nulla a nessuno.
Il mondo sta cambiando, e Fire Emblem Engage ne è la prova
FIRE EMBLEM ENGAGE CERCA DI ACCONTENTARE TUTTI
Come abbiamo avuto modo di accennare in fase di anteprima, questo non pare fortunatamente il caso: se i più intransigenti tra di voi aggrotteranno la fronte davanti alla bizzarra chioma bicolore del Drago Divino Alear (il nuovo beniamino, che potete scegliere del sesso che maggiormente vi aggrada) e al suo anacronistico completo da aerobica indossato nei duri allenamenti prima di ogni pugna, dall’altra parte non potranno fare a meno che apprezzare tutte quelle piccole e grandi aggiunte che sapranno donare una nuova dimensione strategica una volta brandite le armi.
Ricordiamo dunque il nuovo stato di Breccia, con cui disarmare un nemico in seguito ad un attacco portato a segno con un arma vantaggiosa e impedirgli potenziali contrattacchi, assieme all’immarcescibile tempra delle armi, che ora non correranno più il rischio di venire consumate (un problema che però conservano le “cariche” magiche di scettri e bastoni) limitando considerevolmente la loro microgestione, un elemento destinato a diventare parecchio tedioso mano a mano che l’esercito cresce.
Fire Emblem Engage ripropone il livello di sfida scalabile dei più recenti capitoli
VA BENE, MA QUESTO SOMNIEL CHE SAREBBE?
La vostra base operativa, ecco cosa. Tra una sortita e l’altra potete decidere di farvi visita, scegliendo quindi se continuare la campagna o concedere una meritata sosta alle truppe, in modo da non spezzettare obbligatoriamente il ritmo dell’azione. Vi piacerà, è un maniero fluttuante che ben si addice al rango del Drago Divino, destinato ad ampliarsi con il progredire della storia, aprendo le porte a negozi e attività secondarie.
Qui potrete sciropparvi letali dialoghi (fortunatamente evitabili) con cui cementare i legami tra questo e quel personaggio, oppure comprare e potenziare armi, investendo denaro e materiali. Ci sono anche un paio di sottogiochi arcade (gli allenamenti li abbiamo citati prima, da portare a termine tirando fuori il vecchio campione di Track & Field!) con cui guadagnare vantaggi temporanei in vista delle successive battaglie e intascare frammenti di legame.
Ci sono anche un paio di sottogiochi arcade con cui guadagnare vantaggi temporanei e intascare frammenti di legame
Come già spiegato nell’anteprima, sono le anime dei passati eroi della serie che riposano all’interno di dodici anelli incantati; conferiscono a chi li indossa un significativo bonus alle caratteristiche e consentono la metamorfosi in una sorta di semidio per tre preziosi turni, in cui l’unità in questione guadagna potentissime Armi Unione e abilità tutt’altro che banali, in grado di rovesciare situazioni altrimenti disperate.
I frammenti servono anche a creare anelli minori “ispirati” ai personaggi secondari
Un altro punto di forza degli Emblemi è la ricca dote di abilità passive che vengono concessi in eredità a chi raggiungerà l’apposito livello d’intesa, ché qui non bastano i commilitoni, si intrecciano relazioni anche con la bigiotteria! A parte quei casi in cui la narrazione non dispone altrimenti, un Emblema non è quasi mai legato a un particolare protagonista aprendo le porte a un impressionante numero di combinazioni, uno scenario in cui l’arrangiamento automatico di armi e gioielli prima di ogni battaglia si rivelerà un potente e saggio alleato per farvi risparmiare un bel po’ di tempo.
Un altro punto di forza degli Emblemi è la ricca dote di abilità passive
Da segnalare la Torre delle prove, un luogo dove allenarsi senza la preoccupazione di perdere preziose unità. Qui ci attendono le Prove Tempesta (serie di battaglie da vincere in successione) e scontri in modalità cooperativa assieme ad altri giocatori online tramite l’esborso di particolari coupon; purtroppo nel periodo di prova non sono riuscito a beccare nessuno disposto a farmi da sparring partner, quindi il giudizio su questo particolare aspetto andrà giocoforza rimandato. In palio non ci sono punti esperienza (troppo comodo diventare forti con un’armata immortale!), bensì cristalli con cui migliorare le Armi Unione.
L’ARTE DELLA GUERRA SECONDO FIRE EMBLEM ENGAGE
Una volta scesi in campo, Fire Emblem Engage è davvero avvincente, specie se deciderete di giocare secondo le “regole” ufficiali, ovvero preparandovi spiritualmente a salutare per sempre le unità vittime della vostra scarsa preparazione strategica. Se il pensiero di piangere i vostri amici si rivelasse un peso eccessivamente gravoso niente paura: un particolare artefatto chiamato molto appropriatamente Cronogemma vi consentirà di riavvolgere il tempo un limitato numero di volte per battaglia, concedendo di ripensare le ultime decisioni e agire un po’ più serenamente.
Diverse buone idee abbinano alla tensione la giusta dose di varietà, vedi le sortite notturne dove le tenebre rivelano la presenza nemica all’ultimo momento e bisogna pensare in anticipo di un paio di mosse, sfruttando oggetti e abilità peculiari di eroi ed Emblemi. Aiuta lo svolgimento non lineare della vicenda, giacché in ogni momento è possibile procrastinare il prossimo confronto per risolvere missioni extra, che vanno da scaramucce (nemici più potenti e remunerativi spunteranno col giusto investimento monetario nel Somniel) alle più interessanti Appendici, introdotte da una breve narrazione e solitamente pronte a premiarci con un nuovo commilitone al termine;
in ogni momento è possibile procrastinare il prossimo confronto per risolvere missioni extra
Il campo di battaglia è costellato dagli elementi che oramai dovreste conoscere a menadito tra protezioni e abitazioni da visitare per ricevere un fugace aiuto colmo di riconoscenza, ma i luoghi di potere sono una novità da tenere d’occhio, pronti a ricaricare in un lampo l’indicatore del legame che permette l’unione tra uomo ed Emblema. Sono pochi, e le missioni più difficili (e credetemi, ce ne sono parecchie) tendono ad andare per le lunghe rimpolpando le fila nemiche con inopportuni rinforzi, ergo la loro attivazione deve essere ben pianificata.
la trama di Fire Emblem Engage cerca di restare solenne
Esteticamente le buone impressioni ricavate in sede di anteprima hanno ricevuto la loro conferma non solo per la rimarchevole fluidità in entrambe le modalità, docked o handheld che sia, ma anche sotto il punto di vista prettamente artistico, con animazioni – specie quelle che scattano in occasione di un colpo critico – eccezionali che veicolano la giusta sensazione di padronanza marziale, peso e potenza. Una nota finale per gli immancabili amiibo, da sfruttare una volta al giorno per ottenere materiali vari. Destino diverso per quelli legati a Fire Emblem, che ci ricompenseranno con dei buoni con cui sbloccare colonne sonore e capi di abbigliamento ispirati alla storia della saga, da sfoggiare rigorosamente nel Somniel.
In Breve: Tra novità e perfezionamenti vari, il sistema di combattimento di Fire Emblem Engage risulta perfettamente levigato e appassionante. Non tutta la campagna è prodiga di colpi di scena e l’ombra della socializzazione a tutti i costi potrebbe rendere nervosi i più arcigni generali digitali, ma complessivamente Fire Emblem Engage è un capitolo raccomandato.
Piattaforma di Prova: Switch Oled
Com’è, Come gira: Ambienti e personaggi sono spanne avanti rispetto a Three Houses, così come i tempi di caricamento. La fluidità viaggia attorno ai 30fps senza particolari cadute e la risoluzione oscilla tra i 1080p (docked) e 720p (handheld). Direzione artistica e uso del colore esaltano il risultato: Fire Emblem Engage è complessivamente una gioia da vedere.